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Comune di Cassolnovo. Presentazione a firma del Sindaco Luigi Parolo. È stato un grande piacere ricevere dal sindaco di Vigevano, Andrea Ceffa, l’invito a far parte del Comitato Promotore per le Celebrazioni per i 530 anni dall’inizio dei lavori di edificazione della Piazza Ducale, e i 570 anni dalla nascita di Ludovico il Moro. La partecipazione al Comitato è motivo di prestigio ed onore per il Comune di Cassolnovo, per il forte legame che unisce il nostro castello di Villanova, ed il territorio agricolo che lo circonda, all’opera di Ludovico il Moro ed alla città Ducale. L’importanza di Ludovico Il Moro è legata al riconoscimento della ricchezza prodotta dalla gestione delle acque per l’irrigazione e per le attività umane. Egli fu determinato e lungimirante a voler sfruttare al meglio questa risorsa per la crescita del territorio e della città stessa. Attirò i migliori ingengneri e studiosi dell’epoca, tra cui anche Leonardo, per realizzare interventi moderni ed ancora oggi apprezzati per la gestione della fittissima rete di fontanili e rogge presenti nei terreni intorno a Villanova, unitamente alla canalizzazione delle acque del Sesia, del Terdoppio e del Ticino, per convogliare le acque verso la città di Vigevano, ed il Colombarone presso la Sforzesca. In quegli stessi anni ricordiamo che, oltre al riso ed alle marcite, introdusse la coltivazione del gelso, che negli anni si è rivelata determinante nello sviluppo della filatura sul territorio di Cassolnovo. L’avvio della coltivazione del riso nelle terre Lomelline è stato un fatto storico fondamentale, non solo per l’economia ma anche per la società ed il paesaggio del nostro territorio. Da quando il riso è stato portato dall'Oriente in Lomellina, nelle terre di Villanova per iniziativa degli Sforza, Signori di Milano nel 1468, poi con Ludovico il Moro, gli specchi d'acqua delle risaie non hanno cessato di espandersi. I maggiori possessori di risaie dell’epoca sono stati: i conti Sanvitale di Parma, il conte Giovanni Stampa dei marchesi di Soncino, Massimiliano Barbavara, il marchese Carlo Arconati Visconti. Ricordiamo due lettere di Galeazzo Maria Sforza datate l’una il 27 e l’altra il 28 settembre 1475, entrambe riguardanti il permesso per la prima esportazione del Riso in dodici sacchi destinati al Ferrarese. Nel 1530, sessant'anni dopo l’inizio della coltivazione a Villanova di Cassolnovo, il riso costituiva oramai una delle principali colture agricole del Milanese. Nel corso del XVI secolo la coltivazione del riso dalla Lomellina e dal Basso Milanese, inarrestabilmente si espandeva al Novarese, al Vercellese, al Bresciano, al Cremonese e, da queste provincie, passava a molte altre, come Mantova, Ravenna, Ferrara, Bologna e Rovigo. Dalla figura di Ludovico il Moro possiamo trarre significativi insegnamenti per il presente: la centralità dell’acqua per il nostro territorio, risorsa primaria ed insostituibile per l’agricoltura e quindi per l’economia e la produzione di cibo; la propensione ad una gestione moderna ed efficiente della rete idrica di sorgive, rogge e canali, idrovie primarie di connessione, comunicazione e mobilità del territorio; l’innovazione in agricoltura finalizzata ad uno sviluppo sostenibile come motore e fattore di crescita. Va dunque alla Vostra Amministrazione tutta la nostra riconoscenza nell’averci coinvolto in questa iniziativa che ci permetterà di approfondire la nostra storia e sarà occasione per conoscere meglio e divulgare la figura di Ludovico il Moro, indubbio protagonista del nostro territorio. L’auspicio è quello di trarne ispirazione per la vita amministrativa finalizzata al miglioramento della gestione delle nostre comunità cogliendo anche l’occasione per rinsaldare la collaborazione tra i nostri Enti a beneficio di tutti i cittadini. Fotografia 1. Roggia Ferrera. Cassolnovo, Roggia Ferrera vista da strada comunale per Villanova. Foto di Andrea Delfrate. Fotografia 2. Castello di Villanova, Portone ingresso. Cassolnovo, Castello Visconteo Sforzesco di Villanova , fronte orientale. Foto di Andrea Delfrate. Il castello Visconteo Sforzesco, a pianta quadrata con torri nei quattro angoli e grande cortile, contornato da due serie di ballatoi in legno, assunse l’attuale conformazione sotto gli Sforza, prima con Galeazzo Maria e poi con Ludovico il Moro, che trasformarono la precedente struttura Viscontea in una residenza, non più solo difensiva, bensì dedita alla coltivazione del riso. Infatti la più antica documentazione della coltura del riso in Pianura Padana è una lettera scritta da Galeazzo Maria, datata 27 settembre 1475, che accompagna la spedizione di 12 sacchi di riso in dono al Duca di Ferrara per la semina nel Ferrarese. Ludovico sfruttò i numerosi fontanili presenti nei terreni intorno a Villanova, unitamente alla canalizzazione delle acque del Sesia e del Ticino, per far confluire le acque verso il Colombarone, presso la Sforzesca, dove, oltre al riso ed alle marcite, introdusse la piantagione del gelso. Il castello ha mantenuto esteriormente, grazie alla sua destinazione rurale, la sua struttura originale. Sui muri esterni di nord ovest, si può ancora osservare l’intonaco originario con losanghe bianche e rosse, come i colori araldici degli Sforza. Fotografia 3. Foto di Andrea Delfrate. Cassolnovo, paesaggio al tramonto.