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Ci sono state nel corso del tempo diverse idee sul rapporto tra natura e cultura. Ma dalla seconda metà del XIX secolo con la rivoluzione industriale il dibattito è ancora più acceso. La prima idea concreta è quella del etnologo e geografo tedesco Ratzel che attraverso il DETERMINISMO AMBIENTALE disse (ispirandosi alle piante) che l'ambiente determina le caratteristiche fisiche e culturali dell'essere umano. La teoria favorì il svilupparsi di idee a dir poco controverse come il colonialismo e il lebensraum. Di risposta al tedesco ci fu il francese Vidal de La Blanche, che invece con il POSSIBILISMO GEOGRAFICO disse che invece ogni ambiente offre più o meno diverse alternative. La società e la cultura possono modellarsi in varie modalità a seconda di scelte che sono altamente influenzate dalle conoscienze e dalle capacità tecniche che si dispongono. Ma negli anni ‘50 e '60 del 1900 anche l'idea di Vidal va in crisi e da qui la geografia inizia a dividersi in diverse scuole di pensiero. Tra queste ricordiamo: Geografia umanistica studia l'esperienza personale. Geografia quantitativa crea modelli utili all'analisi di diversi fenomeni. Geografia radicale studia Problematiche sociali. Geografia comportamentale si occupa dello studio della percezione rischio del ambientale. Geografia umana moderna Approcci diversificati analizzano: - Varietà sociali. - Problemi economici che hanno valenze territoriali e politiche. - i problemi ecologici derivati dalla crescita demografica (cambiamento climatico).