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<speak><prosody volume='medium'><prosody pitch='medium'><prosody rate='medium'><emphasis level='moderate'> Porta 5. <break time="1s"/> Fin dall’inizio la polis di Akragas fu dotata di una cinta muraria della lunghezza complessiva di circa 12 km: un progetto unitario basato sulle potenzialità difensive delle emergenze rocciose, così come osservò lo storico greco Polibio. Lungo le fortificazioni sono state identificate nove porte, che sono state numerate a partire da Est dagli archeologi: le Porte 1 e 2 ad Est; le Porte 3, 4, 5 a Sud, la Porta 6 ad Ovest, le Porte 7 e 8 a Nord-Ovest. L’esistenza di una Porta 10 è stata infine supposta lungo il limite nord della città. Porta 5 doveva essere uno degli ingressi principali alla città e conduceva direttamente al grande santuario delle divinità ctonie. Essa era attraversata da una carreggiata stradale che si innestava nell’importante arteria di direzione est-ovest che si collegava a Porta 2. La porta era difesa da un torrione posto ad Ovest e da due torri minori poste ai lati dell’ingresso e di poco arretrate. Presso l’accesso è stato individuato un cunicolo sotterraneo – ipogeo – che era in collegamento con la Kolymbethra, l’invaso artificiale celebrato dalle fonti come luogo di estrema bellezza. Ad Ovest della porta, addossati al lato esterno delle mura, sono visibili i resti di un quartiere artigianale, probabilmente legato al santuario, con fornaci per la produzione delle statuette di terracotta votive. <break time="3s"/></emphasis></prosody></prosody></prosody></speak>