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Come sarebbe bello vivere su un'isola deserta! Un'isola sperduta in mezzo all'oceano, senza nessuno, senza anima viva. Senza tasse da pagare, senza assicurazioni per la casa e per l'auto, senza file in banca o al supermercato. Senza traffico, senza macchine, senza vigili urbani. Senza avvocati, senza notai, senza commercialisti. Senza telefoni, senza semafori. Solo mare, sabbia e palme. Se potessi, mollerei tutto e ci andrei anche domani! Sono stufo di questa vita. Non porterei con me molte cose: troverei un'isola deserta dove fa caldo tutto l'anno, così non avrei bisogno del riscaldamento, e neanche dei vestiti. Mi costruirei una capanna e starei tutto il giorno in costume da bagno. Addio giacca, addio cravatta! Addio per sempre! Mangerei tutti i giorni frutta fresca e verdura. Imparerei a pescare. Forse porterei con me delle galline, e le alleverei. Insomma, mangerei solo cose sane e naturali. A parte questo, non farei niente; prenderei il sole tutto il giorno. Ovviamente non porterei il telefonino, altrimenti la gente comincerebbe a telefonarmi e mi chiederebbe di tornare a casa. Porterei anche tutte le medicine necessarie; così, se mi ammalassi, potrei curarmi da solo. Però, ora che ci penso, le medicine hanno una data di scadenza. Cosa farò quando saranno tutte scadute? E se per esempio avessi bisogno di togliermi l'appendicite? Non posso mica operarmi da solo. È un bel problema, non ci avevo pensato, Non c'è niente da fare: dovrei portare sull'isola deserta anche il dottor Rocchi, il mio medico. Speriamo che sia d'accordo. Se venisse con me sull'isola, infatti, perderebbe un sacco di clienti. Ora che ci penso, il dottor Rocchi è sposato: sicuramente porterebbe anche sua moglie. La moglie del dottor Rocchi porterebbe sua madre, e la madre della moglie del dottor Rocchi porterebbe il suo cane, un vecchio barboncino isterico. Ma non è tutto: il dottor Rocchi ha anche una figlia. Lei porterebbe il suo ragazzo, che gioca a pallacanestro, e lui sicuramente porterebbe la sua squadra di pallacanestro. I ragazzi della squadra di pallacanestro porterebbero le loro ragazze, e le ragazze porterebbero i loro genitori, le loro amiche e i genitori delle loro amiche. Tutta questa gente, sull'isola deserta, avrà bisogno di dentisti, di commercialisti, di idraulici... e tutti, poi, porterebbero i loro amici e i loro parenti. Forse servirebbe anche un veterinario per il cane della suocera del dottor Rocchi (e per le mie galline). Tutti vorrebbero lavorare, guadagnare soldi; non potrebbero mica prendere il sole tutto il giorno. La sera, poi, vorrebbero divertirsi, andare al cinema, al ristorante cinese. Bisognerebbe costruire degli appartamenti, aprire dei negozi. Ci sarebbero di nuovo file alla posta, ingorghi, vigili urbani e semafori. Io non potrei più andare in giro in costume da bagno, dovrei di nuovo mettermi la giacca e la cravatta. Così, piano piano, uno dopo l'altro, tutti si trasferirebbero sulla mia isola. L'isola deserta diventerebbe un caos di macchine e motorini (specie all'ora di punta), piena di gente che și affretta da qualche parte. Proprio come la città adesso. La città, invece, se tutti si trasferissero sull'isola deserta, diventerebbe improvvisamente vuota. Una città senza nessuno, senza anima viva: poco a poco l'erba crescerebbe sopra l'asfalto, e gli animali selvatici passeggerebbero per le strade. Una città senza file, senza ingorghi, senza vigili urbani; senza avvocati, senza notai, senza dentisti. Come sarebbe bello, allora, vivere in città!