Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
Ricordo una volta in cui chiesi di andare in bagno, e una di quelle donne venne con me ad accompagnarmi. Quando sono rientrata nella sala da pranzo, tutti gli ospiti si sono voltati verso di me e io mi sono sentita osservata senza sapere perché. Poi mi hai preso la mano per aiutarmi a salire su una sedia, e in quel momento ho capito perché avevo attirato l’attenzione dei presenti. Il vestitino che prima era colorato di giallo, si era trasformato in un’esplosione di fiori, simile a quella dei cappelli delle tue amiche. Quella per me e stata un’esperienza davvero straordinaria che ricordo ancora oggi. Penso che quella trasformazione sia stata opera di Belinda, la ricordi mamma? Era una delle tue amiche, quella che arrivava sempre in ritardo ai vostri appuntamenti. Lei per me era la più bella, e io l’ammiravo molto. Tutte le volte che la incontravo mi diceva sempre che era la zia, ma io con le parentele sono un disastro e mi confondo facilmente. Ancora adesso se non guardo le fotografie, difficilmente riesco a ricostruire la giusta consanguineità. Era davvero mia zia? Scusa, lo so che adesso non è il momento di mettere a dura prova la tua memoria, cercando di farti rivivere quegli episodi, ma sono convinta che presto, anche se la malattia che ti ha intaccato la memoria sarà un po’ difficile da sconfiggere, ritornerai la mamma che eri prima e che mi ha sempre protetto e amato. Credimi, non devi preoccuparti se adesso hai ancora dei ricordi incompleti e questo, ti fa sembrare superficiale. Dovresti solo considerare il fatto che a volte agisci senza pensare alle conseguenze delle tue azioni, non solo verso te stessa, ma anche e sopratutto con le persone che ti circondano e che ti amano tanto. Pensa per un momento che cosa accadrebbe premendo accidentalmente un tasto sbagliato. Magari potrebbe attivarsi la cancellazione di tutto il contenuto della memoria del mio cellulare. Questo non te lo perdonerei, mamma, e proprio perché me l’hai fatto notare farei meglio a prendere immediatamente delle precauzioni. Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda di prima, si, gli amici della compagnia con cui sto uscendo sono quelli che hai visto nelle foto. Rilassati, e non fare quell’espressione. Nessuno di loro è ricco, quindi non devi stare in pensiero per me perché è proprio tutto come piace a te. Tuttavia non capisco perché hai tutto quel risentimento con quel tipo di persone. Anche noi, quando c’era papà, con tutto quello che guadagnava eravamo più che benestanti, eppure non ti sei mai lamentata di tutto quel denaro.” “In realtà questo è vero, ma non è colpa mia se tu non ti sei mai interessata cercando di capire che fine facevano tutti quei soldi.” rispose duramente sua madre. “Certo che no, mamma, ma questo non lo potevi proprio pretendere perché io all’epoca ero poco più che una ragazzina, e non era compito mio seguire le questioni economiche della nostra famiglia.” “Però non ti consideravi una ragazzina quando lo frequentavi, e nemmeno quando uscivi con lui. Quell’Andrea è stato molto furbo. Adesso non devi guardarmi in quel modo perché sai benissimo che sto dicendo la verità. Anche se ho problemi di memoria, lo ricordo ancora perché era la sera della festa. La nomina a primario di tuo padre. Lui è entrato di nascosto in casa nostra. Pensava che nessuno l’avesse notato, ma io li conosco bene i tipi come lui, e lo tenevo d’occhio da ancora prima che incominciasse a frequentarti.” “Mamma, per favore, non continuare con questa storia. Se non sai come è successo, perché spari sentenze senza motivo? Gli ho chiesto io di venire, volevo che anche lui vedesse cosa stava facendo papà. Comunque adesso è davvero tardi e non posso continuare con questa conversazione, devo proprio andare. Cerca di ricordare che è grazie a te, ai tuoi discorsi mattutini come questo, se arrivo sempre in ritardo al lavoro. Vuoi sapere che cosa dice la signora Ruggeri, ogni volta che la incontro nei corridoi? Mamma, hai perfettamente ragione a fare quella espressione, ed è meglio lasciar perdere perché comunque non capiresti, e il mio ritardo rischierebbe di diventare biblico. Invece vorrei farti un’ultima raccomandazione. Comportati bene con Adelina, lo sai che ti vuole bene come se tu fossi sua madre, e se la esasperi con i tuoi soliti comportamenti, non so proprio se e dove riuscirò a trovare un’altra ragazza che può prendersi cura di te in un modo così speciale come lei riesce a fare quando deve prendere il mio posto.” La donna sorrise di nuovo, e poi prima che Blu uscisse le chiese se come al solito aveva con se il foglio bianco. Blu annuì con la testa e mentre lo faceva, sua madre le sistemò la treccia di capelli che lei amava tenere penzolante davanti alla spalla sinistra, proprio in direzione del cuore, dicendole: “Devi smettere di fumare! Non negare, è inutile. Lo percepisco standoti vicino, persino dai tuoi capelli.” Blu non rispose e baciò sulla fronte sua madre. Uscendo incrociò nel vialetto Adelina. Le due ragazze si scambiarono un cenno d’intesa e ciascuna proseguì nella propria direzione. Blu attese che Adelina entrasse in casa e poi salì in auto, e mentre stava andando al lavoro, come ogni mattina, come ogni momento della giornata, pensò ad Andrea. Si erano conosciuti una decina di anni prima, quando avevano all’incirca diciassette anni, e anche se si erano frequentati per poco tempo, lei sapeva tutto di lui. Poi un giorno, per ragioni sconosciute, Andrea partì con i suoi genitori e non tornò più. Quello che Blu non capiva era il motivo di quella improvvisa partenza e, sopratutto, non immaginava perché non aveva trovato nemmeno il tempo per salutarla, per rassicurarla che sarebbe tornato e che lei avrebbe dovuto aspettarlo. A lei però, piaceva molto vivere e e sognare a occhi aperti con l’idea, con la speranza che fosse tornato da un momento all’altro, ma più il tempo passava, più Blu, suo malgrado, si rendeva conto che quello forse era solo un suo desiderio e chissà, magari Andrea si era sistemato definitivamente con qualche ragazza del luogo in cui si era stabilito con la famiglia, e a lei non riservava più nemmeno un pensiero. Quindici minuti dopo, Blu era arrivata alla pinacoteca dove lavorava e, appena varcata la soglia, una sua collega le disse che la direttrice l’aspettava nel suo ufficio. Blu stava lavorando alla pinacoteca per restaurare un dipinto che aveva realizzato suo padre. Il quadro denominato “Il Bosco” si era rovinato per un incendio scoppiato all’interno della canonica di Triora. L’incendio capitò circa un anno dopo la partenza di Andrea. Quell’opera era veramente particolare per quello che rappresentava, per le parole che aveva detto suo padre e per altri aspetti, Blu lo considerava un vero mistero.