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Interno del Duomo di Monreale La pianta del Duomo di Monreale è a tre navate, che terminano nel transetto e nelle tre absidi situate in fondo. L’orientamento della chiesa segue i canoni della teologia orientale, ovvero l’ingresso è orientato a Ovest, mentre l’abside con il presbiterio e l’altare sono orientati ad Est. Questo simboleggia l’ingresso dal Mondo delle tenebre e del peccato dove tramonta il giorno e si va verso la luce, dove si viene accolti da Gesù. Le tre navate sono divise da 18 colonne antiche, risalenti all’epoca romana, ornate con capitelli e divinità. Tutte le colonne sono realizzate in granito grigio tranne una, la prima a destra entrando dall’ingresso principale, che è in marmo cipollino. Questa scelta ha un significato ben preciso: le colonne in granito indicano Dio che sorregge la Chiesa, mentre quella in marmo cipollino, più povero, indica l’uomo che contribuisce in piccola parte. Il soffitto del Duomo di Monreale è interamente in legno policromo. La parte che sovrasta la navata centrale è a forma di carena di nave, formato da enormi tronchi scolpiti e decorati con fregi d’oro. Man mano che ci si sposta la forma varia da capriata a volta o a cupola a seconda della zona da mettere in risalto. Nella parte centrale del transetto invece si trovano decorazioni a forma di stalattite dorata, finemente ed elegantemente lavorata e tipica dell’arte araba. Il tetto originale purtroppo è stato rovinato da un disastroso incendio nel 1811 ed è stato in seguito restaurato, rispettando fedelmente il disegno originario. L’organo a canne risale al 1967 ed è stato costruito dalla ditta Fratelli Ruffati di Padova. È formato da circa 10.000 canne realizzate in mogano e leghe di metallo a base di stagno. La consolle del comando, la più grande al Mondo tra quelle spostabili, è in noce intagliato. Cristo Pantocratore La navata centrale è tre volte più ampia delle altre e termina dell’abside principale, dove si trova il meraviglioso mosaico raffigurante il Cristo Pantocratore, o Cristo benedicente. Secondo la teologia, il mosaico è una rappresentazione che unisce l’umano al divino. L’abito rosso rappresenta infatti la divinità, mentre il manto blu rappresenta l’umanità. La figura del Cristo Pantocratore è interamente circondata da un intenso e luminoso colore oro, che rappresenta la luce divina. Il Cristo è raffigurato con la mano sinistra alzata in segno di benedizione, con la classica posa dell’arte bizantina, e con la mano destra che regge un libro aperto. Sotto al mosaico del Cristo Pantocratore si trova il mosaico della Madonna col Bambino in trono, con la scritta Panacrontas (tutta santa), assistita da angeli e da apostoli. Le due navate laterali terminano nelle due absidi laterali dove sono rappresentate le storie di San Pietro e Paolo, che simboleggiano la chiesa e la predicazione. Nella cappella di San Pietro si trova la statua della Madonna del Popolo, che si narra sia stata realizzata nel tronco dell’albero di carrubo sotto il quale Guglielmo II si addormentò sognando la Madonna. I Mosaici del Duomo di Monreale La parte più famosa del duomo e quella che ti lascia letteralmente senza fiato è quella dei mosaici bizantini, che costituiscono la più grande decorazione di questo genere in Italia. Stiamo parlando di una superficie complessiva di oltre 6.340 metri quadri di mosaici, realizzati con tessere di pietra e tessere in vetro adagiate su fondo d’oro. I mosaici adornano tutte le pareti superiori della navata centrale e raffigurano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Si passa dalla creazione ad Adamo ed Eva, da Noè e l’Arca sino alla nascita di Cristo, dalla sua vita alla morte e resurrezione. La decorazione musiva aveva scopo didattico, ovvero di insegnare la fede in un momento storico in cui i libri erano copiati a mano e quindi la Bibbia era riservata a pochissime persone. La maggioranza della popolazione era analfabeta e quindi il mosaico, così come la pittura e la scultura, costituiva la Biblia Pauperum, la Bibbia dei Poveri. I Sarcofagi Reali In fondo alla navata laterale destra si trovano i sarcofagi reali, contenenti le spoglia dei Re Normanni Guglielmo I e Guglielmo II, padre e figlio. La più grande e ricca è quella del padre, voluta direttamente dal figlio, ed è realizzata in porfido rosso, materiale legato alla tradizione imperiale. Accanto si trova la tomba del figlio, più modesta sia nel materiale che nelle dimensioni. Entrambe le tombe sono state gravemente danneggiate dal disastroso incendio del 1811 e furono restaurate nel 1575 seguendo il disegno originale. Un’altra tomba completamente rifatta dopo l’incendio è quella di Margherita di Navarra, madre di Guglielmo I, situata in fondo alla navata di sinistra. Sempre lungo la navata destra si trova la Cappella di San Benedetto. In origine era dedicata a San Cataldo, ma quando nel 1561 vi fu trasferito l’altare di San Benedetto ne prese il nome. Al centro del soffitto si trova un ovale con il simbolo della Trinità, mentre le altre decorazioni sono realizzate con marmo bianco e stucco. Poco distante si trova la Cappella di San Castrense, costruita a fine ‘500 per ospitare le reliquie del santo patrono della città, portate a Monreale nel 1179 da Alfano, vescovo di Capua, come dono di nozze per Guglielmo II. Cappella del Crocifisso (Cappella Roano) La Cappella del Crocifisso fu realizzata tra il 1686 e il 1692 per volontà dell’Arcivescovo spagnolo Giovanni Roano. È un piccolo gioiello barocco, famoso per ospitare il Crocifisso Ligneo quattrocentesco donato da Guglielmo II e per essere la porta di accesso al Tesoro del Duomo di Monreale. La cappella è un tripudio di marmi colorati, colonne tortili e decorazioni ad intarsio sulle pareti e sul pavimento. Le decorazioni sulle pareti raffigurano il sacrificio di Cristo, mentre quelle sul pavimento raffigurano il profeta Giona che gettatosi nel mare per placare la tempesta, venne ingoiato da una balena che dopo tre giorni lo risputò indenne, simbolo di resurrezione e speranza di vita eterna. Tra le opere più importanti del tesoro ci sono diversi suppellettili liturgici, come un ostensorio, un pastorale e una palmatoria decorati con smeraldi, zaffiri e rubini, un reliquiario della Sacra Spina (della corona di Cristo), una cassettina di rame smaltato del XIII secolo, e un evangeliario realizzato ai tempi di Guglielmo II.