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L'ostrica è un mollusco bivalve che vive a basse profondità, abbarbicata alle rocce (e alle sue abitudini) o ad altri corpi solidi (di solito donne se l'esemplare è intossicato dall'alcool). La specie Ostrea lucanus è perlifera. La Perla può raggiungere dimensioni ragguardevoli, ma può costituire un ingombro per l'esemplare. Molto apprezzata nella cucina mediterranea, quando omaggia i fortunati con le sue doti culinarie. L'ostrica è un ermafrodite sequenziale alternato, cioè cambia sesso in base alle necessità riproduttive, sebbene non si abbiano dati riguardo la specie Ostrea lucanus, che pare essere un'eccezione nel genere di appartenenza (a meno che future segnalazioni non provino il contrario). Lo stadio giovanile viene definita veliger, il quale attraversa una fase pelagica, durante la quale può essere disperso dalle correnti d’acqua e coprire grandi distanze (da qui il desiderio di viaggiare che permane nello stadio adulto nella specie in questione). Una piccola curiosità: nel romanzo di Giovanni Verga è presente l'ideale dell'ostrica. Nel concetto dell'autore, finché i contadini vivono protetti dall'ambiente che li ha visti nascere e crescere, finché credono e rispettano i valori in cui hanno creduto e che hanno rispettato i loro padri, allora, anche se poveri, sono al sicuro. Il problema nasce quando cominciano a provare il desiderio del cambiamento, il desiderio di migliorare, di progredire. Come l'ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov'è nata, così l'uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere smànie di miglioramento. Un ideale che ben si adatta alla specie Ostrea lucanus, spesso divisa tra la sicurezza del suo scoglio e il forte desiderio di allontanamento tipico dello stadio veliger.