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Il 10 luglio ‘43 avvenne lo sbarco alleato in Sicilia. L’arrivo degli Alleati non venne visto dagli italiani come un’invasione: erano ormai grandi l’insofferenza per la guerra, con i sacrifici e le privazioni che comportava, e la stanchezza per il fascismo che aveva voluto la guerra, la quale, alla prova dei fatti, si era rivelata un conflitto molto diverso da quello che emergeva quotidianamente nelle dichiarazioni propagandistiche del regime. Nella primavera e nell’estate del 1943 furono inoltre effettuati dei bombardamenti da parte degli Alleati contro l’Italia fascista. Venne colpita pesantemente Reggio Calabria. Il 19 luglio del 1943, fu bombardata anche Roma. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, si riunì il Gran Consiglio del Fascismo (l’organismo creato dal regime per raccordare il governo al partito fascista) e i suoi membri votarono un ordine del giorno che chiedeva le dimissioni del duce. A questo punto il re colse l’occasione per fare arrestare Mussolini, con l’intento dichiarato di preservarne l’incolumità personale (caduto il fascismo, il suo capo diventava esposto ad attacchi e ritorsioni). Il 25 luglio 1943 è dunque la data in cui cade il fascismo. Dopo le forzate dimissioni e l’arresto di Mussolini, il re affidò il governo al maresciallo Badoglio. L’idea di Badoglio era di ricostituire la situazione precedente al Ventennio fascista, come se la complicità tra la Corona e il fascismo potesse essere cancellata. Alla notizia della caduta del fascismo ci furono manifestazioni di giubilo nel Paese e si pensò che anche la guerra fosse finita, ma Badoglio si affrettò a dichiarare in un proclama agli italiani: “la guerra continua e l’Italia resta fedele alla parola data”. Ciò serviva a rassicurare gli alleati tedeschi, che però nutrivano dei dubbi sulla fedeltà degli italiani e infatti già da tempo preparavano un’operazione di invasione della penisola in caso di tradimento (l’operazione “Alarico”, dal nome del capo germanico che aveva invaso l’Italia nel Medioevo). In effetti, mentre da una parte si rassicuravano i tedeschi che la guerra sarebbe continuata al loro fianco, dall’altra il re cominciò a trattare segretamente con gli Alleati una pace separata. Gli Alleati, inoltre, per spingere l’Italia alla resa, nella seconda metà di agosto, continuarono i bombardamenti su alcune città italiane. Alla resa si arrivò il 3 settembre 1943, quando a Cassibile (in Sicilia) venne firmato l’armistizio con gli Alleati, che prevedeva la resa incondizionata dell’Italia, cioè una resa completa e definitiva, senza alcun margine di contrattazione. L’armistizio, firmato il 3 settembre, non venne per il momento reso pubblico. Si cercò di prendere tempo e di ritardare la diffusione della notizia per evitare la reazione dei tedeschi. Ma gli Alleati, che non avevano le stesse preoccupazioni degli italiani e che seguivano i propri piani strategici, decisero di indurre il governo italiano ad affrettarne la comunicazione, che avvenne l’8 settembre 1943. Nel Sud, territorio dove erano sbarcati gli Alleati e passato sotto il loro controllo, si formò il Regno del Sud, con centro a Brindisi, dove si era trasferita la monarchia dopo l’armistizio. Il 12 settembre 1943 Hitler liberò Mussolini, che si trovava prigioniero sul Gran Sasso dopo l’arresto da parte del re, e lo mise a capo del rinato governo fascista nel Nord Italia che prese il nome di Repubblica Sociale Italiana (RSI) o Repubblica di Salò (nata il 23 settembre 1943).