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La motivazione principale per la quale ho intrapreso questo percorso per diventare insegnante di sostegno è in verità molto semplice ed è maturata nel tempo. 1)Fondamentale sono le esperienze che ho acquisito negli ultimi 3 anni nell’insegnamento sul sostegno. Sicuramente un presupposto importante è che nei rapporti di relazione ho sempre dato molta importanza ai valori umani e all’empatia cercando di pormi con umiltà nell’ascoltare e comprendere le problematiche e le esigenze delle persone anche delle più svantaggiate, cosa che tra l’altro mi ha consentito di costruire degli ottimi rapporti umani. Tuttavia, fermo restando l’aspetto empatico, per me è stata fondamentale l’esperienza che ho acquisito lavorando nella scuola come docente di materia e poi negli ultimi tre anni dove ho sono stato impegnato come insegnante di sostegno in cui ho cercato di dare il mio personale contributo per supportare, accompagnare e guidare l’alunno con disabilità nel percorso didattico, educativo e formativo, alunno che è sempre stato centrale nel processo di apprendimento, attivo costruttore delle proprie conoscenze. Queste esperienze mi hanno insegnato molto ed ho capito che c’è tanto da imparare, con fatica e studio,ma anche con passione ed entusiasmo sapendo che ogni alunno rappresenta un mondo a se e non si possono fare paragoni. Ogni alunno si presenta con la sua speciale normalità, come dice Dario Ianes, normalità intesa come bisogno di essere come gli altri, la specialità intesa come accoglimento dei bisogni soggettivi presenti in ogni bambino o ragazzo. Ed il ruolo dell’insegnante di sostegno è proprio di colui che deve cogliere suoi questi bisogni, promuovere l’inclusività e l’integrazione. Deve promuovere un rapporto di empatia, deve essere un buon ascoltatore, un facilitatore, una guida, deve supportare l’alunno, incoraggiandone la metacognizione, e stimolandone le capacità critica, ma al centro del processo di apprendimento deve sempre rimanere l’alunno, attivo costruttore delle proprie competenze. Esperienze e citazione dei casi che ho avuto tipo Antonio, G., e partecipazione alle attività tipo GLO, consultazione di diagnosi funzionale, di PDF, confronto con le figure che partecipano al GLO, con i genitori, neuropsichiatra infantile, etc 2) Ruolo dell’insegnante di sostegno L’insegnante di sostegno, è docente di classe, dal momento che è il docente che avrà più ore in classe rispetto agli altri docenti e pertanto entra più in comunicazione con ragazzi che spesso hanno una sensibilità diversa, dando voce a chi spesso non ce l’ha, dando orecchie a chi spesso non le vuole o non le sa usare. Conosce meglio degli altri le dinamiche presenti in classe. L’insegnante di sostegno non sta di fronte alla classe, ma sta con la classe, di fianco, si confronta con più insegnamenti e pertanto è più attento alle dinamiche presenti in classe e in particolare nei confronti degli alunni disabili e bes. Colui che viene sempre incontro ai ragazzi ed ha una visione più completa della classe. Essere un insegnante di sostegno non può essere una scelta dettata solo da una predisposizione naturale ad aiutare i più svantaggiati o da una vocazione nel sociale, ma è fondamentale possedere delle competenze specifiche. 3)Importanza dell’uso delle nuove tecnologie. Le nuove tecnologie, nuove metodologie didattiche, giochi didattici, filmati, audiovisivi, ebook, attività interattive, kaout, wordwall, canva per le ricerche etc, stimolano l’apprendimento attraverso il gioco didattico In definitiva ho potuto constatare il profondo cambiamento culturale che ha avuto la scuola e la società che soltanto pochi decenni fa, al periodo della mia infanzia era impensabile ponendo un’attenzione sempre maggiore ed una sensibilità crescente alle problematiche dei ragazzi diversamente abili e bes. Questo cambiamento culturale e una sensibilità sempre maggiore ai fenomeni di integrazione ed inclusione, che peraltro ha accompagnato anche la legislazione scolastica nel lento cammino per l’inclusione, personalmente li ho avvertiti molto e li sento molto vicini a me ed è questo il motivo prioritario per il quale ho intrapreso questo percorso cercando di dare il mio personale contributo per supportare e sostenere come docente i ragazzi con disabilità. 4) Collegamento con autonomia scolastica In merito alla traccia che ho sviluppato nello scritto ovvero l’autonomia scolastica. La scuola proprio grazie alla sua autonomia, declinata sotto le varie forme, ovvero didattica, finanziaria, organizzativa oltre che di ricerca,sperimentazione e sviluppo, a maggior ragione è più attenta alle esigenze del territorio ed in particolare dei disabili, dei bes, degli svantaggiati. L'atto di indirizzo del MIUR dell’8 settembre 2009, ribadisce la necessità di porre la "massima attenzione all'inclusione" degli alunni con disabilità e agli stranieri. La scuola è luogo di apprendimento e, insieme, di costruzione dell'identità personale, civile e sociale. L’autonomia segna il passaggio importante in cui la scuola mira di essere inclusiva, passa da un modello rigido ad un modello dinamico con organizzazione e gestione delle varie attività paragonabile ad una azienda. Da qui una scuola che possa rispondere adeguatamente ai bisogni educativi degli studenti ed alle delle famiglie e del territorio. L’autonomia scolastica, secondo l’Atto di indirizzo (8 settembre 2009) per la riforma del primo ciclo si configura come un articolato dispositivo di mezzi, di opportunità e di risorse per raggiungere l’obiettivo prioritario del successo scolastico delle giovani generazioni. In coerenza con gli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione e nel rispetto della libertà di insegnamento, delle scelte educative e formative dei genitori e del diritto ad apprendere degli studenti, l’autonomia è lo strumento e la risorsa attraverso cui adottare metodi di lavoro, tempi di insegnamento, soluzioni funzionali alla realizzazione dei piani dell’offerta formativa e alle esigenze e vocazioni di ciascun alunno. L’autonomia organizzativa consente di dare al servizio scolastico flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia e di realizzare l’integrazione e il miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, anche attraverso l’introduzione e la diffusione di tecnologie innovative.