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Nell'anno 1780 di conoscenze scientifiche non ve n'erano tante, malgrado l'uomo fosse giunto ad un livello di sviluppo molto elevato. Ogni singolo soggetto che passava per la strada nuova della cittadina d'Ovisnigra, non poteva far altro che dare un'occhiata alla magnificenza della villa del futuro conte d'Ovisnigra, l'illustrissimo Ferdinando Monti, figlio sia di madre pecuniosa che di padre pecunioso. Sozzerie d'ogni tipo accadevano in una villa di cotanta magnificenza, pur se inizialmente potesse parvi altro, ma bisogna anzitutto asserire che tale abitazione fosse ben curata da due sole persone: l'illustrissimo Ferdinando Monti, ed una di cui non si sa molto tralasciando alcuni suoi dati anagrafici, quali ad esempio il nome, gli anni, luogo in cui nacque. Possiamo dire che il futuro conte Ferdinando Monti non possedesse tantissime qualità, ma aveva rispetto verso il prossimo, un'umiltà fuori dal comune che gli permise seguitate immense fatiche di vivere una vita tranquilla, pur sempre vivace e ricca di colpi di scena. Il giovine non aveva compiuto ancora vent'anni quando accaddero i fatti che ci apprestiamo brevemente a raccontare, ma si rivelava di già molto intelligente, sensitivo e riflessivo. Comunque v'erano, seguendo quel che ho detto pocanzi, degli aspetti non del tutto positivi, quali ad esempio la sua continua passione per i giochi da tavolo, e talvolta egli risultava molto sgarbato. Taluni di voi si staranno chiedendo il perché fosse tanto appassionato di giochi da tavolo, quali ad esempio gli scacchi, il suo gioco preferito in assoluto, ma se non vi si trovano problematiche a stare qualche tempo sulla scacchiera, bisogna in ogni modo dire che quand'era molto piccolo coinvolgeva negativamente, non ottenendo i risultati sperati alcuni suoi parenti, che invece non ne volevano proprio sapere di giochi richiedenti un ragionamento logico per provare a buttar giù il re avversario. Ferdinando dunque non poteva definirsi un giovine perfetto, come non lo era nessuno al suo tempo senonché Dio, architetto indiscusso dell'Universo e dei suoi segreti (che a quel tempo, ripetendo nuovamente, non erano ancora stati svelati). Ferdinando Monti se ne stava solo nel suo studio. Costui infatti era anche un grande appassionato delle stelle, dei pianeti conosciuti sino ad ora, ed ammirava moltissimo le teorie del grande Galileo, che riuscì anche scoprire diversi corpi celesti, osservandoli col suo telescopio. Anche il giovine Monti teneva nella sua prediletta stanza un telescopio, ed ogni volta che faceva buio inoltrato il buon Ferdinando s'apprestava ad occhiar per le sue lenti, cercando insistentemente di trovar anche lui qualcosa in un Universo zeppo di pianeti, stelle comete, lune ed ogni altra singola cosa vi si trovasse al suo interno. Ma ovviamente non sempre s'ottengono i risultati sperati, tant'è che il buon Ferdinando Monti diede sì uno sguardo in lontananza, ma non vi trovò mai qualcosa di nuovo e sconvolgente. - "Basta! Mi sono stancato di tener l'occhio manco saldo a veder le lenti del telescopio cercando di trovar qualcosa di cui neanche so l'esistenza. Meglio starmi dove sto, osservando pienamente la Luna piena, che almeno si vede ed è vicina, diversamente da quel che spero di trovare con immense fatiche!". Pochi mesi dopo, nell'anno 1782, diede notizia d'aver trovato un nuovo pianeta, che venne da lui chiamato subito Unano. Fu talmente felice che scrisse un libro intitolato: La mancanza di un punto di riferimento. Il tale scritto, oltre a discutere del pianeta, alludeva alla difficoltà di ritrovarsi soli, senza punti di riferimento quali Dio e la vita eterna, in un immenso Universo. Ma naturalmente aveva preso un grande abbaglio.