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L'interno è ad aula unica, priva di abside e di cappelle laterali. I muri perimetrali della navata sono movimentati da cornici e paraste con capitelli ionici molto lavorati e rifiniture dorate che sorreggono una trabeazione molto sporgente che segue senza interruzione l'intero perimetro della chiesa. L'atrio è stato adibito a battistero. Il fonte, all'ingresso della chiesa-edificio, ricorda che il battesimo inserisce il cristiano nella Chiesa-Comunità. Esso, con tutte le sculture in marmo e pietra interne ed esterne alla chiesa, è opera dello scultore locale Nicola Farina. Nella vasca è scolpita la colomba, simbolo dello Spirito Santo, a rappresentare, secondo le parole di Gesù a Nicodemo, che non si può entrare nel Regno di Dio se non si rinasce dall'acqua e dallo Spirito. Sul suo piedistallo, il Cristo Risorto con la vite e i tralci presentano il Battesimo come passaggio del cristiano dalla morte del peccato alla vita dell'amore, vissuta in Cristo, per portare frutti di fede, speranza e carità. L'altare e l'ambone hanno in comune la nube, simbolo biblico della presenza dello Spirito Santo, e gli angeli, messaggeri di Dio. Nella Messa, infatti, lo Spirito rivela Gesù come Maestro, indicato dalle tavole dei comandamenti poste tra gli angeli dell'ambone, che offre se stesso come Agnello nel sacrificio della croce, rinnovato sull'altare. Sotto di esso, infatti, l'Agnello è rappresentato sul libro con i sette sigilli dell'Apocalisse. L'azzurro, i colori solari e l'oro usati per la decorazione, esprimono che in questo luogo il Padre che è nei cieli rivela il Cristo come luce del mondo. Nelle pareti della navata, le tele, opera del pittore Costantino Di Renzo di Chieti, illustrano scene evangeliche. Il ciclo pittorico inizia a sinistra di chi entra con il quadro dell'Annunciazione, in cui Maria concepisce il Verbo per opera dello Spirito Santo, affidato alla custodia di Giuseppe, il cui sogno è raffigurato nel piccolo riquadro sottostante. Nascendo Cristo chiama tutti i popoli alla salvezza, rappresentato dall'adorazione dei magi, nell'arco sovrastante. Proseguendo, accanto all'altare, ecco la tela del Battesimo nel Giordano, dove Gesù, Agnello mansueto e obbediente a Dio fino al sacrificio della croce, è costituito unico e vero Pastore per i pascoli della vita eterna. Gesù viene ulteriormente raffigurato nel 1948 nell'arco sovrastante la tela dal pittore Ennio Bravo di Atessa, autore anche del Pietro salvato dalle acque, dell'Ultima Cena e delle tele di S. Silvestro e S. Sebastiano. La sequela di Gesù si realizza vivendo il messaggio di conversione, predicato già da Giovanni Battista, raffigurato nell'atto di predicare nel piccolo riquadro sottostante la tela. Sull'altare maggiore, la Trasfigurazione, sovrastata dall'Ultima Cena, esprimono come la partecipazione alla Messa realizzi la nostra trasfigurazione a immagine di Gesù, che sul monte Tabor manifestò che solo partecipando alle sue sofferenze si può entrare nella sua gloria. Il ciclo pittorico continua sulla parete destra, dove la mancanza di fede di Pietro, salvato dalle acque, e il dialogo di Gesù con la samaritana presentano la lotta spirituale del cristiano. Essi possono essere superati mediante l'ascolto della parola di Cristo e il servizio dei fratelli, sull'esempio di Maria e Marta, raffigurate nel piccolo riquadro sottostante. Nella campata di fondo, la tela della pietà rimanda al sacrificio ultimo di Cristo, accettato nella preghiera nell'orto degli ulivi, nel piccolo riquadro sottostante, per ottenere l'effusione dello Spirito Santo su tutti i popoli, rappresentato nell'evento di Pentecoste nell'arco sovrastante. Sulla volta la risurrezione e l'ascensione di Gesù al cielo, con i quattro evangelisti e le loro figure simboliche (l'angelo per Matteo, il leone per Marco, il bue per Luca e l'aquila per Giovanni), richiamano il fondamento e il compimento della fede e della missione della Chiesa.