Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
Davanti alla chiesa si apre un piccolo slargo che dal lato destro affaccia su Via Probi, permettendone la vista dell'alto; dal lato sinistro permette il collegamento (attraverso un arco e un vicoletto laterale) con Via Santa Chiara. Si apre quindi l'ariosa e scenografica scalinata a doppia rampa, unica di questo genere in Abruzzo. Fu realizzata nel 1776 dal pennese Giovanni Antonio Fontana, su commissione dei frati che crearono un collegamento tra la chiesa e il Corso (visto che, come già detto prima, l'edificio è sopraelevato). C'è da notare come le due rampe della chiesa non siano perfettamente regolari: messe insieme formano una specie di rombo, ed entrambe sono intervallate da pianerottoli. Le due rampe, poi, hanno un particolare andamento curvilineo e questo crea ancor di più l'effetto "stupore" che sicuramente i frati volevano dare a tutti quelli che vi sarebbero passati davanti. Entrambe le rampe si concludono davanti a una piccola riproduzione della grotta di Lourdes, che si trova in un piccolo locale porticato ricavato proprio sotto la balconata principale della chiesa. Sappiamo che questo piccolo oratorio era stato costruito insieme alla scalinata, ma era ornato da nicchie con statue di santi in marmo. Una parte fu forse portata via dopo l'arrivo dei francesi, nel 1799; il resto andò perduto nell'Ottocento e nel 1866 (anno di soppressione del convento) erano ormai scomparse. Con il ritorno dei frati nel 1936, essi vi allestirono una piccola riproduzione della grotta di Massabielle, a Lourdes, con tanto di statua della Madonna. Questo piccolo "oratorio", chiuso da una piccola cancellata, è molto a cuore agli atriani: ogni qual volta vi passano si fanno il segno della Croce e spesso vanno a buttare qualche soldo presso la pozza d'acqua ai piedi della statua della Vergine. La scalinata della chiesa di San Francesco, grazie alla sua particolare posizione, è uno dei punti in cui turisti e atriani si sistemano per assistere al passaggio delle processioni, del corteo storico del 14 agosto e della Maggiolata del giorno seguente. Inoltre, la sera dell'8 dicembre, al passaggio della processione dell'Immacolata, dalla scalinata parte una cascata di luci e fuochi d'artificio: una tradizione portata dai francescani negli anni quaranta e recentemente ripresa in uso. La scalinata è stata oggetto di restauri tra il 2002 e il 2003. Il lato sinistro è visibile solo parzialmente, perché il resto è coperto dalle costruzioni che vi sono addossate. Su questo lato una struttura ad arco mette in comunicazione la chiesa con il convento: è il cosiddetto Arco dei Francescani, costruito nel Trecento sui resti di una porta del circuito murario altomedievale (periodo in cui il centro storico era molto più piccolo di oggi). Sotto l'arco si trova lu mammocce, ovvero la tomba di Giacomo di Lisio (1415), ultimo podestà di Atri: la particolare conformazione che gli agenti atmosferici hanno dato alla figura del defunto scolpita sopra la lastra ha scatenato la fantasia popolare che ha usato lu mammocce come strumento di "paura" per i bambini. In fondo al lato sinistro si erge il campanile a vela del XIII secolo, che ancora mostra alcuni archetti pensili decorativi: esso conserva una campana datata 1265 (la più antica d'Abruzzo). Più interessante è il lato destro, che affaccia su gran parte di Via Probi. Innanzitutto possiamo vedere un piccolo portale del XV secolo, con un bassorilievo raffigurante San Francesco, che è allo stesso livello della strada perché prima delle trasformazioni settecentesche la chiesa non era rialzata. Quindi ci sono due grandi bifore gotiche, di cui una chiusa e l'altra utilizzata come balcone della sagrestia. Infine, dietro alle strutture della chiesa (si può notare il profilo dell'arco trionfale del presbiterio, chiuso) ci sono i resti della chiesa duecentesca.