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La potatura in arboricoltura, che è una disciplina tecnico-scientifica che si occupa della coltivazione degli alberi a fini produttivi e ornamentali, è importante per produrre tronchi da lavoro da collocare nella fascia di mercato più alta possibile. Generalmente si punta a realizzare assortimenti tondi che possano essere trasformati in piallacci ossia fogli di legno ottenuti per tranciatura o per sfogliatura. Come nelle altre discipline, la potatura deve essere eseguita seguendo un modus operandi, tenendo conto di vari fattori come il periodo meglio adatto per potare, le dimensioni dei rami e, non per ultima, la tecnica di taglio. Gli interventi sono necessari per dare al tronco da lavoro quelle caratteristiche che consentono di trasformarlo in segati, sfogliati o tranciati. A fine ciclo il tronco dovrà avere una certa lunghezza ed essere privo di brusche variazioni di diametro. La potatura a legno può essere effettuata sia quando la pianta non è in vegetazione, sia quando è in verde. Il momento migliore è quello tra la fine del periodo in cui si possono si verificare le ultime gelate e la nascita dei primi germogli. La potatura dev'essere eseguita prima che i rami superino i 3-4 cm di diametro e in certi casi, specie in terreni molto fertili o a riguardo di piante ad accrescimento più rapido, può essere necessario effettuare una potatura di controllo verso i rami più vigorosi. Per i primi 3 anni della pianta il taglio viene fatto con delle normali cesoie che devono essere sempre ben affilate in quanto un taglio che comporti anche la sfibratura di una parte del ramo ha come conseguenza una cicatrizzazione imperfetta. Generalmente è bene lasciare al giovane albero, dopo ogni potatura, una chioma che sia profonda almeno 1/3 dell’altezza totale della pianta. La potatura in generale è importante per permettere alle piante di avere una chioma più luminosa, un minor rischio di contrarre funghi e parassiti, un naturale ricambio tra legno vivo e morto all'interno dell'albero e una maggiore robustezza della pianta e resistenza alle intemperie. Questa pratica per essere ben eseguita richiede del personale qualificato e molto più tempo da dedicare ad ogni albero a differenza della capitozzatura che ne richiede meno ma è dannosa per le piante e dovrebbe essere eseguita solo per la messa in sicurezza. Invece in frutticoltura, la potatura non è importante solamente per i punti che ho elencato prima ma ha pure lo scopo di dare aria e luce ai rami e alle foglie perchè maggiori saranno le ramificazioni di un albero da frutto e minore sarà il nutrimento che la pianta riesce a fornire ai singoli rami. In queste piante, il periodo migliore per potare è la fine dell'inverno, quando le piante sono ancora senza foglie e sui rami sono già presenti le gemme di formazione e al tempo stesso le gelate sono ormai alle spalle. Prendendo come esempio l'ulivo, l'obiettivo della potatura è la distribuzione dei frutti in modo omogeneo su tutti i rami e smorzare la naturale attitudine dell'ulivo a produrre ad anni alterni. Le operazioni che vanno eseguite sono quelle di rinnovare la cima con tagli di ritorno, eliminare i succhioni e diradare e rinnovare la chioma. La potatura di produzione deve essere iniziata dall'alto verso il basso, la carica delle gemme a frutto deve essere in relazione alla vigoria della pianta, l’intensità della potatura è in diretta dipendenza con l’età della pianta, limitata nelle piante giovani, accentuata in quelle in piena produzione, e ancor di più negli alberi senescenti. Nella fase di produzione è di fondamentale importanza saper mantenere la forma e l’equilibrio vegeto-produttivo ed in questo la giusta intensità di intervento assume un ruolo fondamentale. Inoltre, bisogna ridurre al minimo i tempi attraverso un uso di macchine agevolatrici e dando la giusta priorità agli interventi da eseguire. TECNICHE DI ALLEVAMENTO Sempre riguardo alla frutticoltura e giustappunto all'ulivo, è una pianta molto diffusa in Sardegna. L'albero è assai longevo, può vivere infatti per diverse centinaia di anni; in condizioni favorevoli è in grado di raggiungere i mille anni di età. E' una pianta sempreverde con un fusto cilindrico e piuttosto contorto. La sua corteccia ha un colore grigio scuro ed il legno che se ne ricava è molto pesante. Le radici dell'olivo sono possenti,rimangono in superficie e non vanno mai oltre i 100 cm di profondità. Le foglie sono molto piccole ed hanno una forma lanceolata di colore verde glauco. Il frutto, l'oliva, è una drupa di forma ovale che può pesare fino a 3 grammi; l'olio che se ne estrae è contenuto nella sua polpa al 25-30%. L'albero dell'olivo ben si adatta ad un clima mite, come quello mediterraneo, ma non troppo umido. E' una pianta che teme gli sbalzi termici eccessivi, quindi per la coltivazione si prediligono zone in cui la temperatura non scenda sotto gli zero gradi centigradi. L'olivo deve inoltre necessariamente essere esposto alla luce diretta del sole altrimenti l'ombra rallenterebbe notevolmente la crescita delle olive. Non ha bisogno di troppa acqua; in estate è sufficiente innaffiarlo una volta la settimana, mentre nel periodo invernale ha bisogno appena di un po' d'acqua giusto due volte al mese a patto che il terreno non ristagni. La pianta deve essere posta in semenzaio nei mesi di luglio e agosto e potrà essere trapiantata dopo l'inverno. Il periodo di maturazione delle olive può variare da zona a zona; solitamente la raccolta delle olive avviene intorno ai mesi di ottobre e novembre. Un olivo maturo è in grado di produrre circa 15- 25 kg di olive ogni anno. Esistono principalmente due metodi differenti per la raccolta: la brucatura a mano e la pettinatura. Il primo consiste nel raccogliere le olive a mano direttamente dall'albero e richiede più tempo e molta pazienza in più rispetto al secondo. Quest'ultimo invece avviene attraverso un pettine di legno, in grado di staccare le olive direttamente dai rami. Le olive cadranno a terra, dove sarà stato previamente disteso un apposito telo per la raccolta.