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Perché un mito tenace fa di G. una pastorella: mito che comincia ad alimentarsi nel 1429. In realtà, era figlia di contadini, ma molto agiati. Tutto quello che era lontano dalla civiltà, era visto come sospetto, la pastorizia era sospetta, caratterizzata dall’isolamento. Quando è stato rivisto il processo (1456) sono stati interrogati tutti i testimoni. Di tanto in tanto succedeva che con gli altri bambini guardasse le greggi per evitare che scappassero. Ma nessuno giurò che lei era una pastorella. Lei veniva raccontata così nelle cronache storiche e nei testi letterali: il mito di Jeanne come pastorella si alimenta da subito per delle ragioni simboliche. Con il 2 processo questo mito non viene smontato perché nella Bibbia Dio sceglieva i pastori. E questa immagine pastorale che va ad alimentare la mitologia di G. anche durante la terza Repubblica e vengono alimentati una serie di racconti. Sempre fonti letterarie sono le scene in cui saluta le sue greggi per dirigersi verso un mondo in cui tradimento e ipocrisia regnano sovrani: lei che non ha conosciuto altro che l’innocenza. Una parte della monarchia vede in Jeanne una pastorella perché è una profetessa (vivere ai margini) e perché faceva parte degli eletti da Dio, i poveri. Siamo in una società fortemente disuguale e ovviamente c’è un abisso tra lei e il Re, reso ancora più ampi dalla mitologia che si crea intorno alla sua figura. In paradiso “gli ultimi saranno i primi”. Queste sono alcune delle false credenze che si sono alimentate su Giovanna d’Arco. Il 16 maggio 1920 viene proclamata Santa e i monarchici vorrebbero che la sua festa diventasse nazionale. Dopo il 1820 che ricomincia il culto di Giovanna d’arco: restaurata la sua casa natale, esaltata dagli storici, statua in suo onore a Orleans… Mito difensore della Francia. Figlia del popolo, patriota che libera i territori, bruciata da territorio ecclesiastico. Il paradosso è che è venerata anche dai cattolici, soprattutto dalla destra nazionalista monarchica. La festa di G. cade l’8 maggio commemorazione. Il fatto che venga canonizzata e poi santificata fa di che la sua figura venga accettata anche dalla parte cattolica del Paese, ma il compimento di questo mito si ha con la prima Guerra mondiale quando le due Francia (cattoliche e atee) si conciliano. Jeanne d’Arc diventa simbolo della patria, della riconciliazione della Chiesa e Stati francese che avviene in virtù della prima guerra mondiale