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IL DIRITTO CANONICO Ha una grande importanza evidente e innegabile nell'età intermedia. Da un contributo allo sviluppo della tradizione giuridica occidentale. Da vita ad un movimento di recupero dello studio riguardo alle fonti e ai documenti in merito, non necessariamente di natura giuridica. All’indomani della riforma gregoriana e della rivoluzione pontificia, cominciano ad apparire delle raccolte, dei canoni promosse dagli esponenti del clero. Ivo Di Chartres scrive tre importanti compilazioni: il Decretum, la Panormiae infine la Tripartit. affronta l'ardua impresa di armonizzare le leggi canoniche, disperse in una miriade di collezioni e decreti compendiandole in tre compilazioni. La raccolta che avrà più successo sarà il Decretum Gratiani (in realtà Concordia discordantium canonum) (sottotitolo: ac primum de iure nature et constitutionis), raccolta di fonti di diritto canonico redatta e periodicamente aggiornata da Graziano e composta di più trattati, con cui l'autore risolse le antinomie emerse negli oltre mille anni di storia delle norme giuridiche della cristianità (decreti conciliari compresi), tra materie processuali, tributarie, civili, amministrative/ordinamentali, penali, penitenziali e sacramentali, che nel tempo erano diventate contrastanti tra loro. Probabilmente risalente al 1140 perché conteneva i canoni del primo concilio lateranense del 1123 e del secondo del 1139 ma non conteneva quelli del terzo 1179. Si sa poco di Graziano. Fu monaco. Uno studioso svedese Anders w. notò che dai manoscritti del decreto erano più brevi del decretum che conosciamo. Si pensò allora che i manoscritti abbreviati fossero una sorta di riassunto compilati postumi. Però Anders notò che erano manoscritti autografi. Il decretum sorge nel 1140 come contributo aperto al quale si potevano aggiungere elementi, la versione definitiva del decretum che conosciamo risale quindi al 1150 in cui la compilazione assume un significato particolare. All’interno ci sono anche dei dicta, commenti personali di Graziano. Il testo di Graziano appare a Bologna mentre Irnerio apriva le scuole di diritto romano, e la chiesa sente l’esigenza di contrapporre al testo giustinianeo un testo di diritto canonico altrettanto stabile, ecco perché il decretum gratiani diventa oggetto di studio. Cosa raccoglie nel decretum? Passi delle sacre scritture, canoni conciliari anche antichi, passi dalle opere dei padri della chiesa soprattutto di sant’Agostino. Raccogliere questi passi ne muta la natura, sant’Agostino non era né legislatore né papa ma un filosofo cristiano e le sue opere illustrano come un cristiano debba comportarsi. Anche qualche norma del diritto romano, qualche decretale pontificia, lettere papali. Il Decretum gratiani nasce come opera di un privato, si afferma poi con il tempo grazie alla autorevolezza. E i dicta diventano allora opinioni autorevoli. Comincia infatti ad essere glossato da Giovanni Teutonico, Glossatore canonista di origine germanica, fra i maggiori della prima metà del sec. 13º(La sua opera maggiore è la glossa ordinaria al Decreto di Graziano del 1216 ) Si aggiungono altre glosse a metà del secolo successivo da Bartolomeo da Brescia, canonista, Studiò a Bologna; La sua opera principale fu il rifacimento e completamento della glossa di Giovanni Teutonico al Decretum di Graziano, la quale, così adattata, fu riconosciuta poi come glossa ordinaria. Si sviluppa la scuola dei decretisti che scrivono summae, partono da Bologna (In epoca medievale con decretista si indicavano gli studenti ed i dottori di diritto canonico). Il nome ha ovviamente origine dal Decretum, considerato il primo passo verso lo studio del diritto canonico scisso, anche se non totalmente, dalla teologia, nonché primo tentativo di conciliare le contraddizioni dei Testi sacri in maniera coerente e logica. Tale termine è stato poi esteso alla corrente giuridica culturale medievale riguardante il diritto canonico, indicata come decretistica. Si noti dunque che a Bologna ci sono i civilisti con la scuola di irnerio che si riferscono al testo giustinieaneo e i canonisti che si riferiscino al decretum gratiani. Il primo passo in apertura del decretum di graziano, si tratta di un dictum ( una opinione ) che commenta il canone primo del decretum gratiani tratto da ‘’Le Etimologie’ di Isidoro Di Siviglia (Una autorità per graziano, nel decretum si note che è una fonte di riferimento, diversi canoni vi sono tratti). Prima colonna, Distinxio prima: - distingue la lex divina dalla lex humana. Diuinæ leges natura, humanæ moribus constant. Omnes leges aut diuinæ sunt, aut humanæ. Diuinæ natura, humanæ moribus constant, ideo que he discrepant, quoniam aliæ aliis gentibus placent Lex divina: si fonda nella natura, è contenuto nella legge mosaica, nelle sacre scritture e nel vangelo, in virtù del quale è ordinato di fare agli altri ciò che si vuole verso se stesso, è proibito fare agli altri ciò che non si vuole venga fatto a sé stessi‘’ Lex humana: si fonda sui modus e sulle consuetudini e sono differenti da un popolo all’altro. È per natura locale e non universale. Su modus e conduetidini scrive: C. IV. Quid sit mos. [Isidor. eod. cap. 3. et lib. II. c. 10]. Mos autem est longa consuetudo, de moribus tracta tantumdem. C. V. Quid sit consuetudo. [Isidor. eod. cap. 3. et lib. II. c. 10]. Consuetudo autem est ius quoddam moribus institutum, quod pro lege suscipitur, cum deficit lex. Il popolo umano si regge dunque sul diritto naturale e sulle consuetudini. Poi distinzione tra Ius (diritto umano) e Pas (diritto divino). Fas lex diuina est: ius lex humana. in merito al diritto naturale: Quid sit ius naturale. [Isidor. eod. c. 4]. Ius naturale est commune omnium nationum, eo quod ubique instinctu naturæ, non constitutione aliqua habetur, ut uiri et feminæ coniunctio, liberorum successio et educatio, communis omnium possessio et omnium una libertas, acquisitio eorum, quæ celo, terra mari que capiuntur; item depositæ rei uel commendatæ pecuniæ restitutio, uiolentiæ per uim repulsio. Questa opinione di graziano non sarà molto seguita che preferirà un’altra connotazione, poiché Il diritto naturale non è comune a tutti gli esseri viventi, si riferisce agli essere umani figli della divinità. Si preferisce allora un’altra definizione di diritto naturale. Il diritto naturale come ‘’ vis insita ad facendum bonum ‘’: Una forza, uno stimolo interno alla natura umana instillato ad esso che lo spinge a fare il bene e ad evitare il male. Forza che sarà collocata in quella parte superiore di di ragione umana: singheresi. Quella facoltà propria di distinguere il bene dal male. È una facoltà che dio ha donato a tutti gli uomini. Il diritto naturale è questa ‘vis’ , che però l’uomo non ha usato correttamente nella storia, ecco che subentra il diritto divino, volontà espressa nelle sacre scritture (è una lex) che aiuta l’uomo. Scrive sulla lex C. III. Quid sit lex. [Isidor. eod. cap. 3]. Lex est constitutio scripta. Emerge una idea, una distinzione nel diritto naturale tra a. Precetti: i comandi b. Proibizioni: ciò che è vietato c. Dimostrazioni: il diritto naturale non le comanda e non le vieta ma mostra, per far vedere ciò che è buono. Suggeriscono dei comportamenti che non sono divieti né comandi. Qual è il significato attribuito al decretum? Soccorre a proposito Dante Alighieri. Nel Paradiso, nel canto X, quella parte del paradiso in cui dimorano le anime beate e i sapienti. Sono figure che rimandano per molti aspetti ai sapienti che si trovano nel limbo. Le anime che si trovano nel limbo sono però sapienti che non hanno cercato l’ausilio della fede. Vi appartengono Virgilio, Aristotele. Le due figure principali sono Tommaso D’Aquino e Bonaventura da Bagnoregio esponenti dei due principali ordini: domenicani e francescani. Tommaso D’Aquino è il primo a mostrare le anime. La prima che viene presentata a Dante è l’anima di Graziano. La beatitudine viene raffigurata con le fiamme. Il merito di graziano fu di aiutare e ad aver dato un contributo in modo tale da compiacere la volontà di dio. Prima interpretazione: il contributo in senso giuridico perché Graziano aveva contribuito al diritto civile ed ecclesiastico. Seconda interpretazione: si riferisce alla distinzione che ha posto tra l’ambito teologico e l’ambito giuridico, tra foro esterno (tribunale della coscienza) e interno (tribunale giuridico). L’opera di graziano favorisce proprio la distinzione tra teologia e diritto. Creando l’autonomia dell’ambito giuridico. La seconda anima che viene mostrata è Pietro Lombardo; uno dei più importanti teologi della età intermedia, contemporaneo a graziano, elaborò i libri sentenziali in cui vengono raccolti materiali prettamente teologici. Pietro è il fondatore della teologia. I libri sentenziali diventano il testo baso della teologia. Anche la teologia trova un luogo di studio: tra Bologna e Parigi. Vi è una coincidenza. Graziano fonda la scuola di diritto canonico e dietro la scuola teologica. Concludiamo il percorso di formazione del diritto canonico: Alcuni pontefici intervengono frequentemente nelle questioni giuridiche attraverso le lettere , le litterae decretalis (decisorie). Hanno triplice natura: a. legislativa b. amministrativa c. giudiziaria espressione della plenitudo potestatis papale. Non esiste ancora la divisione dei poteri. La decretale ha natura anche giudiziale , vedesi a tal proposito il dictatus papae, il papa è qualificato come ultimo grado di giudizio. Se in tribunale ecclesiastico con il vescovo sorge un dubbio interpretativo viene interpellato il papa che risponde con una littera.