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Psicologia della percezione visiva La prospettiva offerta dalla psicologia della percezione visiva sta nel desiderio di rispondere al perché il mondo appare nel modo in cui appare. Il realismo ingenuo porta a definire il mondo sulla base delle proprietà del mondo stesso, perché è così, ma la visione degli oggetti, nella nostra esperienza visiva, è preceduta da una catena di eventi di cui non siamo consapevoli e che andremo a spiegare con riferimenti alla psicologia cognitiva, alle neuroscienze e all’arte. Psicologia della percezione visiva Ogni volta che vediamo un oggetto dovremmo sorprenderci, perché l’oggetto non è lì. E’il processo percettivo che determina l’esperienza cosciente: La luce illumina l’oggetto e viene in parte riflessa e, se ci troviamo in vicinanza, la pupilla del nostro occhio, la cui funzione è di rispondere alla luce che le cose riflettono, cattura alcuni raggi luminosi. Nel fondo del nostro occhio c’è la retina che forma una piccola immagine capovolta dell’oggetto attraverso le cellule sensibili alla luce, i fotorecettori (130 milioni circa). I fotorecettori trasformano i fotoni di luce in schemi di segnali elettrici in grado di raggiungere la corteccia visiva del cervello. È lì che avviene l’esperienza del come vediamo l’oggetto. L’immagine retinica Differenze tra l’apparenza dell’oggetto e la sua immagine retinica (alcuni esempi): L’oggetto appare fermo, ma l’immagine retinica non è statica e cambia di posizione con il movimento dello sguardo. Cambia anche quando fissiamo a lungo un oggetto immobile. L’oggetto appare unitario e staccato dallo sfondo, ma i raggi di luce che riflette, e colpiscono la retina, non sono raggruppati più di quanto lo siano quelli che colpiscono lo sfondo su cui appare l’oggetto. L’oggetto appare tridimensionale, ma l’immagine retinica è piatta e priva di profondità. L’oggetto appare di colore e chiarezza costante, ma la luce riflessa dall’oggetto varia nella retina al variare dell’illuminazione circostante. L’immagine retinica L’oggetto attorno al quale ci muoviamo appare della stessa forma, ma l’immagine retinica si plasma come se l’oggetto fosse di gomma. L’oggetto appare della stessa dimensione quando ci avviciniamo o allontaniamo, ma l’immagine retinica cambia di grandezza. L’oggetto appare completo anche quando è parzialmente nascosto, ma l’immagine retinica ne mostra solo una parte. L’oggetto appare costante nel tempo, anche se l’immagine retinica si forma solo quando l’oggetto entra nel nostro campo visivo e se ne va quando chiudiamo gli occhi. Psicologia della percezione visiva La funzione dell’apparenza – percezione – ha aiutato l’umanità alla conservazione della specie. Per la psicologia, la funzione del cervello è di ricavare informazioni dall’ambiente esterno a da quello interno all’individuo. Le nostre emozioni, i nostri pensieri e i nostri comportamenti si modificano sulla base delle nostre esperienze e, nel tempo, queste possono modificare i circuiti nervosi. Ogni organismo deve essere adattato al suo ambiente per poter sopravvivere. Alla domanda come appare l’oggetto? Si può rispondere, ad esempio, che appare colorato, grazie alle cellule sensibili alla visione del colore del nostro sistema visivo. Alla domanda perché? Si può rispondere, che tale sistema si è mantenuto e sviluppato perché è necessario alla nostra evoluzione e conservazione della specie. (Ad esempio, siamo stati gli unici mammiferi, oltre alle scimmie africane, in grado di distinguere il colore rosso dal verde, quando in Africa milioni di anni fa era indispensabile distinguere i frutti maturi tra la vegetazione.) La luce La paura del buio è una delle più ancestrali, assieme alla paura dei fulmini, degli estranei, dei ragni e dei serpenti. La luce è una forma di energia elettromagnetica; la sua velocità è di 300 mila km/sec, e ha una lunghezza d’onda visibile all’occhio umano tra 380-700 nanometri (un miliardesimo di metro). La lunghezza d’onda contraddistingue le diverse forme di energia elettromagnetica che viaggiano alla velocità della luce, e può essere misurata in km, m, o cm., ed esprime la distanza tra una oscillazione e quella successiva. La luce La lunghezza d’onda può essere rappresentata in metri (vedi rappresentazione grafica): 102 significa 1 seguito da due zeri, ovvero 100 metri, 106 significa 1 seguito da sei zeri, ovvero un milione di metri, e così via. 10-6 significa 1 diviso 1.000.000, un milionesimo di metro, ecc. La lunghezza d’onda della luce visibile è espressa in miliardesimo di metro, o nanometro 10-9 . Le onde a lunghezza corta hanno un’alta frequenza, e producono alta energia fino a generare radiazioni che emettono temperatura. Viceversa, le onde lunghe hanno una frequenza bassa e una bassa energia. La luce La luce soddisfa un modello ondulatorio e uno corpuscolare composto da piccolissime particelle dette fotoni. 1) La lunghezza d’onda visibili è incolore. 2) Ogni particella possiede un quanto di energia. Quando la luce incontra la “materia”, la particella che la costituisce, il fotone, si incontra con un’altra particella e cede un “quanto” di energia. La propagazione è l’interazione della luce con il mondo, i cui raggi luminosi li figuriamo in linea retta. Propagazione della luce 1. Diffusione, i raggi di luce sono rinviati in tutte le direzioni. 2. Rifrazione, i raggi di luce cambiano direzione. 3. Assorbimento, i raggi di luce cedono tutti i fotoni e scompare la luce. 4. Riflessione, i raggi di luce rinviano le diverse lunghezze d’onda in un’unica direzione quando la superficie è liscia e specchiata, o in più direzioni quando la superficie è ruvida. L’oggetto appare del colore della luce riflessa. Diffusione La diffusione della luce avviene quando i raggi sono rinviati in tutte le direzioni. La luce diffusa da una particella dipende dal rapport tra il suo diametro e la lunghezza d’onda della luce. La luce solare attraversa l’aria dell’atmosfera terrestre composta da piccole particelle di vapore acqueo, gas, polvere, fumo. Le lunghezze d’onda più corte incontrano più volte la materia e per questo si diffondono maggiormente. Il cielo appare blu perchè la componente elettromagnetica che percepiamo blu è più intensa di quella violetta e perchè il nostro occhio è più sensibile al blu. La nuvola appare bianca perchè è costituita da particelle d’acqua la cui maggiore dimensione diffonde tutte le lunghezze della luce nella stessa misura. Rifrazione La rifrazione della luce avviene quando i raggi non sono perpendicolari alla superficie che incontra. La luce attraversa mezzi di diversa densità, passando, ad esempio, dall’aria all’acqua, o dall’aria al vetro. Oppure dall’aria fredda e densa all’aria calda e più liquida. Il principio dei miraggi è dato dalla curvature dei raggi luminosi riflessi nella direzione del nostro occhio. Il nostro sistema visivo assume che la luce viaggi in linea retta, ed è ingannato. Assorbimento L’assorbimento della luce avviene quando i raggi attraversano un mezzo qualsiasi. I fotoni collidono con le particelle della materia e cedono la loro energia scomparendo. L’assorbimento è maggiore nell’acqua e minore nell’aria, e quando si superano i 1000 metri di profondità anche le onde più corte verde, blu e violetto non possono più essere viste. Riflessione La riflessione della luce dipende dalla chiarezza della superficie e dalla sua grana o tessitura. La riflessione che appare come tinta è la lunghezza d’onda dominante. Le altre lunghezze d’onda sono presenti ma il nostro sistema nervoso percepisce la loro risultante psicologica: una radiazione gialla e una rossa sovrapposte ci appaiono arancione. Il sistema visivo Odilon Redon, L’occhio come pallone bizzarro si dirige verso l’infinito, 1882 Il sistema visivo La distribuzione della luce sul fondo dell’occhio mantiene le proprietà geometriche degli oggetti riflessi, e questo accade perché la luce tende a spostarsi in linea retta, e perché i fotorecettori sono un insieme ordinato di cellule nervose. Il sistema visivo trasforma la luce in messaggi: 1. L’occhio cattura l’energia elettromagnetica e la converte in segnali elettrici (trasduzione). 2. Le vie visive portano i messaggi nervosi (codice neurale) dall’occhio al cervello. 3. Le aree visive del cervello “interpretano”, e grazie a recenti ricerche scientifiche possiamo sapere come. 1. L’occhio L’occhio è una sfera alloggiata nell’orbita oculare e si muove attraverso tre coppie di muscoli per “fissare e inseguire” l’oggetto. La sfera è formata da tre membrane concentriche: sclera, coroide e retina. Sclera: è la membrana esterna di colore bianco, di fibre resistenti alla pressione interna dell’occhio. È trasparente nell’area frontale e prende il nome di cornea, e la sua funzione è di rifrangere i raggi luminosi che portano l’immagine all’interno dell’occhio. Coroide: è la membrana intermedia; contiene una rete di vasi sanguigni che hanno la funzione di ossigenazione. La grande quantità presente di pigmenti neri di melanina migliora la qualità dell’immagine assorbendo la luce ed eliminando il riverbero. L’occhio L’occhio è una sfera divisa in due compartimenti: Anteriore, tra cornea e cristallino: Umor acqueo, una soluzione salina diluita che è rinnovata costantemente. Favorisce i trapianti, ma un eccesso può causare il glaucoma. Posteriore, tra cristallino e retina: Umor vitreo, fluido simile all’albume dell’uovo, che non si rinnova. L’occhio L’iride La pupilla Il cristallino La retina I fotorecettori