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La mamma di Elena Del Pozzo, Martina Patti, al gip: «Mentre colpivo mia figlia mi sono girata, perché non volevo guardare» DAL NOSTRO INVIATO CATANIA — Nella selva di «non ricordo» si scuote solo quando le chiedono di raccontare il momento esatto in cui ha colpito la figlia. «Non ricordo», dice. Ma subito sente il bisogno di spiegare: «Perché ero girata e non volevo guardare». È una delle tante istantanee della tragedia della piccola Elena che emergono dall’ordinanza di convalida del fermo di Martina Patti. Il gip Daniela Monaco Crea prova a immaginare anche lo strazio della vittima. «Patti ha inferto più colpi d’arma da punta e taglio alla figlia, che è stata vittima di una morte violenta. Particolarmente cruenta e probabilmente lenta, alla quale è anche verosimile ritenere che abbia, pur solo istintivamente, tentato di opporsi e sfuggire... tutto induce a dedurre che la madre volesse uccidere e che il suo sia stato un gesto premeditato».