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CAPITOLO 1 Lo sviluppo è costituito dalle dinamiche di quel processo di cambiamento che comincia con il concepimento e si dipana lungo tutto l’arco della vita. Nel corso della storia europea si sono affermati tre approcci filosofici sull’infanzia che la descrivevano facendo riferimento ai concetti di peccato originale, tabula rasa e bontà innata. · Infanzia vista come peccato originale: Medioevo; i neonati sono creature malvagie, il fine dell’educazione era quindi quello di offrire loro la salvezza e rimuovere il peccato dalla loro vita · Infanzia vista come tabula rasa: fine XVII secolo; John Locke sosteneva che i bambini fossero tavolette su cui scrivere qualsiasi cosa. Le esperienze infantili risultano dunque importanti nel determinare le caratteristiche della persona adulta. · Infanzia vista come bontà innata: XVIII secolo; Jean Jacques Rousseau sosteneva che i bambini fossero buoni per natura, per questo deve essere concesso loro di crescere in modo naturale, limitando controllo e restrizioni Lo studio moderno dello sviluppo si ha a partire da alcuni importanti progressi risalenti alla fine del 1800; da quel momento, lo studio dello sviluppo diventa una vera e propria scienza. Alcuni pensatori, come Alfred Binet, iniziarono a sperimentare nuovi metodi per studiare i neonati, i bambini e gli adolescenti. Lo stesso Binet formulò il primo test moderno dell’intelligenza, Stanley Hall fu uno dei primi a proporre questionari a gruppi di bambini, Arnold Gesell poté osservare il comportamento dei bambini in determinate situazioni senza interrompere le loro attività attraverso la sua cupola fotografica. Inoltre, il concetto stesso di sviluppo, inteso in una prima fase come il periodo che va dalla nascita all’adolescenza, cambia e abbraccia periodi successivi all’adolescenza. Insieme a questo concetto, cambia anche la durata della nostra vita, e con essa il modo in cui consideriamo la vecchiaia. Si vive di più e meglio, e anche durante le età adulta e anziana si possono trovare aspetti di sviluppo, tanto da poter parlare di sviluppo nel ciclo di vita. Alcune delle attuali problematiche legate alla cura dei bambini dipendono dal contesto socioculturale, cioè i setting nei quali avviene lo sviluppo. In particolare: a. La cultura. Comprende i tipi di comportamento, le credenze e tutti gli altri prodotti di un particolare gruppo di persone trasmessi di generazione in generazione b. L’etnia. Radicata nell’eredità culturale, nazionale, di razza, religione e linguaggio c. lo status socioeconomico. Si riferisce alla condizione sociale di una persona, quindi alla sua posizione all’interno della società, sulla base di caratteristiche occupazionali, educative ed economiche. d. il genere. Si riferisce alle caratteristiche delle persone come maschi e femmine. I meccanismi dello sviluppo umano sono creati dall’interazione di tre processi chiave: - i processi biologici producono cambiamenti nel corpo dell’individuo; - i processi cognitivi si riferiscono ai cambiamenti di pensiero, nell’intelligenza e nel linguaggio dell’individuo; - i processi socio-emotivi includono cambiamenti nelle relazioni dell’individuo con altre persone, cambiamenti nella sfera emotiva e cambiamenti nella personalità. Questi tre processi sono saldamente intrecciati tra di loro e in molti casi bidirezionali. Lo sviluppo infantile viene comunemente suddiviso in 5 periodi corrispondenti a un arco di tempo specifico: · il periodo prenatale è il lasso di tempo compreso tra il concepimento e la nascita, della durata di circa 9 mesi. Durante questo periodo ogni singola cellula cresce fino a diventare un organismo, dotato di un cervello e capacità comportamentali. · la prima infanzia è il periodo che va dalla nascita ai 18-24 mesi d’età circa. Durante questo periodo cominciano molte attività psicologiche come la capacità di parlare, di coordinare le sensazioni e le azioni fisiche, di pensare in maniera simbolica, di imitazione. · la seconda infanzia è il periodo evolutivo che va dai 2 ai 5-6 anni di età. Durante questa fase, i bambini imparano a diventare più autosufficienti e a prendersi cura di se stessi, sviluppano le capacità che serviranno loro a scuola, e trascorrono molto tempo impegnati nel gioco e con i loro coetanei. · la fanciullezza è il periodo evolutivo che dai 6 agli 11 anni. I bambini si impadroniscono della capacità di leggere, scrivere e contare, e vengono esposti ufficialmente al mondo esterno. Diventa centrale il raggiungimento dei risultati e l’autocontrollo aumenta. · l’adolescenza è il periodo evolutivo che segna la transizione tra l’infanzia e l’inizio della vita adulta, comincia intorno ai 10-12 anni e finisce tra i 18-22 anni. L’adolescenza è caratterizzata da una serie di cambiamenti fisici molto rapidi, dal desiderio di indipendenza e dalla ricerca della propria identità. Il pensiero diventa più astratto, idealistico e logico. La questione natura-cultura cerca di stabilire se lo sviluppo è influenzato più da una piuttosto che dall’altra. Natura è un termine utilizzato in riferimento all’eredità biologica dell’organismo; cultura indica le esperienze vissute in un certo ambiente. I sostenitori della natura affermano che l’influenza più significativa sullo sviluppo è l’eredità biologica, mentre i sostenitori della cultura affermano che sono le esperienze derivate dall’ambiente a rappresentare l’influenza più importante. Ambienti particolarmente estremi, cioè psicologicamente aridi, possono ritardare lo sviluppo, ma i sostenitori della natura tendono ad evidenziare l’influenza di quelle tendenze che sono geneticamente impresse nell’individuo. Per contro, altri psicologi sottolineano l’importanza della cultura per lo sviluppo, ovvero delle esperienze derivate dall’ambiente. La questione continuità-discontinuità è volta a determinare se lo sviluppo è costituito da cambiamenti graduali e cumulativi (continuità), o da fasi distinte tra loro (discontinuità). La questione prime esperienze-esperienze successive si concentra sulla misura in cui le prime esperienze o le esperienze successive sono fattori chiave nello sviluppo infantile. Per colore che accentuano l’importanza delle prime esperienze, la vita è un percorso ininterrotto nel quale una certa qualità psicologica può essere ricostruita a partire dalle sue origini. Per contro, per colore che sottolineano l’importanza delle esperienze successive, lo sviluppo è come un fiume che scorre continuamente. Alcuni studiosi affermano che, a meno che non riceva calore e attenzioni durante il suo primo anno di vita, il bambino non si svilupperà in maniera ottimale. Per contro, i sostenitori delle esperienze successive sostengono che i bambini sono malleabili durante tutto il loro sviluppo e che le cure sensibili durante la prima infanzia non sono più importanti di quelle successive. La strategia migliore per valutare le questioni legate allo sviluppo è quelle di non ricondursi unicamente alla natura o alla cultura, alla continuità o alla discontinuità, alle prime esperienze o alle successive; queste componenti giocano tutte un ruolo importante nello sviluppo dell’individuo lungo il corso della sua vita.