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MODULO 3 Il social sharing è l’attività di condivisione e di ridistribuzione dei contenuti, motore fondamentale dei flussi di comunicazione all’interno dei social media e del web 2.0. Utenti e contenuti sono il valore aggiunto del web 2.0. La regola dell’1%. Secondo questa regola, le attività sui social media non sono uguali per tutti ma si differenziano in base al modo in cui gli utenti partecipano: 1% produce contenuti, il 9% reagisce ai contenuti, commenta o li condivide, 90% si limita a leggere e consultare. La spredability, ossia la condivisibilità di un contenuto, è un potenziale tecnico e culturale, secondo Van Dijck, il social sharing è un elemento centrale della cultura della connettività promossa dai social media. Secondo Bruno Latour, i social media possono essere considerati come: Intermediari, veicolo di comunicazione finalizzato alla distribuzione di contenuti, mediatori rendono possibili forme di comunicazione sociali e generano ulteriori interazioni di feedback. Con l'espressione omofilia delle reti si intende l'attrazione tra soggetti dovuta alla presenza di tratti comuni e la tendenza ad associarsi al fine di creare legami con soggetti simili. Due fenomeni sono collegati all'omofilia della rete: • L'echo chamber, ossia la situazione in cui informazioni, idee e valori sono amplificati dalla condivisione e ripetizione all'interno di una stessa rete; • La filter bubble, ossia gli algoritmi che contribuiscono a selezionare ed evidenziare i contenuti sulla base dei precedenti comportamenti in rete degli individui. Sono state identificate tre possibili motivazioni legate alla condivisione di contenuti in rete: motivazioni legate alla cura delle relazioni; motivazioni legate all'espressione del sé; motivazioni legate ad azioni che si estrinsecano all'interno dei social media. Il social sharing ha come presupposto la credibilità di chi condivide un certo contenuto. La credibilità si differenzia in: • Credibilità cognitiva, che fa riferimento alla competenza riconosciuta, all'interno o all'esterno del gruppo, a chi ha condiviso l'informazione; • Credibilità normativa, che si realizza quando chi condivide l'informazione è considerato credibile in quanto esprime valori e convinzioni simili a chi riceve e ri-condivide l'informazione; • La credibilità affettiva, che è presente nelle relazioni in cui lo scambio si basa sulla percezione di affinità dovuta a scambi comunicativi frequenti. La propagazione è uno degli aspetti fondamentali della credibilità. Il sociologo tedesco Karl Mannheim, padre della sociologia della conoscenza, ha analizzato il concetto di generazione come fenomeno culturale, elaborando alcuni concetti chiave, ovvero: collocazione generazionale (essere nati nello stesso periodo storico); legame generazionale (condividere destini comuni); unità di generazione (gruppi distinti all'interno del legame generazionale che costruiscono e interpretano diversamente l'esperienza vissuta). Si deve allo scrittore statunitense Marc Prensky la distinzione tra digital natives e digital immigrants, ossia tra coloro nati prima e dopo il 1985. Si tratta di generazioni che utilizzano le stesse piattaforme e social media, ma associano ad esse immaginari, aspettative e usi diversi. Sono state identificate sei generazioni nel periodo compreso tra il 1926 e il 2015. La generazione che comprende i nati tra il 1946 e il 1955 viene definita generazione dell'impegno. La generazione dei Millennials, che comprende i nati tra il 1981 e il 1995, ha come caratteristica principale il fresh contact con i social media, ovvero un incontro caratterizzato dalla novità nella fase di formazione. Il fresh contact della generazione X, invece, è rappresentato dalla moltiplicazione delle emittenti televisive con conseguente centralità assunta dalla comunicazione pubblicitaria, questa generazione sperimenta l’avvento di internet e del web 1.0. La generazione del dopoguerra ha sperimentato un fresh contact con il medium televisivo e con il telefono in casa. La generazione dei boomers comprende i nati tra il 1953 e il 1965, ha sperimentato un fresh contact con i videogiochi e le prime forme di interattività. 1926 – 1945 Generazione della ricostruzione. 1946 – 1955 generazione dell’impegno. (baby boom 1) 1956 – 1965 generazione dell’identità. (baby boom 2) 1966 – 1980 generazione di transazione (generazione X) 1981 – 1995 generazione del millennio (Millennial, Gen Y) 1996 – 2015 generazione delle reti ( I- Generation, Gen Z) Le logiche dei social media che contribuiscono alla formazione dell'identità generazionale sono quattro: programmabilità, popolarità, connettività e datificazione. Parlando della molteplicità del sé, il sociologo canadese Erving Goffman ha affermato che "la società non è una creatura omogenea, ma un insieme di palcoscenici in cui rappresentiamo noi stessi in modo diverso." Il digital footprint (impronta digitale) è l'insieme dei dati che l'utente lascia online, per esempio lo status sui social media, le cronologie di navigazione, le condivisioni, i commenti, i dati personali, le immagini ecc. Fa parte del digital footprint anche ciò che viene detto online su di noi. È buona prassi, per tenere sotto controllo la propria impronta digitale: • Fare l'update dei propri profili; • Controllare le proprie impostazioni di privacy; • Smettere di seguire qualche contatto; • Inserire dettagli professionali rilevanti nella propria firma digitale; • Leggere sempre i Termini e le Condizioni di siti e app. La teoria del knowledge gap, basata sulla diffusione delle informazioni tramite la carta stampata, mette in relazione la dimensione educativa e la diffusione delle informazioni a partire da cinque fattori concorrenti: capacità comunicative, mole di informazioni già possedute, contatti sociali, esposizione selettiva, tipo di media che diffonde l'informazione. Sulla base di studi da lui condotti sui divari di conoscenza attraverso l'analisi dei comportamenti dei pubblici mediali durante le campagne elettorali statunitensi del 1992, Nojin Kwak ha identificato tre possibili modelli e precisamente: il modello di associazione causale, il modello di spiegazione rivale e il modello di dipendenza delle motivazioni. L'avvento dei social media ha reso il sistema mediale più complesso e articolato, diversificando l'accesso all'informazione da parte di pubblici sempre più segmentati e differenziati. A proposito di questo nuovo paradigma comunicativo, Heinz Bonfadelli ha individuato cinque nuovi possibili divari di conoscenza: • Nella distribuzione di informazioni; • Nell'accesso alle informazioni; • Nell'uso delle informazioni; • Nell'elaborazione delle informazioni; • Nelle conoscenze che derivano dalle informazioni.