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Le competenze centrali del web 2.0. Secondo Dougherty nel 2004 quando sistematizzò il concetto di web 2.0, la società digitale costruita attorno ad esso si sarebbe caratterizzata per le seguenti competenze: 1) Servizi e non pacchetti di software, con una scalabilità efficace, quindi con una capacità di adattamento dal punto di vista dei costi, in caso di aumento delle sue dimensioni. 2) Controllo su fonti di dati uniche e difficilmente replicabili che si arricchiscono man mano che vengono utilizzate. 3) Dare fiducia agli utenti come co-sviluppatori. 4) Sfruttare l’intelligenza collettiva. 5) Influenzare “the long tail” attraverso il customer self-service. 6) Il software ad un livello superiore rispetto al singolo dispositivo. 7) Interfacce utenti modelli di sviluppo e di modelli di business leggeri. Il paradosso del web 2.0 Il primo paradosso della partecipazione diseguale di Nielsen si basa sulla regola dell'1% secondo la quale solo l'1% degli utenti contribuisce al 90% a creare contenuti presenti in rete in maniera massiccia, vi è il 9% di contributori intermedi che creano contenuti in maniera minimale, comunque rilevante. Il 90% degli utenti sono passivi e vengono definiti lurkers, ossia utenti e membri di una community che semplicemente "osservano" cosa avviene al suo interno, senza mai partecipare in maniera attiva. Il secondo paradosso della partecipazione afferma che la gratuità del web contribuisce a generare valore sociale ed economico grazie alla connessione degli utenti e allo sviluppo di un’intelligenza artificiale, ma, al contempo, i grandi colossi del web accumulano profitti grazie ai contenuti generati dagli utenti. Si tratterebbe, quindi, di sfruttamento di lavoro gratuito (esempio Wikipedia). Come sintetizza Van Dijck i social media si caratterizzano per la combinazione di quattro dimensioni: • Tecnologica, in quanto oggetti tecnici dalle enormi potenzialità; • Culturale, in quanto strumenti di codificazione culturale; • Sociale, relativamente all'uso che ne fanno gli utenti e le definizioni che ne sviluppano; • Economica, in quanto espressione di consolidate attività aziendali. Lo sviluppo dei social media si articola in cinque fasi: • La fase aurorale (1997-2002), in qui nascono i primi social network, SixDigrees è il primo social network nato nel 1997, AsianAvenue, BlackPlanet, MiGente, Live Journal, questi primi social network nascono come possibili sviluppi del nascente web 2.0, essi consentivano ai propri utenti di creare una rete di contatti ed incrementarla, tramite la conoscenze dirette e conoscenze indirette come gli amici di amici, trova le persone che vuoi conoscere attraverso le persone che già conosci, consolidare legami in comunità specifiche, ad esempio etnico – culturale, implementare le piattaforme di scrittura e i blog e renderle maggiormente interattive nella relazione tra utente-autore e il suo pubblico. Caratteristica dei primi social network nella fase aurorale: Centralità del profilo utente (ancora statico, in cui le informazioni su di sé costituiscono l’unico ambito di aggiornamento possibile e non è prevista l’aggiunta dei contenuti narrativi o informatici, ed in parte dinamico in cui al profilo si affianca uno spazio di narrazione mutuato dai blog). Centralità della costruzione di una rete di persone con cui interagire abbinata ad una prima embrionale gestione dinamica della privacy (così come consentito da LiveJournal). Possibilità di costruire un ponte tra comunicazione online e offline, piattaforme che si rivolgono a una specifica comunità di utenti già presenti sul territorio. LiveJournal è un social blog, che consente la creazione di blog senza bisogno di avere grandi competenze informatiche, fornendo la possibilità di creare un profilo utente e di definire una rete di contatti con cui condividere ciò che si scrive. • La transizione alla fase di espansione (2002), in cui si sviluppa un primo social network vero e proprio Friendster che si basa su 5 elementi: 1) profili pubblici corredati di fotografie (che assumono la funzione di strumento di comunicazione e presentazione di sé), 2) reciprocità tra le relazioni, 3)possibilità di attivare conversazioni private, 4)Embrione di bacheca, 5)referenza come strumento di affidabilità degli utenti sulla piattaforma; Friendster offre ai suoi utenti la possibilità di incrementare la conoscenza con persone non necessariamente conosciute e il successivo incontro con esse nella vita reale nasce come sito di incontri, sforzando il modello proposto dagli ideatori. Tra le modalità d’uso impreviste dagli utenti è la promozione di band musicali giovanili presso i loro fan, pratica che verrà osteggiata e poi vietata. Tuttavia la persistenza dei problemi tecnici, la ridotta flessibilità dei gestori nell’accogliere gli usi innovativi (come la promozione delle band musicali) ed i problemi legati al controllo della privacy Friendster nel 2009 non riesce a restare operativo. La prima fase di sviluppo di MySpace è favorita anche dal fatto che Friendster propone iscrizioni a pagamento (per fronteggiare il problema dell’aumento di nuovi utenti) e che gli usi promozionali da parte delle giovani band osteggiati da Friendster trovano invece spazio in questa nuova piattaforma. Alcune caratteristiche che rimangono dopo Friendster: • Centralità della costruzione di rapporti di fiducia a partire dal trasferimento di affidabilità da utente ad utente; • Referenze e commenti contribuiscono alla definizione e alla costruzione della reputazione online. • La prima fase espansiva (2003-2006), nuovi social network con logiche comuni e target specifici; Nel 2003 inizio della fase di espansione dei social network i quali si sviluppano enormemente a partire da alcune logiche, attraverso l’acronimo YASNS (YET ANOTHER SOCIAL NETWORKING SERVICE): 1) Sviluppo dei modelli già esistenti; 2) Focalizzazione e risposta a un singolo bisogno, piattaforme specifiche per usi e interessi specifici (LinkedIn, Flickr); 3) Sfruttamento delle progressive innovazioni tecnologiche (Youtube); 4) Introduzione di nuovi oggetti tecno-culturali negli scambi comunicativi (foto e video). • La seconda fase espansiva (2006-2010), evoluzione delle piattaforme e consolidamento di alcuni modelli; La seconda fase di espansione rende più complesso il fenomeno dei social media: 1) Le piattaforme esistenti si rafforzano ed evolvono; 2) L’evoluzione degli assetti proprietari (es. l’acquisto di Youtube da parte di Google) determina spesso un cambiamento dell’offerta di alcuni social media; 3) Il consolidarsi di alcuni modelli o tratti caratteristici dei social media; 4) La nascita di nuove piattaforme (Twitter, Slideshare, Tumblr, Frienfeed); 5) La diffusione localizzata di alcuni social media. • La fase di consolidamento e co-evoluzione (2010-2016), Co-evoluzione, diversificazione di strategie e concentrazione di operatori. A partire dagli anni ’10 non esiste più l’incremento costante del numero e delle tipologie di social network (a parte qualche eccezione per Pinterest, Instagram, Snapchat). I fenomeni che caratterizzano questa fase sono: 1) Il consolidamento di modelli, diversificazioni di strategie e concentrazione di operatori; 2) La nascita di Pinterest, Instagram, Snapchat; 3) Le ultime fasi dell’evoluzione di Facebook e la competizione con Google +; 4) Una nuova fase di co-evoluzione delle altre piattaforme che dominano il mercato dei social media: Flickr, Twitter e Youtube. La piattaforma più utilizzata a livello mondiale è Facebook, per numero di utenti attivi, in Italia le piattaforme social media più utilizzate Youtube, whatsapp, Facebbok, Instagram. Da un’ora e 50 nel 2015 a due ore e 25 nel 2020 (tempo giornaliero medio passato sui social media, è aumentato di 0,4%).