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Il concetto di moral panic è stato elaborato dal sociologo Stanley Cohen e definisce uno stato di ansia per un particolare fenomeno (come una nuova tecnologia) o gruppo (come i giovani). Spesso perpetuato dai mass media, il moral panic crea l'impressione esagerata di un problema, rappresentandolo come un problema sociale. Breve storia del telefono Inventato nel 1854 da Alessandro Meucci, anche se il brevetto fu depositato nel 1876 da Alexander Bell. Grandissima innovazione, a partire dagli anni 90 inizia a diffondersi la telefonia mobile, quella che i sociologi chiamano micro-coordinazione, nel 2007 esce sul mercato il primo iphone (presentato da Steve Jobs), affermando la cultura convergente e della figura dei prosumer. Tecnologia e cambiamento sociale Determinismo tecnologico ha due visioni: utopistica attribuisce alle nuove tecnologie un ruolo centrale nella risoluzione dei problemi sociali a livello locale e globale; distopica attribuisce alle nuove tecnologie una responsabilità nelle trasformazioni negativi della società. I paradossi delle nuove tecnologie: capitale sociale e isolamento: Smartphone strumento di connessione globale, grazie ai social network e allo stesso tempo tecnologia fortemente individualizzata, (dal telefono di tutti al telefono individuale). Sociologia che studia le connessione attraverso il concetto di capitale sociale. Putnam sottolinea come il capitale sociale abbia subito un declino a partire dagli anni 50 con l’affermarsi dell’individualismo. Alcuni sociologi sottolineano come le comunità virtuali possono compensare la riduzione del capitale sociale offline. Capitale sociale che si qualifica non solo nel numero delle connessioni, ma anche rispetto alla loro forza e alla consistenza. Paradosso delle nuove tecnologie: Intrattenimento di massa e indifferenza. Il mondo virtuale può distrarci dai problemi reali ma può anche facilitare la partecipazione politica. Scuola di Franco Forte: sostiene il capitalismo, genera profitti creando falsi bisogni e distrae le persone dalla realtà della disuguaglianza e dello sfruttamento. Si deve al sociologo spagnolo Castells naturalizzato statunitense l'identificazione della mass self communication come fenomeno tipico del social networking. Si tratta di un nuovo modello di comunicazione basato su reti di comunicazione orizzontale, legato alla cultura e alla tecnologia della network society. L'ideologia del citizenism è stata definita dal sociologo italiano Paolo Gerbaudo. Si tratta di un'ideologia neo-populista nelle istanze e neo-anarchica nelle pratiche. Questa ideologia ha una centralità del conflitto sociale, della cittadinanza e l'oligarchia tecno-politica. Infatti, viene anche definita come l'ideologia del cittadino indignato, ossia il cittadino consapevole del fatto di essere stato privato dell'esercizio della cittadinanza. L'azione dei movimenti che si rifanno a questa ideologia si caratterizza, tra l'altro, per l'abbandono di un'attitudine minoritaria e di contro-potere a favore di una vocazione inclusiva e maggioritaria. Due sono i modelli fondamentali a cui fa riferimento il concetto di comunicazione politica. Si tratta del modello di "spazio pubblico" elaborato dalla politologa Hannah Arendt e del modello di "sfera pubblica borghese" sviluppato dal filosofo Jurgen Habermas. Secondo Gianpietro Mazzoleni, per comunicazione politica si intende "lo scambio ed il confronto dei contenuti di interesse pubblico-politico prodotti dal sistema politico stesso, dal sistema dei mass-media e dal cittadino, non solamente nella sua veste di elettore". La comunicazione politica, quindi, è il prodotto dell'interazione tra tre attori: il sistema politico, il sistema dei media e il cittadino elettore. Dal secondo dopoguerra in poi, si possono identificare quattro fasi distinte nell'evoluzione della comunicazione politica: • Dopoguerra e anni '50: in questo periodo la comunicazione politica è subordinata a un sistema di istituzioni e di fedi politiche molto salde; si vota per identificazione di gruppo e di appartenenza. • Anni '60 e anni '80: la diffusione della televisione porta a un allentamento delle tradizionali fedeltà partitiche e all'organizzazione "scientifica" delle campagne elettorali. • Anni '90, inizi del Nuovo Millennio: la proliferazione dei mezzi di comunicazione favorisce la professionalizzazione del rapporto dell'attore politico con l'opinione pubblica con la conseguenza che l'arte del governare si tramuta nell'arte di gestire l'informazione pubblica. • Dagli anni Duemila: l'avvento dei social network modifica radicalmente la comunicazione politica, generando fenomeni di permanent campaigning con l'emergere di nuove figure, quali quella dell'influencer e dello spin doctor, responsabili del marketing politico. L'avvento dei social media ha introdotto sei elementi di novità nella comunicazione politica: • Velocità; • Economicità; • Assenza di confini; • Interattività; • Disintermediazione; • Maggiore articolazione delle tipologie comunicative: comunicazione verticale (politico-cittadino) e comunicazione orizzontale (blog, social network). Gli attori politici comunicano attraverso gli owned media e gli earned media. Mentre sugli owned media interagiscono con i propri elettori, gli earned media vengono usati per trasmettere il proprio messaggio agli indecisi attraverso il valore della proposta politica e la testimonianza dei propri sostenitori. La sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul problematico uso della rete da parte di organizzazioni e utenti di estrema destra negli Stati Uniti ha portato molte piattaforme a "bannarli". Di conseguenza si sono sviluppate piattaforme, siti di social network e provider di servizi online alternativi a quelli mainstream, caratterizzati da un controllo meno stringente sui contenuti e, quindi, da una maggiore libertà di espressione. In particolare, BitChute è una versione di YouTube attraverso cui sono veicolati video apertamente razzisti e omofobi. Parler è un sito di micro bloging, gab.com ha le stesse caratteristiche di Facebook, Stormfront.org è un sito di forum svedese che raccoglie tutta la destra radicale. La produzione di meme è una delle attività principali dei sostenitori dell'alt-right statunitense. Gli elementi caratteristici di questi messaggi sono: • L'uso dell'ironia; • L'apparente leggerezza del messaggio, che spesso nasconde altri contenuti rispetto a quelli espliciti; • La retorica dello stravolgimento che permette di spostare l'attenzione dal contenuto veicolato per dirigerla verso chi critica il contenuto stesso. Attraverso questo approccio ironico, scanzonato e apparentemente leggero, i meme hanno contribuito alla normalizzazione di contenuti xenofobi, razzisti e omofobi. Il collegamento ingannevole è anche noto come clickbainting. Si tratta dell'uso di titoli o immagini di impatto che, in realtà, non hanno nessun legame con il contenuto del link, ma che servono a incrementare il numero di collegamenti su una specifica pagina web per trarre profitto dalle rendite pubblicitarie. Il concetto di post-truth (post-verità) è un’argomentazione caratterizzata da un forte appello all'emotività basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende ad essere accettata come veritiera, influenzando l’opinione pubblica. A seguito delle elezioni presidenziali del 2016, che si sono concluse con la vittoria di Donald Trump, l'Oxford Dictionary ha indicato il termine post-truth come parola dell'anno. Fact checking pratica di contrasto alle fake news e alle post-verità, consiste nella verifica del grado di attendibilità delle informazioni. Lo storico Marc Bloch è stato uno dei primi ad interessarsi alle notizie false. Claire Wardle, una delle massime esperte di disinformazione, ha individuato sette tipologie di fake news: contesto ingannevole, contenuto ingannatore, contenuto fuorviante, contenuto manipolato, collegamento ingannevole, satira, contenuto totalmente falso. Inoltre, ha evidenziato otto possibili motivazioni per cui vengono create delle fake news: propaganda, profitto, influenza politica, interesse particolare, faziosità, cattivo giornalismo, parodia, provocazione/presa in giro. Un esempio di contesto ingannevole è la clip utilizzata durante la prima campagna pubblicitaria di Donald Trump per la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti. Infatti, la clip mostra decine di migranti che cercano di varcare un confine facendo credere che si tratti del confine tra Stati Uniti e Messico mentre, in realtà, si tratta del confine tra il Marocco e l'enclave spagnola di Melilla. Si tratta, quindi, di un contenuto vero usato volutamente in un contesto sbagliato. Si parla di contenuto ingannatore quando il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti autorevoli realmente esistenti. Clone Zone è uno dei siti che permettono di realizzare facilmente questo tipo di fake news modificando pagine web pre-esistenti. Il contenuto fuorviante consiste in contenuti reali che vengono, associati a informazioni e notizie false o fuorvianti per rafforzarli. Questa tecnica viene tipicamente usata nel corporate marketing e anche dalla pseudoscienza.