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Nel secondo decennio del seicento con la realizzazione di un nuovo organo posizionato sopra la cattedra vescovile l'interno della Cattedrale ha un valore artistico importantissimo. Il vescovo Landinelli rinuncia al vescovato dopo una lunga assenza dalla diocesi, e venne eletto Pier Francesco Costa un albenganese dopo centocinquantanni da Leonardo Marchese. Vescovo di azione rivolta a tutta la diocesi, con la stesura del Sacro, e Vago Giardininello, oltre che appassionato di storia, a lui si deve una parte dell'edificazione di Villa Costa a Piambellino. Visto che la cattedrale era edificata si dedicò agli interni con la realizzazione di due nuovi altari e un altar maggior consacrati il 5 novembre 1642, ma di cui non sappiamo l'aspetto, con la rivisitazione della cappella dedicata a San Riccardo con nuovi marmi e colonne, e le due cappelle dedicata allo Spirito Santo e a San Filippo Neri. Comune e privati contribuiscono all'acquisizione del portale di marmo che si protrae dal 1669 al 1671. Qualche anno dopo vengono rifatti i pavimenti delle sacrestie in ardesia e quadretti di marmo bianco. Nel 1691 viene eretto vescovo Giorgio Spinola che realizzò interventi sulla navata centrale verso fine seicento. Dal 1700 al 1703 si provvide allo spostamento dell'organo e della sua cassa monumentale dal Sancta Sanctorunm alla controfacciata, con il tamponamento del lunettone: questo aspetto risulta essere lo stesso per i secoli successivi, come ci appare nei dipinti ottocenteschi . Dov'è posto l'organo era presente una quadro grande trasportato nella chiesa di San Lorenzo, vengono inseriti due importanti modiglioni in marmo, cioè due grandi mensole che ancora oggi sorreggono l'organo e cantoria, provenienti via mare da Finale Ligure e trasportati dall'approdo della città sul mare alla cattedrale. L'abside lasciato orfano dell'organo subisce un nuovo monumentale intervento: vengono chiuse le tracce delle vecchie murature, rifatti i capiteli, rintonacate le murature, rimosso il tabernacolo ligneo e al centro del Santa Sanctorum trova posto nel 1704 la macchina marmorea del nuovo altar maggiore dove sopra viene posto il grande crocifisso ligneo giunto da Firenze e donato da Pier Giovanni Lamberti e accettato con delibera del 28 aprile del 1706. Viene rinforzata o rifatta parte della volta centrale che viene demolita nel 1706 e rifatta nel 1708 impegnando finanze della Curia e del Comune. Negli anni settanta vengono fatti altri lavori, come il tetto del chiostro addossato alla navata destra e parte dell'interno con il rifacimento dei capitelli e l'abbellimento dei pilastri e delle pareti. L'avvento della Repubblica Ligure nel 1797 portò alla parziale devastazione della cattedrale, dove vennero bruciati o ridotti a pezzi la cattedra e il coro, profanata la tomba di Leonardo Marchese. Nei primi anni dell'Ottocento venne ampliata l'orchestra e la cattedra e coro vennero rifatti nel 1802 e 1804. Nel 1805 parte l'iniziativa per realizzare in marmo tutta la pavimentazione della cattedrale, ad opera del marmoraro genovese Giovanni Barabino, dove la tomba di Leonardo Marchese venne occultata, con la realizzazione in tutta la chiesa di un alto zoccolo in marmo grigio e rifatta con la stessa pietra la cappella già dedicata allo Spirito Santo, poi a San Riccardo, a San Filippo Neri e successivamente dedicata alla Madonna del Rosario. Venne rimossa anche l'iscrizione sepolcrale dedicata a Tommaso doria e trasportata nel 1806 nel palazzo comunale. Del 1813 vengono fatte le decorazioni sulla parte absidale ad opera di Maurizio Carrega e della volta ad opera di Giuseppe Crosonino. Per diversi decenni la cattedrale non subì importanti interventi, e il suo aspetto doveva apparire sobrio, composto da un ambiente intonacato e chiaro, reso vivo dal grande affresco absidali e dagli altari marmorei. Una sistemazione strutturale viene realizzata sul corridoio e le sacrestie, vengono anche installati due grandi altari marmorei provenienti dal convento di San Bernardino, che era di proprietà comunale, e delle sculture del Convento di San Francesco da Paola. Il 5 giugno del 1882 un fulmine colpisce la guglia della torre provocandone la caduta di materiale sul tetto della cattedrale e del palazzo della prefettura, rovinandone il tetto che viene rifatto. Il 23 febbraio 1887 il grande terremoto provoca molti danni alle strutture cittadine. Viene chiuso il lunettone in facciata cinquecentesco con la realizzazione di uno nuovo a rosa; viene invece ostacolata la demolizione del portale seicentesco con la sostituzione di quello che è in Santa Maria in Fontibus. All'interno si decide di sfasciare le colonne fino alla nuda pietra con la ricostruzione dei pilastri in mattoni e cemento idrofugo da ponti per eliminare l'umidità di risalita, cosa che avviene anche sulle facciate laterali. Vengono quindi realizzati importanti interventi pittorici e installata una nuova ringhiere in ferro sul coro. La chiesa venne solennemente riaperta il 29 settembre del 1892 con i festeggiamenti in onore del santo patrono.