Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
In Italia nello stesso periodo Giovanni Giolitti iniziava il suo mandato come presidente del Consiglio e Ministro dell'interno dal 1901 al 1914. Giolitti era un rappresentante della Sinistra liberale. Secondo lui lo stato doveva rappresentare tutte le forze sociali e quindi cercare di pacificare ed eliminare le contese. Infine affermava che per lo sviluppo economico del paese fosse necessario dare più importanza alle classi lavoratrici e migliorarne i salariali. Giolitti governa L’Italia per una decina di anni favorendone lo sviluppo industriale. Il decollo economico avvenne per una serie di innovazioni, ma il ruolo fondamentale lo ebbero le commesse statali. Nonostante questo sviluppo l’Italia rimaneva indietro rispetto gli altri paesi, a causa anche dell’arretratezza del meridione, a cui il governo non dava la giusta importanza. Infatti i giovani nati nel mezzogiorno emigravano in America con l’aspettativa di una vita migliore. Il mercato interno era limitato perché le masse erano ancora prevalentemente contadine e lo Stato non partecipava alle rivendicazioni dei lavoratori. Questo accadde anche se dei provvedimenti migliorarono le condizioni dei lavoratori e quindi anche quelle della vita. Giolitti cercò di mantenere l’appoggio dei socialisti con una serie di riforme, come quella scolastica e la riforma elettorale. In politica estera nel 1911 viene decisa l’occupazione della Libia. La Libia sembra essere la soluzione dei problemi economico-sociali. Gli intellettuali italiani si lasciano coinvolgere dallo spirito imperialista d’Europa, ma in realtà la Libia non è un Paese ricco e la conquista è dura. La guerra finisce l’11 ottobre del 1912 con la Pace di Losanna. La conquista non da però l’esito sperato in quanto il paese risulta essere molto più povero di quello pensato. Giolitti avendo difficoltà interne al paese riavvicina i cattolici alla politica stipulando il Patto Gentiloni . Questo patto fu un accordo politico informale (mai messo per iscritto) intervenuto tra i liberali di Giovanni Giolitti e l'Unione Elettorale Cattolica Italiana (UECI), presieduta dal conte Vincenzo Ottorino Gentiloni (da cui prese il nome) che segnò l'ingresso ufficiale dei cattolici nell'attività politica del Regno d'Italia. Cosi facendo i cattolici poterono candidarsi alle elezioni. Ma non riuscendo ad avere una maggioranza nel 1914 Giolitti si dimise.