Download Free Audio of Nel 1777 gli Scolopi chiamarono l'architetto Giuse... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

Nel 1777 gli Scolopi chiamarono l'architetto Giuseppe Tarquini per realizzare una sopraelevazione dell'edificio per ricavare più camerate e servizi igienici, altrimenti insufficienti per il fabbisogno degli alunni: tuttavia nel 1781 lo stesso Tarquini in una stima del palazzo lo valutò 12.000 scudi (incluso il mobilio), anche se le murature e le fondamenta risultavano essere molto esili. Le soluzioni proposte dal Tarquini nel risolvere l'inquietante esilità delle murature (circa 60 centimetri per oltre 16 metri di altezza) sono state ottime e valide per i trecento anni a seguire. Nuovi cambiamenti furono apportati tra il 1796 ed il 1806 dall'architetto Girolamo Masi, con la realizzazione di nuovi servizi igienici nel cortile del palazzo, la chiusura del portone su via San Gaspare del Bufalo ed il rifacimento dei solai fatiscenti. Dopo la proclamazione della Repubblica Romana (1798-1799) a Roma il 15 febbraio 1798, Albano si costituì "repubblica sorella" il 18 febbraio, istituendo un governo repubblicano municipale. Tuttavia, la popolazione albanense non tardò a ribellarsi al nuovo regime, ed il 25 febbraio parteciparono alla rivolta contro i francesi scoppiata a Trastevere: ma l'esercito francese comandato da Gioacchino Murat non tardò a reprimere ogni fermento reazionario occupando e saccheggiando Albano il 29 febbraio 1798. Nel saccheggio francese fu anche danneggiato palazzo Pamphilj, occupato dai soldati, perciò nel 1799 gli Scolopi dovettero effettuare le necessarie riparazioni. Tra il gennaio 1814 ed il dicembre 1815 al palazzo lavorò Giuseppe Valadier, che si occupò di ripristinare le cornici di numerose finestre cieche: suoi interventi alla struttura si possono riscontrare fino al 1830. Nuove piccole manutenzioni furono apportate nel 1879 dall'architetto Palmucci. Il rettore del Collegio Nazareno padre Cianfroca nel settembre 1900 fece effettuare un inventario degli oggetti conservati nel palazzo, seguito da una ricognizione fotografica nel 1932, oggi materiali di studio utilissimi per ricostruire la trascorsa grandezza del palazzo. Questo durante la prima guerra mondiale venne concesso in uso all'esercito italiano. Durante la seconda guerra mondiale Albano Laziale fu colpita dai bombardamenti aerei anglo-americani per la prima volta il 1º febbraio 1944, assieme ad Ariccia: un nuovo, drammatico bombardamento colpì tanti sfollati di guerra albanensi a Castel Gandolfo, all'interno della Villa Pontificia in zona extra-territoriale, il 10 febbraio. Dopo lo sfondamento della linea Hitler, estremo baluardo difensivo creato dai tedeschi tra Lanuvio, Velletri e Valmontone, sul monte Artemisio nella notte tra 3 e 4 giugno 1944, tutti i Castelli Romani furono rapidamente occupati dagli anglo-americani. L'amministrazione comunale "pro tempore" di Albano credette opportuno requisire il palazzo per alloggiarvi 52 famiglie di sfollati senzatetto, per un periodo temporaneo di cinque mesi: il genio civile di conseguenza effettuò "grandi lavori di adeguamento", sconvolgendo l'assetto del palazzo per ricavare appartamenti e servizi nei locali settecenteschi. Allo scadere dei cinque mesi, in mancanza di altre soluzioni, gli Scolopi accordarono il permesso agli sfollati di restare nel palazzo dietro pagamento di un canone d'affitto: la struttura subì numerose manomissioni, tanto che si è parlato di vera e propria "violenza" subita dall'edificio. Allo stato attuale il palazzo si presenta come un "rudere di sé stesso", specie dopo l'abbandono da parte delle famiglie degli sfollati che ha consegnato l'edificio all'incuria più totale. A seguito dell'adozione di diverse ordinanze sindacali per garantire la messa in sicurezza dell'edificio da parte della proprietà privata, per diversi anni la facciata del palazzo verso piazza San Paolo è stata "fasciata" con un ponteggio, per evitare il crollo dell'edificio, e tutt'ora (2020) sono presenti dei ponteggi per impedire la caduta di calcinacci sui passanti. Il 23 maggio 2014 le condizioni in cui versa il palazzo sono state oggetto di una diretta della rubrica "Buongiorno Regione" del TG3 Regione. Nell'ottobre 2015 il sindaco di Albano, Nicola Marini, ha emesso una nuova ordinanza sindacale, intimando "di far eseguire, immediatamente e comunque entro dieci giorni dalla data di notifica della presente ordinanza, le adeguate e necessarie opere provvisionali (chiusura dei varchi d’ingresso al fabbricato con idonea barriera in muratura) nonché tutti i lavori di assicurazione, consolidamento e ripristino strettamente necessari alla eliminazione del pericolo per la pubblica e privata incolumità". Il 10 marzo 2017 il destino del palazzo è stato oggetto di un convegno organizzato dal Comitato di quartiere Albano Centro presso la Saletta Vespignani adiacente al Museo Civico, con l'intervento di diverse personalità della politica e della cultura. Dal 2016, il palazzo è inserito tra i beni da salvare segnalati al Fondo Ambiente Italiano come "Luoghi del Cuore".