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Delle autrici analizzate La Marchesa Colombi, alias Maria Antonietta Torriani, a mio avviso rappresenta la più significativa tra quelle incontrate nel corso della ricerca, sia pe ril numero di pubblicazioni all’interno del periodico, sia per la particolarità della sua scrittura, che la farà diventare una delle giornaliste e delle scrittrici italiane più moderne, ironiche e anticonfromiste del panoramo letterario italiano di quegli anni. Nasce nella provincia di Novara nel 1840 e dopo un’esperienza in convento, un diploma da istitutrice e di insegnamento nelle scuole elementari decide di abbandonare la triste e pigra provincia piemontese per trasferirsi nel 1868 a Milano, dove inizierà a lavorare per diverse riviste e giornali, il Passatempo costituirà il suo esordio. Sono questi gli anni in cui si consolida la sua attenzione per l’emancipazione ed il lavoro femminile. Saranno proprio le sue esperienze personali a rappresentare una fonte di ispirazione e di riflessione per i suoi lavori; i suoi romanzi sono collocati in una cornice verista, dove l’amore assume toni ironici, spesso grotteschi, e danno rilievo alle tradizioni ed agli aspetti culturali della società dell’epoca. L’incontro e l’amicizia con Anna Maria Mozzoni, giornalista e pioniera del movimento di emancipazione femminile in Italia, sarà determinante per lei, che si appassionerà ai temi delle nuove esigenze della donna e la renderà consapevole che la donna può emanciparsi solo attraverso l’istruzione. Si impegneranno insieme per dar vita a Milano ad un liceo femminile più avanzato nel programma e nel metodo, convinte che ci sia bisogno di una nuova educazione femminile, una formazione libera dal rendere le ragazze solo esclusivamente buone mogli, buone madri e buone padrone di casa. Queste esperienze si esprimereanno in un saggio del 1871, Della letteratura nell’educazione femminile. Si sposerà a 35 anni con il giornalista Eugenio Torelli Viollier con il quale nel 1876 fonerà il Corriere della Sera, diventandone la prima firma femminile con lo pseudonimo di Marchesa Colombi. Nei suoi libri, più di 40, traccerà ritratti di donne di provincia e di città, delle più svariate condizioni sociali, come in Risaia, dove nel 1878 analizza e denuncia la precarietà del lavoro delle mondine. Dal punto di vista della critica letteraria sarà completamente dimenticata, sarà solo nel 1973, grazie a Italo Calvino e Natalia Ginzburg che verrà ampiamente rivalutata a seguito della pubblicazione nella collana 100 Pagine di Einaudi del romanzo Un matrimonio in provincia, la cui primissima pubblicazione, prima ancora dell’edizione del 1886 Galli, sarà proprio sulle pagine dell’Illustrazione italiana dove il romanzo, in 11 puntate apparirà il 25 gennaio 1885, dove la Torriani avrà il pregio di far coesistere umorismo e realismo, nella rappresentazione della piccola società borghese del fine 800 novarese attraverso gli occhi della protagonista Denza e del suo carattere decisamente autobiografico.