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Guardo Gabrielle giocare con la sua bambola seduto sul sofà mentre chiamo per la ventesima volta Melyssa a vuoto. «Gabrielle, ti porto dai nonni oggi, papà ha delle cose da risolvere.» Lei si alza dal tappeto e mi viene incontro, i suoi occhi verdi mi osservano e mi mettono in soggezione, posso inventare bugie con tutti, ma con lei non posso farlo, sembra abbia la capacità di leggere la mia mente. «Voglio stare con papà!» Dice in francese mentre saltella e allunga le mani per essere presa. La prendo in braccio e le sistemo la piccola frangia che ricadono sui suoi occhi. Mi stringe e io rimango fermo per un attimo. «Non passo abbastanza tempo con te?» Lei non risponde e si tiene solo stretta a me. Osservo la foto di Melyssa sul mio telefono e inizio ad agitarmi, dov'è? Perché non mi risponde? «Allora vieni con me, andiamo a prendere Melyssa e la portiamo qui.» Gabrielle prende la sua bambola e mi segue in macchina dove la sistemo sul suo sedile, lei canticchia una canzone che ha imparato all'asilo durante tutto il tragitto e io la ignoro mentre penso a Melyssa. Ho passato una mattinata tra riunioni e stupidi meeting, non mi ha scritto, non mi ha cercato nemmeno per un momento. Chiamo Dave dalla macchina. «Jamie...» «Melyssa non mi risponde al telefono. Potresti provare a chiamarla tu?» lo sento sospirare. «Resta in linea.» Tamburello sul volante e osservo Gabrielle addormentarsi. «Non mi risponde. Jamie, starà dormendo.» Appena arrivo davanti al suo appartamento, scendo prendendo in braccio la bambina. Ho una strana sensazione, Melyssa non è più la stessa da giorni. La verità è che ho come l'impressione che lei abbia un altro, dopo la proposta di matrimonio è cambiata completamente e non mi ha mai dato una risposta che mi soddisfacesse a sufficienza. Arrivo davanti la porta del suo appartamento e suono più volte al campanello. «Arrivo!» La voce non è di Melyssa, infatti chi mi ritrovo davanti è Lea che si sta facendo una maschera facciale. Osserva me e poi la bambina che tengo in braccio, lei indossa solo un accappatoio e mastica una gomma da masticare. Non è felice di vedermi e la cosa è reciproca. «Ciao, c'è Melyssa?» Lei saluta Gabrielle sorridendole e Gabrielle risponde al suo saluto con e entusiasmo. «Melyssa non c'è. Però forse ho qualcosa per la piccolina. Ti piacciono le caramelle?» «Ha già mangiato la sua dose di zuccheri, cosa intendi dire che Melyssa non c'è?» Lei si sposta e mi fa cenno di controllare e lo faccio, il suo letto è intatto, i suoi libri pure, ma non trovo il PC. «Dove potrebbe essere?» «Non lo so.» Se mi sta mentendo... «Melyssa è una donna adulta, almeno che non avesse un appuntamento con te, sarà andata dove le pare.» Passa un orsetto gommoso a Gabrielle e lei la ringrazia. Non riesco a pensare a dove cazzo possa essere. Non ci riesco. «Gabbie, ti porto dai nonni. Io devo cercare Melyssa. Ritorno qui tra 20 minuti e ti conviene pensare a dove cazzo possa essere andata.» Lea si siede sul divano e ride. «Starà benissimo. Però forse potresti guardare in biblioteca, non ci vuole un genio per capire che sia andata a studiare, le piace studiare, lo sapresti se non fossi così focalizzato a...» Le punto un dito contro e lei alza le mani in segno di resa. «Chiamala e se la trovi dille che la cerco e che deve chiamarmi seduta stante, sono stato abbastanza chiaro?» Lei si alza e assottiglia gli occhi e mi accompagna alla porta. «Ciao piccolina, la prossima volta che verrai lascia tuo padre a casa.» e ci chiude la porta in faccia. Porto Gabrielle dai miei genitori e anche qui non c'è alcuna traccia di Melyssa. Mia nonna mi osserva e poi si avvicina. «Come va con Melyssa?» Le sorrido nascondendo al meglio il mio nervosismo. «A meraviglia, anzi. Colgo l'occasione per invitarvi tutti a casa durante il fine settimana, abbiamo un annuncio da fare.» Mia nonna mi accarezza il braccio e sorride. «Me lo auguro vivamente, per te.» Le rivolgo un sorriso tirato e appena si gira riprendo in mano il telefono, Dave è fuori città da una settimana per delle questioni lavorative in mio conto, ma ho bisogno che torni perché io non riesco a tenere sott'occhio Melyssa. Vado a cercarla al campus, alla biblioteca che frequenta solitamente, ma di lei alcuna traccia, nessuno l'ha vista. Dave mi chiama e mi conferma il fatto che l'ultimo messaggio che Melyssa ha spedito è stato a Lea e il mio nervosismo sale. «Vieni qui e aiutami cercarla, cazzo. Altrimenti ti assicuro che movimento tutte le forze dell’ordine di San Francisco per trovarla.» «Jamie, mantieni la calma. Sono già in strada per tornare lì, fino ad allora non fare stronzate.» Fisso il telefono e penso all’ultima settimana, quando ripenso al pomeriggio in cui l’ho trovata nel bagno in quello stato inizio ad avere dubbi seri, da lì è stata troppo distaccata, troppo fredda, ha inventato scuse di ogni tipo per non restare con me, questa è la sua piccola vendetta nei miei confronti? Che mi abbia… visto con Yvonne? Che abbia capito qualcosa? Non le permetterò di lasciarmi se ha intenzione di farlo, la dovrò anticipare, non deve essere lei a fare la prima mossa.