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INDICE: 1) Nuova metodologia di insegnamento e apprendimento: CLIL; 2) IfondamentidelladidatticadelCLIL; 3) Il CLIL nel sistema scolastico italiano; 4) IMetodidiinsegnamentoediapprendimento; 5) Possibili strategie per la prassi didattica del CLIL; 6) Ruolo dell'Insegnante. 1) ------------Nuova metodologia di insegnamento e apprendimento: CLIL I nuovi ordinamenti varati con il Decreto del Presidente della Repubblica del 15 marzo 2010, n. 89 hanno introdotto nella scuola secondaria di secondo grado italiana una nuova metodologia di insegnamento e apprendimento: il CLIL. CLIL è l’acronimo di Content and Language Integrated Learning, “apprendimento integrato di contenuto e linguaggio” e indica, in prima istanza, l’apprendimento di contenuti di una disciplina non linguistica in una lingua diversa dalla propria. Ma andando al di là di questa spiegazione essenziale, che cosa significa effettivamente “CLIL”? L’apprendimento integrato di lingua e contenuto ha moltissimo a che fare con ciò che indica la definizione appena vista: si tratta di un’educazione a duplice focalizzazione, la quale assegna la priorità all’argomento di studio, mentre la lingua straniera funziona come veicolo dell’apprendimento e perciò è appresa in via incidentale, strumentale: in altri termini, la lingua straniera viene a costituirsi come mezzo, più che come fine della prassi didattica. La duplice sfida – perseguire la formazione in misura prevalente in un lingua straniera facendo del contenuto l’obiettivo guida – significa che gli studenti sono coinvolti più attivamente nel processo di apprendimento dovendosi concentrare ancor di più. In aggiunta ad una analisi più approfondita dell’argomento disciplinare, la metodologia CLIL promuove un uso più naturale del linguaggio, dato che così si pone l’accento sulla comunicazione autentica, in cui la fluidità è più importante dell’eleganza stilistico-formale. Infine l’educazione bilingue promuove anche il pensiero critico attraverso un costante confronto dei valori culturali. 2)------------------------- I fondamenti della didattica del CLIL La differenza tra una normale attività di classe e l’attività CLIL sta nel fatto che il linguaggio utilizzato non serve soltanto come filtro comunicativo, ma che esso può persino bloccare il processo di interazione al tempo stesso. Di conseguenza è necessario guidare ed assistere gli studenti nel superare le barriere linguistiche facendo loro vedere, in successione, l’apprendimento della lingua straniera come una possibilità non solo di migliorare le loro abilità linguistiche ma, anche e soprattutto, di accrescere ed approfondire la loro conoscenza dell’argomento discipli 3)-------------------------------Il CLIL nel sistema scolastico Italiano Il riordino degli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado, con riferimento all’articolo 6, comma 2 del Regolamento emanato con Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15 marzo 2010, ha introdotto nei Licei Linguistici l’insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera secondo la metodologia CLIL già a partire dall’anno scolastico 2012/2013. Per gli altri Licei e per gli Istituti tecnici il CLIL è previsto solamente nel quinto anno e per una sola disciplina. Per la formazione del personale docente di disciplina non linguistica già in servizio presso le scuole, il MIUR ha avviato un’azione di formazione che prevede un corso per l’acquisizione delle competenze sulla metodologia CLIL e un precorso per l’acquisizione delle competenze linguistiche fino al raggiungimento del livello C1 del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue). Il Decreto Direttoriale n. 6 del 16 aprile 2012 della Direzione Generale per il Personale scolastico ha definito gli aspetti caratterizzanti dei corsi di perfezionamento del valore di 20 crediti formativi universitari per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera secondo la metodologia CLIL rivolti ai docenti in servizio nei Licei e negli Istituti tecnici. Ai corsi possono accedere i docenti in possesso in alternativa di: - certificazioni nella lingua straniera oggetto del corso, rilasciate da Enti Certificatori riconosciuti dai governi dei paesi madrelingua, almeno di livello C1 di cui al “QCER – Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue”, che attestano le abilità ivi previste (Ascolto, Parlato/Interazione, Scrittura, Lettura); - competenze linguistiche certificate in relazione alle abilità di cui alla lettera a), di livello B2 del QCER, iscritti e frequentanti un corso di formazione per conseguire il livello C1 del cqr