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Le prime modalità di amministrazione delle colonie, che hanno luogo fino alla fine del ‘700, sono molto brutali e si tratta di politiche di assoggettamento e dominio, dove i governi europei non si preoccupano di presentare la loro azione di dominio in maniera più accettabile e dove le popolazioni locali sono considerate selvagge e primitive e non vi è perciò bisogno di esercitare alcuna particolare attenzione. Dopo la Rivoluzione francese queste cambiarono (molto lentamente) verso la politica dell’assimilazione, che portò i francesi a diffondere i valori di fraternità e di uguaglianza al resto del mondo ed anche alle loro colonie. Ciò significa che tutti i cittadini sono uguali e devono perciò condividere gli stessi diritti, si inzia perciò a discutere di come se questo principio sia vero principio in Europa e la Francia si chiede come fare a non contraddirlo in ambito coloniale. Questa volontà di riconoscere uguaglianza tra gli individui e allo stesso tempo di mantenere il dominio coloniale, costrinse i francesi a costruire un percorso per cui anche i popoli colonizzati dovessero avere accesso al modello culturale francese, ovvero quella civiltà che i francesi consideravano la punta più avanzata dell'esperienza europea. In nome del principio di uguaglianza si pensa sia giusto trasferirli alle popolazioni che vivono sotto il controllo coloniale della Francia. Si tratta di un cambiamento rispetto alle pratiche coloniali precedenti, in cui non ci si preoccupava delle condizioni di vita delle popolazioni colonizzate, cosa che cambia dopo la rivoluzione francese poiché la Francia si sente responsabile di diffondere la sua cultura, identificabile come assimilazionismo. Tale politica ha avuto un impatto molto profondo in alcuni territori e popolazioni, poiché i francesi tra 700 e 800 hanno messo a punto una serie di sforzi per sostituire culture e tradizioni delle popolazioni coloniali con quelle francesi. In questo progetto di rendere i popoli colonizzati il più possibile simili e uguali al modello francese, faceva perciò parte anche la diffusione della lingua. Questa pratica ha modificato profondamente il tessuto sociale e culturale dei popoli colonizzati. La politica coloniale britannica invece non si è quasi mai ispirata ad un obiettivo di assimilazione, poiché credevano impossibile pensare che altri popoli non europei potessero apprezzare e far proprio il modello europeo, considerato fuori dalla loro portata. Viene quindi considerata l’esistenza di razze diverse con capacità tutt'altro che similari. Per questo gli inglesi applicando la politica di indirect rule non fanno alcuno sforzo per portare fuori dall’Europa modelli culturali e tradizioni che, secondo loro, non potevano essere apprezzate. Per questo gli inglese preferiscono mantenere una politica coloniale detta “indirect rule”, manteneva il controllo delle finanze, delle economie di questi paesi ma per la gestione delle politiche quotidiane si affida alle gerarchie politiche e amministrative preesistenti. La scelta del governo indiretto ha avuto a sua volta delle conseguenze, ovvero ha mantenuto in vita delle strutture di potere locali che sono sopravvissuti al colonialismo britannico, che li ha sfruttati come intermediario tra l’autorità inglese e popolazione. Ciò ha perpetuato le gerarchie, i gruppi di potere e di interesse all’interno di questi territori e, quando questi luoghi hanno raggiunto l'indipendenza nel corso della metà del 900, vi hanno preso il potere le solite gerarchie, che hanno perciò ereditato il potere al momento della decolonizzazione. E’ difficile stabilire se sia stato migliore il colonialismo inglese o quello francese, perché ambedue le pratiche di governo coloniale hanno deviato ed interrotto il normale corso delle cose, rappresentando un ostacolo al normale sviluppo all’interno delle società. Il caso britannico è stato anche il risultato della presenza di coloni europei ed inglesi in questi territori (come Stati Uniti, Canada e Australia), poiché venivano riconosciuti come pari e quindi più affidabili nel ruolo di interlocutori, con i quali era possibile perpetuare questa forma di governo indiretto. Si è poi applicata ad altri territori, quali India e Nigeria, in cui seppur non vi fosse un gran numero di europei il sistema dell’indirect rule è stato ugualmente reso possibile. Dopo la fine del colonialismo francese, seppur è bene ricordare che ogni caso è diverso, non è stata consentita la stessa operazione iglese poiché l'assimilazionismo aveva praticamente azzerato le classi precedenti. Vi era stato però il bisogno di creare nuove classi di funzionari che interagissero con il governo francese. Seppur le precedenti gerarchizzazioni non vi fossero più si era però formata una nuova élite di cui i francesi si fidano ovviamente di più, si tratta dei casi del Marocco e della Tunisia, i cui rappresentati dopo la fine della colonia rientravano nella fiducia dei francesi. In altri casi in certi territori al momento della fine del colonialismo francese la principale istituzione operativa in grado di mantenere l'ordine e il controllo erano le forze armate, come in Siria, dove queste assumono un ruolo che tuttora non hanno perso. Argomento 2: Un altro aspetto dell'espansione europea come manifestazione esterna della conflittualità che si ha in Europa è la manifestazione di volontà di potenza dei paesi europei sugli altri. Breve recap Dalla fine del settecento si sviluppa la rivoluzione industriale in Gran Bretagna, in virtù di questo vantaggio a fine secolo il paese risulta essere il più ricco perché riesce a mettere insieme il dominio coloniale con nuove capacità di produzione su scala globale. Vantaggio che permette di ottenere ricchezze maggiori rispetto al resto d’Europa. Tale novità scombina gli equilibri nel continente ed è guardata con preoccupazione da alcuni tra cui Napoleone con in serbo un progetto egemonico per la Francia. Dopo la fine della rivoluzione francese tenterà di ottenere il dominio della Francia sul resto del continente, su questa prospettiva la crescita economica inglese, che coinvolge di conseguenza grandi ricchezze e nuovi e migliori eserciti, porta Napoleone a cercare di eliminare il problema. Inizialmente prova con un'operazione militare, ma quando si rende conto che questa non può riuscire tenta di bloccare il processo di ricchezza inglese, cercando di interrompere il flusso di materie prime da parte delle sue colonie che rendono possibile questo salto di qualità che sta intraprendendo. Il cotone per l'industria britannica continua ad arrivare dagli Stati Uniti e dall’India (paesi che sarebbe difficile bloccare data la loro posizione geografica), mentre organizza un corpo di spedizione militare per occupare l’Egitto. Il suo obiettivo è quello di prendere il controllo della produzione di cotone, potendo inoltre minacciare i commerci del cotone che dall’India venivano trasportati via mare verso la Gran Bretagna. Così facendo era convinto di indebolire il paese per interrompere il processo di arricchimento rendendo più facile per lui sconfiggere la Gran Bretagna. Napoleone andò in Egitto con una spedizione di alcune decine di migliaia di persone (1798-1801), provincia dell'Impero Ottomano, il quale non riesce a fermare l’attacco francese, mentre la Gran Bretagna non è disposta ad aspettare che l’impero ottomano impedisca ai francesi di mettere i suoi artigli sull’Egitto. Per questo mandò una flotta navale inglese guidata da Nelson, il quale intraprese una guerra nel mare davanti le coste Egiziane verso le barche francesi affondandole tutte In questo modo Napoleone non ha perciò il modo di tornare in patria. L’imprevista e prolungata permanenza del corpo di spedizione francese in Egitto (impresa non di carattere coloniale ma espressione della rivalità tra paesi europei) avrà un effetto sulla sua storia e sulle successive modifiche della società e dell’economia egiziana. Alcuni soldati francesi impegnati nell’edificazioni di barriere e trince per contrastare il probabile attacco francese hanno ritrovato scavando la “stele di rosetta”, che ha permesso agli studiosi in età contemporanea di leggere e comprendere le iscrizioni geroglifiche dell'antico Egitto. Tale stele riporta un contratto commerciale in tre lingue diverse, la prima in greco antico (conosciuto già al tempo), la seconda in demotico egiziano (lingua del popolo egiziano) e l’ultima in geroglifico egiziano. Confrontando la parte in greco antico e in geroglifico egiziano è stato possibile comprendere la lingua, portando un nuovo grande interesse degli studiosi europei versi una civiltà extraeuropee (fuori dall'Europa non era riconosciuta l’esistenza di altre civiltà degne di essere studiate). Per un caso fortuito dello scavo di una trincea nella località costiera di Rosetta (in Egitto) fu trovata. Napoleone riesce dopo tre anni a mettere insieme qualche nave per tornare in patria, lasciando parte del corpo di spedizione in Egitto, alcuni di loro ci rimangono a lungo e instaurano nuove vite e famiglie, portando a crescere il carattere multiculturale e multilinguistico della società egiziana.