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Introduzione generale alla Storia Internazionale La proiezione dei paesi europei verso il resto del mondo è un fenomeno particolarmente recente che si profila a partire dal 1500, momento in cui si inizia a parlare per la prima volta di un’espansione dell’Europa in termini economici, politici e culturali. Perché l’Europa è riuscita a guardare oltre il territorio del continente europeo? Una delle spiegazioni a questa domanda è legata alla conoscenza della geografia del pianeta terra. Finché l’essere umano è stato convinto che la terra fosse piatta e che le colonne di Hercules indicassero la fine del mondo, era considerato inutile correre i rischi del viaggiare. E’ soltanto con la nascita della geografia e della consapevolezza che il mondo fosse non piatto, che compaiono desiderio, volontà e curiosità di viaggiare. Inizialmente l’Europa conosceva soltanto Cina, popoli arabi ed ecc. La distanza della Cina rendeva però difficile intraprendere via terra, con i connessi rischi, le relazioni commerciali e tanto meno quelle politiche. L'Europa aveva per questo un'intensità di scambi con i territori più vicini, come i territori arabi. Questo cambiò quando gli europei scoprirono l’utilità della bussola, inventata dai cinesi e utilizzata per orientarsi senza dover fare ricorso alle stelle. Nel nuovo meccanismo viene utilizzato per orientarsi il magnetismo terrestre, che permette all’indicatore centrale di orientarsi sempre verso nord qualunque sia la posizione in cui ci si trovi. Questo piccolo strumento fino alla nascita dei gps ha permesso all’uomo di svolgere i viaggi oceanici in maniera più sicura e affidabile delle stelle, poiché visibili solo di notte e in assenza di nubi (fattore che ha scoraggiato a lungo la navigazione oceanica, ma non quella mediterranea poiché più piccola e ricca di isole utilizzabili come punti di riferimento). La bussola ha permesso di sapere costantemente quale fosse la propria posizione negli oceani. Un altro elemento che ha rassicurato gli europei tanto da permettergli di viaggiare è stata la polvere da sparo, scoperta in Cina e poi raffinata e reindirizzata dagli Europei nell’uso delle prime armi da fuoco. Il predominio delle armi europeo, e il suo conseguente vantaggio tecnologico militare esercitato dal continente, hanno permesso agli europei di detenere un vantaggio rispetto al resto del mondo. Quando gli altri popoli riuscirono a fare proprie tali innovazioni tecnologiche e militari, gli europei si trovavano già un passo avanti avendo sul piano innovativo (inventarono il cannone, le armi più potenti e precisi, gli armamenti militari aerei, ecc..). Gli Europei, quindi, inizialmente si muovono per interessi commerciali via terra. I vari commercianti che si sono succeduti tra il 1200 e il 1400 ,tra cui Marco Polo, vanno alla ricerca di prodotti nuovi ed innovativi da poter vendere nei mercati europei (come per esempio il sapone, importato da altri stati). Quando in seguito Cristoforo Colombo convinse i Re spagnoli a finanziare i suoi viaggi verso le Indie si delimitò una nuova volontà di conquista, favorita da nuove conoscenze geografiche e dal vantaggio tecnologico-militare. A partire dal 1500 si aprì quella fase storica in cui le spedizioni vennero finanziate dalle monarchie spagnole e portoghesi con l'obiettivo di conquista (assai diverse rispetto alle iniziative mercantili dei secoli precedenti), in questo periodo diventa sempre più importante il controllo dei mari e delle rotte di navigazione. Gradualmente perciò l’attenzione europea si sposta dal controllo dei territori a quello dei mari, ne sono un esempio Venezia e Genova che hanno costruito la propria fortuna grazie al commercio marittimo, e più tardi anche Olanda e Gran Bretagna, che si arricchiscono notevolmente investendo molto sulle comunicazioni marittime e molto meno sulle truppe di terra. L’unica parte di Venezia fortificata è quella in cui un tempo venivano costruiti gli arsenali delle navi, i segreti di costruzione delle navi di Venezia erano custoditi gelosamente, dovevano essere mantenuti per evitare che altri paesi si impadronissero delle conoscenze tecnologiche e costruttive in ambito di navigazione detenute, tant'è che i lavoratori dovevano vivere al suo interno e mai uscire. Questa scelta di dominio dei mari portava dei vantaggi a chi la faceva: permettendo di risparmiare sui costi dell’esercito, riducendo il rischio di ribellione militare (essendo loro spesso in grado di destituire il detentore del potere), gli equipaggi delle navi non potevano invece scendere a terra e prendere il potere; sinergie fra collegamenti commerciali e azioni di conquista territoriale oltremare; minore conflittualità con le altre potenze europee. Per lungo tempo vi è stata la presenza di imprese che si sono sostituite sui territori terrestri come quello Romani, Persiano, Arabo e Ottomano, in cui la conquista veniva giustificata con l'obiettivo di allontanare le minacce provenienti dall’esterno. A partire dal ‘500 si affiancano gli Imperi marittimi che, a differenza di quelli terrestri, si muovono al di là dell’Europa conquistando il mare. Tra questi Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Francia, che si autoconvincono che la civiltà europea debba farsi portatrice di idee e modelli, rendendosi responsabile di esportare la civiltà europea considerata superiore. La missione civilizzatrice non è altro che una giustificazione di questi atti di conquista, spesso anche molto brutali. Questo processo che prende piede nel corso dell’800, non è altro che un percorso di auto-convinzione di superiorità di civiltà che la rende responsabile nel doversi fare portatrice e diffondere la cultura europea, con le sue idee, i suoi modelli. L’Impero Romano nel 180 d.c. L’Impero Romano, seppur si estenda intorno al mediterraneo, richiede una conquista territoriale, tramite alcune espansioni militari che i romani organizzano nel corso dei secoli con le loro truppe, inviate nei vari angoli dell’Impero per allargare i territori e difenderli da eventuali minacce esterne. I Romani non erano grandi navigatori, lo avevano imparato a fare dai Greci e dagli Arabi, e quindi la loro preferenza è sempre stata sul controllo del territorio, come è possibile notare dal numero di strade da loro costruite, con l'obiettivo di rafforzare il controllo delle regioni L’Impero Ottomano nel 1700 L’Impero Ottomano, affermatosi sconfiggendo l’impero bizzantino e l’impero arabo, è anch'esso prevalentemente un impero territoriale. Avevano anche loro una flotta e dovevano necessariamente confrontarsi con la dimensione marittima del Mediterraneo ma, come l’Impero Romano, aveva una sua preferenza verso la conquista territoriale. Infatti i suoi fondatori, i Turchi, provengono dall’Asia Centrale dalla quale sono migranti via terra verso la Turchia, ex impero Bizzantino contro cui hanno combattuto, oltre agli arabi, e li hanno sostituiti. Questa scelta ha comunque dei limiti, rappresentati tra gli altri dagli altri stati della zona, che limitano fisicamente le capacità di movimento via terra in un territorio così ampio. Viceversa muovendosi via mare, con buone capacità navigative e strumenti di navigazione, possono essere percorse distanze assai superiori rispetto a quelle che possono essere percorse a piedi o a cavallo. L'Impero Spagnolo nel 1500 I Re di Spagna capirono questa cosa e si fecero convincere da Cristoforo Colombo, genovese e figlio della Repubblica Marinara e perciò esso stesso consapevole dei vantaggi che potevano derivare dalla navigazione e dall’espansione attraverso i mari. Come si vede dalla cartina in Europa l’Impero Spagnolo possiede esclusivamente qualche piccolo staterello ottenuto tramite matrimoni combinati fra famiglie regnanti di diversi paesi, mentre la maggior parte dell’Impero si trovava nelle Americhe, al di là dell’Oceano Atlantico e molto distante dalla Spagna. Questo è reso possibile dall’introduzione di queste nuove modalità di trasporto marino. L’Impero Britannico Esempio similare è rappresentato dall’Impero Britannico il quale, partendo da una piccola isola alla periferia del continente europeo, riesce a costruire un Impero Mondiale che raggiunge la sua massima espansione nel corso della seconda metà dell’800. Di nuovo si ha un piccolo paese che rinuncia all’espansione territoriale in Europa e preferisce una proiezione fuori dall’Europa in regioni e territori anche molto distanti, come l’India o l’Australia.