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Le cinque preghiere quotidiane, che il fedele, col capo coperto, deve compiere sempre rivolto verso La Mecca (in moschea vi è una nicchia apposita, ma in casi di necessità ci si può avvalere di una piccola bussola) avvengono all'alba, a mezzogiorno, di pomeriggio, al tramonto e alla sera Le ore sono state fissate qualche tempo dopo la morte di Maometto; la più importante è quella di mezzogiorno, specie al venerdì, che è il giorno festivo (nel quale però non viene imposto il divieto di lavorare). La preghiera del venerdì in moschea è obbligatoria per ogni fedele di sesso maschile. Le preghiere devono essere precedute da un'abluzione rituale obbligatoria: con acqua pulita, non necessariamente corrente, ci si lava la faccia, le braccia fino al gomito e i piedi fino alle caviglie. Se la "contaminazione" è grave (p.es. nel rapporto sessuale), occorre un bagno completo, solo dopo il quale è permesso recitare la preghiera e toccare il Corano. In mancanza di acqua si può usare sabbia o polvere, usando una diversa procedura. Dall'alto del minareto della moschea il muezzin chiama i fedeli alla preghiera. Ma si può pregare anche in casa propria o sul luogo del lavoro, ovunque ci si trovi. Uomini e donne si radunano separatamente in file, mettendosi uno accanto all'altro: il ricco accanto al povero. Le preghiere, recitate con molta calma, sono brevi e tutte tratte dal Corano e dagli Hadith, racconti di vita e detti di Maometto scritti da suoi seguaci. All'inizio si prega in piedi, poi vi sono piccole e grandi prostrazioni, sopra un tappeto o una stuoia, con la fronte poggiata per terra. L'elemosina legale (zakat) consiste in una esazione statale delle imposte (in genere il 2,5% del reddito annuale netto), per opere di beneficenza o di pubblico interesse, per le spese comunitarie e il mantenimento del clero, per i debitori insolventi o per i neo-convertiti, nonché per la diffusione dell'Islam o per la sua difesa. Ma è anche possibile fare delle offerte volontarie per le casse delle moschee. L'elemosina legale non è ritenuta solo la base della giustizia sociale, insieme al divieto dell'usura, ma anche un mezzo di espiazione dei peccati, per cui il suo valore è sia legale che morale. Il digiuno implica l'astinenza da qualunque cibo e bevanda, dal fumo, dai profumi e dai rapporti sessuali, durante il mese di Ramadan, nono mese del calendario islamico, che già era considerato sacro presso gli antichi arabi. A causa del calendario lunare, il Ramadan cade in stagioni diverse e per quella estiva il digiuno è particolarmente gravoso. Solo dopo 33 anni ricade nella stessa data. Maometto aveva cominciato con l'imporre il digiuno ebraico del kippur, che va dal tramonto di un giorno al tramonto del giorno successivo. Ma a causa della rottura con gli ebrei di Medina, lo sostituì con questo digiuno mensile, limitato alle ore di luce solare.   Ogni musulmano deve recarsi almeno una volta nella vita alla Mecca. I poveri sono dispensati dal pellegrinaggio. Alla Mecca si trovano i luoghi più sacri dei musulmani, interdetti agli infedeli. Secondo il Corano, Maometto vi iniziò il ministero e Abramo vi ricostruì la Kaaba (edificata da Adamo), aiutato dal figlio Ismaele, in segno della loro sottomissione a Dio. La Kaaba è un edificio a forma di cubo, nove metri per dodici, che si eleva nel cortile della Grande Moschea. Nell'angolo sudest, all'esterno, vi è incastrata la famosa Pietra Nera, un meteorite che prima di Maometto veniva identificato con il dio locale Hubal e che fu ridotto in frammenti nel 683 d.C.