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Ad oltre tre settimane dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, il numero di sfollati ha superato quota tre milioni ed il pronostico delle Nazioni Unite è di un numero altissimo di potenziali richiedenti asilo. Si tratta nella stragrande maggioranza di donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti a difendere il proprio Paese. In questa riflessione tralasciamo un giudizio – che sarebbe invece opportuno - sui motivi che hanno causato la guerra, le implicazioni umane e sociali e le conseguenze drammatiche sulle persone e le loro vite: un giudizio che non potrebbe altro che essere negativo e di rigetto radicale dell’uso delle armi, specialmente contro i civili inermi. Qui però ci limitiamo a valutare le implicazioni che la fuga in massa di una parte della popolazione da quel Paese (oltre 44 milioni), per sottrarsi dai bombardamenti e dai massacri, può avere e sta già avendo sull’Europa. Un impatto economico e sociale che cambia la geopolitica mondiale e – nel nostro piccolo- si traduce nella necessità di organizzare il sostegno e l’accoglienza di un numero incalcolabile di persone. Riteniamo anche necessario valutare gli strumenti legislativi che vengono utilizzati per far fronte a flussi massicci ed improvvisi di persone disperate, flussi non gestibili con le leggi nazionali in materia di asilo, né con il Regolamento di Dublino. In Italia la comunità Ucraina è tra le più numerose d’Europa (248 mila nel 2021) per cui i nuovi arrivati – si contano attualmente migliaia di ingressi di Ucraini ogni giorno – trovano spesso rifugio presso famiglie ed amici della stessa nazionalità. Crescendo il numero di sfollati in arrivo (siamo già a decine di migliaia ) l’ospitalità privata è destinata a diminuire, con il rischio che vada ad esaurirsi. Da qui le disposizioni prese dal Governo italiano di destinare circa 10 mila posti nelle strutture di accoglienza CAS e SAI per far fronte ad un arrivo che potrebbe facilmente superare le 100 mila unità se la guerra dovesse durare a lungo. Dall’inizio della crisi Russia-Ucraina e dell’attacco russo, lo scorso 24 febbraio, nel giro di poche ore si è messa in moto la macchina della solidarietà internazionale, e anche quella italiana. Protezione civile, prefetture, Terzo Settore, parrocchie e privati cittadini si sono subito attivati per dare aiuto alle migliaia di cittadini ucraini in fuga dalla loro patria. Il governo ha subito attivato lo stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre 2022, stanziando fondi per ulteriori posti nei centri di accoglienza (CAS e SAI) e per prestare sostegno civile e militare al Paese guidato dal presidente Zelensky, in queste ore sotto duro attacco delle forze di Putin. Uno stanziamento di tre milioni di euro dal Fondo per le emergenze nazionali è stato destinato all'attuazione degli interventi urgenti di supporto alle attività di soccorso ed assistenza