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1.3. LIVELLO SOCIALE E PERSONALE Questo livello tratta l’interazione tra alunno e maestro di sci e tutti gli influssi di entrambe le parti. Il ruolo che ogni parte intraprende è quello che lo distingue dall’altra. L’alunno dovrebbe imparare, diventa quindi per noi importante sapere come si svolge l’atto dell’apprendimento. Cosa influisce sull‘apprendimento dell’alunno e come si svolge? Al maestro invece spetta la funzione di insegnare. In questo caso diventa importante sapere quali presupposti e caratteristiche personali sono necessarie per un insegnamento di successo. L’alunno è (come ogni essere umano) soggetto ad una continua elaborazione di informazioni, dell’apprendimento, della comunicazione e di aspetti motori. Per capire meglio questi aspetti facciamo ricorso a modelli base della psicologia di apprendimento come la teoria della modellazione e l’apprendimento procedurale, la rappresentazione cognitiva, le teorie di rinforzo e motivazione e la psicologia comunicativa. Per quanto riguarda gli aspetti motori sportivi ci appoggiamo alle scienze sportive. Il livello di sviluppo è il fattore più conosciuto e trattato nella letteratura rilevante. Viene inteso come stato di sviluppo sociale, cognitivo, emozionale e fisico-motorio nel quale si trova il bambino. Gli anni del bambino non per forza coincidono con lo sviluppo normalmente previsto per quella fascia di età, ma aiutano comunque a categorizzarlo grossolanamente. Lo sviluppo è un processo continuo che dura per tutta la vita. Per quanto ci riguarda è molto importante la fase della prima infanzia tra i 2 ed i 5/6 anni (Berk, 2011). Anche se si differenzia notevolmente all’interno di questa fascia d‘età. Così noi consideriamo l‘insegnamento per i bambini piccoli relativo ai bambini tra i 2 e 3 anni. Addirittura tra queste età si notano grandi differenze. All’età di tre anni i bambini sono già più coordinati nei loro movimenti, disegnano le persone con testa ed estremità, contano correttamente, capiscono il principio della cardinalità e l’autocontrollo emozionale è più sviluppato (Berk, 2011). Queste sono le tappe maggiori che affronta un bambino di tre anni. Un bambino di due anni queste cose non le ha ancora sviluppate. Anche se può essere che raggiunga una di queste fasi di sviluppo prima per un qualsiasi motivo. Berk classifica i bambini in diversi gruppi: quelli di 2 anni, quelli tra i 3 ed i 4 anni e quelli tra i 5 ed i 6 anni. L’infanzia media comprende bambini di età tra i 6 e gli 11 anni e questi vengono suddivisi in fasce da 6 a 8 anni e da 9 a 11 anni. Tutti questi raggruppamenti corrispondono alle nostre esperienze di ogni giorno e sono la base di questo libro. - 15 - La motivazione risulta come motore di ogni azione. Una tendenza motivazionale che influisce a partire dalla nascita è auto efficacia. Questo corrisponde al desiderio primario di avere il controllo psichico e dell’ambiente sociale (Heckenhausen & Heckenhausen, 2006). Quindi l’evoluzione ha concepito l’essere umano per imparare, vuol dire che vuole ottenere il controllo dell’ambiente a lui circostante. Bambini piccoli per esempio imparano presto ad usare le grida e il sorriso come obiettivo di controllo. Per l’insegnamento è fondamentale la cosiddetta motivazione estrinseca. Si tratta della motivazione che può scaturire dall’esterno. Diversi sussidi, giochi o struttura/impostazione della lezione di per se possono per esempio aiutare ad incrementare la motivazione. Il modo di applicazione verrà descritto più chiaramente in questo libro, mettendo in primo piano il “come”. Una delle funzioni primarie dell’emozione è proteggere l’organismo da pericoli e infortuni. Gli stimoli e i motivi per reazioni emozionali possono essere del seguente genere: Influssi ambientali (terreno, neve), situazione familiare, caratteristiche personali del maestro (estremamente aggressivo, svogliato), dinamica di gruppo (mobbing, prese in giro) ecc. Se sorgono delle emozioni negative come paura, incertezza, noia o tristezza, vanno ad influenzare fortemente sull’insegnamento. Come già accennato sono soprattutto le nostre capacità mentali (risorse cognitive) (Zink & Newen, 2006) e l‘attenzione a soffrirne. I presupposti per imparare vengono minimizzati. Questo aspetto emozionale assume una parte importante nello sviluppo metodologico. L’insegnamento è pur sempre un’interazione tra persone, il maestro (in questo caso di sci) influisce allo stesso modo sulla situazione di lezione quanto l’alunno. La motivazione per effettuare l’insegnamento è complessa. Esistono certe tendenze motivazionali che si sviluppano nell’infanzia e poi influiscono su una persona e la incitano per il resto della sua vita (motivazione implicita). Ciò vuol dire che certe persone sono più motivate di altre a fare certe cose. La più conosciuta perché più esaminata dalla scienza è la motivazione di rendimento/prestazione. Lei descrive la tendenza di cercare delle sfide e superarle. Altri ambiti ben analizzati sono: la motivazione del potere e motivazione della connessione sociale. Queste motivazioni implicite rappresentano una predisposizione personale, una parte del carattere. Un ulteriore attributo che influisce molto nella situazione di lezione è l’empatia. L’empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d‘animo altrui, sia che si - 16 - tratti di gioia, che di dolore. Comprende di saper riconoscere e capire i pensieri, le emozioni, motivazioni e caratteristiche personali. L’empatia si sviluppa già nella prima infanzia e deriva dall’auto-identificazione che avviene allo specchio (Bischof-Köhler, 1994). Non tutte le persone hanno sviluppato questa capacità con lo stesso volume. Coloro che sono dotati di tanta empatia sono avvantaggiati nel mestiere dell’insegnante. Aspettative e atteggiamento sono molto importanti per lo svolgimento di una lezione. Da una ricerca fatta, nella quale furono intervistati diversi insegnanti, si è constatato che ogni maestro di sci ha la propria teoria individuale sul contenuto della lezione. Quindi variavano le descrizioni sull’insegnamento del Blu dal “troppo giovani per imparare la posizione parallela degli sci”, a “bambini dovrebbero solo divertirsi”, a “con i bambini bisogna applicare un metodo severo e di scuola antica”. Queste cosiddette euristiche (tipo di atteggiamento) si abbattono essenzialmente sulla lezione. Sono delle abbreviazioni (semplificazioni) per quello che avviene in delle situazioni effettivamente complesse come la situazione d’insegnamento. In un certo senso fanno ordine in testa. Gli insegnanti si comportano a seconda di queste semplificazioni e quindi spesso non vengono presi in considerazione tanti altri aspetti dell’insegnamento. Dall’altra parte vanno considerati il sapere e la competenza dei maestri. Questi influiscono e cambiano l’atteggiamento e le aspettative. Gli insegnanti ben qualificati, con tendenza ad apprendere conoscenze pratiche e teoriche, arricchiscono la lezione e la migliorano. Le informazioni a genitori, bambini ecc vengono date in modo professionale e competente. Questa impressione influisce indirettamente sulla lezione. Un influsso maggiore sulla lezione lo ha lo stato emotivo dell’insegnante. Differentemente dal bambino, per l’insegnante sono avvenimenti emozionali della vita quotidiana come stress, lavoro eccessivo, lutto ecc. che influiscono fortemente nel suo lavoro come maestro.