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Secondo capitolo: L' origine del nome Morano è antichissima. Tra le diverse teorie ipotizzate si ricorda quella per cui Morano sia stato fon dato o abitato dai mori, teoria infondata poichè l'insediamento era precedente alle incursioni saracene oppure ulteriore tesi che si rifà al verbo greco µtpuw (merùo), cioè "raccogliere insieme, cumulare", riferimento alla particolare struttura urbana nella quale le case appaiono l'une attaccate alle altre. Le prime testimonianze certe sull'esistenza del borgo risalgono al periodo romano, intorno al II secolo a.e., quando il toponimo Muranum compare in un'antica pietra miliare del 132 a.C., reperita a Polla nel Vallo di Diano. Nel "Lapis Pollae" sono contrassegnate le distanze fra le antiche città romane: Morano è designata come tappa già presente ai tempi della sua costruzione, precedente a Cosentia alla distanza di 49.000 passi, pari a 74 km. Muranum, dunque, risulta 'stazione' della Regio- Capuam, antica via consolare romana, comunemente conosciuta come Popilia-Annia, che costituiva l'unico accesso alla Calabria lungo la terraferma. Il toponimo Summuranum, invece, appare nell'itinerario di Antonino (II sec. d.C.) e nella Tabula Peutingeriana (III sec. d.C.) e designava probabilmente altra 'statio' sulla medesima Regio-Capuam, ovvero su tracciato viario, alternativo a questa, che scorreva a valle, a ridosso dell'abitato di Morano e di Castrovillari, nei pressi della contrada Fauciglia. Terzo capitolo: Il castello. Tra l'azzurro del cielo e lo sfondo naturale delle montagne, sulla sommità del borgo, in una posizione strategica e dominante tutta la valle, emergono i ruderi di un incantevole ed antico Castello. Le origini risalgono all'epoca romana quando fu eretto un fortilizio, o per meglio dire un torrione di avvistamento, sul cui fondamento si edificarono i rimaneggiamenti d'epoca Normanno - Sveva, avvenuti tra il 1515 ed il 1546 ad opera di architetti napoletani per conto del Principe Pietro Antonio Sanseverino che ne fece la propria dimora.