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5 di 12 Sia nel contesto statunitense che in quello britannico il paradigma dell’evoluzionismo fornì gli strumenti teorici per le indagini etnologiche e antropologiche basate su ampie comparazioni, determinando la costruzione di tipologie e classificazioni delle società e dei tratti culturali rinvenuti nei differenti luoghi del mondo. Come si è visto secondo gli antropologi evoluzionisti tutte le culture umane seguivano necessariamente una sola sequenza di sviluppo, che andava dallo stadio selvaggio a quello della civiltà. Alcune società si sarebbero sviluppate prima, altre sarebbero rimaste attardate su livelli evolutivi inferiori. Gli evoluzionisti, sulla base di questa idea semplicistica e convinti che il livello di sviluppo massimo fosse rappresentato dalla civiltà europea, contribuirono a giustificare la posizione dominante di quest’ultima fornendo una legittimazione teorico-scientifica all’espansione coloniale. Pur collocando le differenti forme di umanità su una univoca e discutibile scala evolutiva, i primi antropologi contribuirono in modo determinante a riconoscere forme culturali sconosciute ma significative e degne di essere studiate. La cultura1 non era più un segno distintivo delle civiltà fornite di scrittura e di tecnologie avanzate, ma era rintracciabile in qualunque gruppo umano, dai pigmei della foresta del Congo agli aborigeni australiani, dagli indios amazzonici agli inuit (eschimesi) dell’Artico. 1 La definizione del concetto antropologico di cultura viene elaborato da Taylor (1871) che nelle sue opere riconosce l’esistenza di una cultura primitiva, ignorata dall’Illuminismo. Per lui il problema era quello di rendere comprensibili fenomeni nuovi che, agli occhi degli occidentali civilizzati dell’epoca, potevano sembrare comportamenti irrazionali Franz Boas oltre a promuovere molteplici ricerche etnografiche presso i vari gruppi di e credenze ingenue. Da questa prima definizione tayloriana, di tipo descrittivo, si possono individuare alcune componenti della cultura e alcuni suoi caratteri fondamentali. Le tre componenti principali sono: 1) ciò che gli individui pensano: la religione, la morale e il diritto, ossia i complessi di norme e di credenze esplicite; 2) ciò che fanno: i costumi e le abitudini acquisite dall’essere umano per il fatto di vivere entro una data comunità. Vengono comprese nella cultura azioni ordinarie che l’individuo compie nella vita quotidiana, basate su regole abitudinarie e tradizionali; 3) i materiali che producono: gli artefatti, ossia i prodotti oggettivati del lavoro umano che comprendono gli oggetti di culto e quelli d’uso quotidiano. 6 di 12 2 La critica all’evoluzionismo nei primi decenni del Novecento L’antropologia culturale moderna inizia a costituirsi a cavallo tra Otto e Novecento attraverso una decisa critica all’impianto teorico evoluzionista e, ancor più, per mezzo di una decisiva revisione metodologica. La connessione tra il viaggiare fra le varie forme di umanità e lo studio dell’uomo (anthropos-logos) si fa sempre più stretta. Gli antropologi non si limitano a riflettere sulla diversità culturale nel chiuso delle loro biblioteche supportati da resoconti di viaggio (atteggiamento diffuso fra gli antropologi evoluzionisti), ma optano decisamente per l’osservazione diretta del proprio oggetto di studio. Tra il 1897 e il 1900, nel quadro della North Jesup Expedition, Franz Boas iniziò una intensa ricerca presso i Kwakiutl della costa del Nord-Ovest. Boas, etnografo di origine tedesca, rifondò la disciplina diventando il maestro di almeno due generazioni di antropologi americani. Particolarmente critico nei confronti del metodo comparativo caro agli evoluzionisti, Franz Boas riteneva scientificamente infondate le generalizzazioni inerenti lo sviluppo delle culture umane e, sempre per una estrema aderenza al rigore scientifico, concepiva il lavoro dell’antropologo come basato soltanto sulla raccolta empirica dei dati nell’ambito di specifici gruppi umani. L’obiettivo di Boas non era quello di rintracciare leggi universali, ma compiere scavi etnografici mirati e rigorosi che permettessero di delineare le particolari conformazioni culturali e rintracciare le cause storiche dei singoli tratti culturali registrati in specifiche popolazioni.