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A livello semantico il termine etnologia è composto da ethnos e logos, cioè scienza dell'etno. L'esatto significato e l'importanza di "etnologia" sembrano variare a seconda della nazionalità della scuola in considerazione. Consultando alcuni dizionari ed enciclopedie delle scienze sociali abbiamo conferma di tali difficoltà. Nella Encyclopedia of the Social Sciences (del 1931), ad esempio, la voce "ethnology" compare solo nominalmente e siamo rimandati per più informazioni ad "anthropology" o a "race" (cioè ad "antropologia" o a "razza"). Robert Lowie in The History of Ethnological Theory, del 1937, distingue il ruolo dell'etnografia da quello dell'etnologia. Mentre l'etnografia si occupa di andare sul campo ed esaminare in dettaglio il singolo caso, l'etnologia aspira ad una generalizzazione teorica basata sui dati forniti dall'etnografia. L’etnologia e l’antropologia culturale nascono nel corso dell’Ottocento come sapere riconoscibile dopo un lungo processo di gestazione. L’evento determinante è costituito dalla nascita dell’evoluzionismo, che agisce come paradigma di riferimento forte. Le due discipline tendono col tempo a una progressiva integrazione, ma anche a subire in campo metodologico mutazioni significative che, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, sono alla base della nascita di nuove prospettive teoriche. In quanto studio dei popoli “selvaggi” o “barbari”, l’etnologia è, più che il frutto di una “derivazione” diretta da altri saperi, una “scienza dei residui”, almeno nel senso che essa emerge come interesse per popolazioni che hanno un ruolo ben poco rilevante nello sviluppo delle “scienze umane” allora emergenti (linguistica, psicologia, sociologia) e della filosofia della storia. Questo interesse per i “residui”, che ha il merito di proporre all’attenzione degli studiosi fenomeni che altrimenti sarebbero andati perduti, ha una complessa gestazione. Il tardo Illuminismo teorizza già uno studio comparato dei popoli dal punto di vista fisico, linguistico e “morale” (culturale) denotandolo come un’impresa capace di affratellare l’umanità intera in una visione unitaria del genere umano. La Société des Observateurs de l’Homme, fondata a Parigi nel 1799, è la prima testimonianza di un’intenzione conoscitiva formalmente organizzata nata da questa visone universalistica. La breve 4 di 12 esperienza della Société, naufragata di fronte al disinteresse della burocrazia napoleonica, non viene sostituita di lì a breve da tentativi simili e altrettanto coerenti sul piano progettuale. Infatti l’etnologia, così come emerge nei primi decenni dell’Ottocento, è un campo di ricerca composito che si dibatte nel dilemma della scelta tra monogenismo e poligenismo, tra idea di progresso (dei popoli civili) e di regresso quando non di degenerazione (dei selvaggi), e soprattutto una disciplina ancora cauta nelle ipotesi relative alla “natura dell’uomo” in quanto fortemente riguardosa nei confronti delle Sacre Scritture. 1 L’Antropologia Culturale L’antropologia culturale è la disciplina che si occupa dello studio delle società umane a partire dalla diversità dei modi di vita e dalla varietà culturale dei modi di pensare. Nasce nella seconda metà dell’Ottocento negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, le due nazioni che, per motivi differenti, si trovarono a dover riflettere maggiormente sulla diversità culturale. La società statunitense si è trovata, da subito, a considerare le varie “forme di umanità” esistenti sul territorio americano. La nascente antropologia culturale statunitense quale quella di Lewis Henry Morgan (1818-1881) ed Henry Schoolcraft (1793-1864), orientò inizialmente lo studio sulla diversità culturale verso la “questione interna” degli Indiani. In Gran Bretagna, il consolidamento dell’impero attraverso una poderosa politica coloniale, determinò l’interesse di molti uomini di scienza, tra i quali Edward Tylor (1832-1917) e James Frazer (1854-1941), nei confronti delle società “altre” (africane, polinesiane, orientali); inoltre, la particolare forma di gestione e amministrazione delle colonie britanniche favorì lo studio dei modelli di organizzazione sociale, politica e giuridica delle popolazioni indigene.