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Ultimamente un articolo tira l’altro. Quando ho parlato di cosa pubblicare e cosa no, è nato l’articolo su come scrivere un buon libro. E dai commenti a quell’articolo nasce quello di oggi. La pubblicazione dovrebbe essere il momento più felice per un autore, specialmente se è al suo primo libro, un momento di piena e meritata soddisfazione. Eppure da alcuni commenti – e anche dalla situazione attuale dell’editoria – diventa invece un momento di ansia, di preoccupazione, di incertezza. Quali possibilità di pubblicazione esistono oggi, in Italia, per i nuovi autori? Come arrivare a un grande editore? All’interno della varia (74.695 novità), crescono tutti i generi, dalla fiction italiana e straniera (+6,0% compresa la narrativa Young Adult) e alla non fiction generale (+13,1%), specialistica (+15,8%), pratica (manualistica: +6,3%); i libri per ragazzi, dopo la battuta d’arresto del 2016 e il +13,7% del 2017, segnano un +5,9%. Fonte: “Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2019”, Associazione Italiana Editori Ho voluto analizzare le ultime novità di Mondadori, 73 titoli, per vedere se ci fossero autori esordienti. Ho trovato ovviamente autori che hanno già pubblicato, con Mondadori o altri editori, e inoltre autori stranieri, epidemiologi, virologi, scienziati, giornalisti, sceneggiatori televisivi, personaggi famosi. C’era una sola esordiente, che ha scritto la storia del Duomo di Milano (e comunque lavora da anni nell’ente Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano). Tutto questo cosa vi fa pensare? Che Mondadori non pubblichi esordienti o, meglio, che li pubblica nel caso assicurino vendite (perché personaggi conosciuti dal grande pubblico o per via della loro professione/posizione). È possibile inviare manoscritti ai grandi editori? Nella pagina dei contatti del sito Libri Mondadori c’è scritto “Hai un manoscritto da farci leggere?” e di seguito brevi indicazioni per inviarlo. E anche su Einaudi si trova un indirizzo email per i manoscritti. E lo stesso per Longanesi (che però suggerisce agli aspiranti autori di partecipare al torneo letterario IoScrittore. Stesso discorso per Corbaccio, Editrice Nord e le altre case editrici del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Sperling&Kupfer scrive invece che “purtroppo non è momentaneamente possibile accettare manoscritti”. Mi chiedo da quanto tempo duri quel “momentaneamente”. Anche sul sito della Newton Compton Editori c’è scritto che “al momento non prendono in esame manoscritti né via e-mail, né per posta ordinaria”. Idem come sopra. Adelphi invece promette di rispondere entro 2 mesi. De Agostini Editore non dà alcuna informazione al riguardo. Piemme avvisa “i gentili utenti che in questo periodo non possono accettare manoscritti”. Da quanto dura questo periodo? Giunti Editore accetta manoscritti, che vanno inviati tramite form. Fanucci scrive che “al momento non prendono in esame manoscritti né via e-mail, né per posta ordinaria”. È da parecchio che hanno scritto così. Gli editori italiani hanno una visione personale (ed estesa) del concetto di “momento”. Bollati Boringhieri ha risolto alla radice: ha una pagina di contatti… priva di contatti. Baldini & Castoldi invita a spedire il manoscritto a un loro preciso indirizzo email. Stesso discorso per Mursia. Anche Keller scrive che “al momento NON prendono in considerazione manoscritti”. A Neri Pozza editore si possono inviare manoscritti solo in formato cartaceo. I criteri di selezione dell’editoria italiana Quali sono? Non ne ho la più pallida idea. Ho voluto analizzare anche le ultime novità di altri grandi editori, di quelli che hanno scritto di accettare proposte editoriali: Einaudi: autori già pubblicati, in genere Giunti: idem. Baldini & Castoldi: idem + personaggi famosi Adelphi: classici e autori già pubblicati Neri Pozza: autori stranieri, autori già pubblicati, personaggi conosciuti Ecco quali sono i criteri di selezione delle grandi case editrici italiane. Un tempo si pensava che fosse l’eccessiva concorrenza, ma in un mio articolo di un anno fa, quando ho parlato della difficoltà di essere pubblicati, ho fatto un esempio fin troppo eloquente di certi (vergognosi) criteri di selezione: basta fare il deficiente su Youtube e trovare migliaia e migliaia di altri deficienti che ti seguono e la pubblicazione del tuo libro pieno di scemenze è assicurato. Da una parte posso capire il discorso delle vendite, ma dall’altra c’è anche un discorso di dignità editoriale che dovrebbe essere rispettata. Mi spiego meglio: se pubblichi scemenze, che idea devo farmi di te da lettore (da acquirente)? Quali sono le possibilità di pubblicazione per i nuovi autori? Alcuni risponderanno: l’autopubblicazione. Ma a me non convince e magari un giorno dirò perché. Altri tireranno in gioco le agenzie letterarie, ma sono scettico per via dei costi e non so quali garanzie ci siano alla fine per pubblicare con una grande casa editrice. Altri ancora diranno che bisogna puntare sui piccoli editori, ma vale davvero la pena? Quale pubblico si raggiunge? Quali sono per voi queste possibilità, oggi?