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Quarto tratto: dalle aromatiche alla chiusa. Alla fine dell'aiuola, il corrimano in legno si interrompe nuovamente: come prima, seguiamo la corda e si ritrova il corrimano, questa volta in metallo. Attraversiamo il Bèo su un pontino in legno e cemento protetto a destra e sinistra, e continuiamo a seguire il corrimano lungo il Bèo che ora è sulla nostra sinistra, mentre alla nostra destra c’è un muro in pietre. Sentiamo il rumore dell'acqua aumentare. Sul corrimano incontriamo una targa tattile che ci segnala una chiusa: ci abbassiamo seguendo con la mano destra il palo sotto alla targa, e con la mano sinistra ci allunghiamo a trovare la chiusa. Questa è una semplice paratìa in legno che può scorrere su due guide in metallo laterali, ed è quasi sempre abbassata per deviare l’acqua dal Bèo restituendola al torrente Pòra. Quinto tratto: dalla chiusa al nespolo. Proseguiamo: il camminamento in cemento attraversa ancora il Bèo mentre il corrimano in metallo di sinistra si interrompe ed inizia a destra, sempre tra noi e il Bèo. A sinistra un muretto di cemento con una rete delimita un terreno con alcuni alberi da frutta: ciliegio, susino, pesco e nespolo. Quando il rumore dell’acqua si fa più forte, il corrimano curva a destra e termina: si continua dritti seguendo il muro. In questo tratto il Bèo è interrato, ed il rumore è provocato dal piccolo salto che l'acqua fa uscendo dal tubo nel canale. Dopo una quindicina di passi su fondo sterrato, incontriamo una targa tattile che segnala un albero di nèspole. Il nèspolo del Giappone, nome scientifico Eriobotrya japònica, è una pianta della famiglia delle rose, coltivata per il suo frutto arancione, dal sapore delicato, che matura alla fine della primavera. Il tronco degli esemplari grandi è tipicamente ruvido con piccole spellature lisce. Il ramo che sale a destra (in linea d'aria sopra la targa) permette di toccare le grandi e spesse foglie, verdi per tutto l’anno. In basso l'edera tende a salire sul tronco, così come sul muro in pietra intorno. Sesto tratto: dal nespolo al bivio e alla caditoia. Proseguendo oltre il nespolo, il muro di destra è quasi interamente colonizzato dalla vite americana, un’altra pianta rampicante ancor più vigorosa dell'edera. Il muro è il nostro riferimento, ma ad una quindicina di passi dal nespolo la via del Bèo giunge ad un bivio, ed il muro si interrompe. Se girassimo l’angolo ora, svoltando a destra, imboccheremmo immediatamente la via del ritorno, ma negli ultimi centimetri del nostro muro troviamo una targa tattile che indica il Mulino Vecchio dritto innanzi a noi. Due mattonelle con lòges, davanti ad un ingresso privato, aiutano a trovare la direzione, ed in pochi metri si intercetta il corrimano in legno che accompagna il percorso sulla nostra destra. Dall’altra parte del corrimano c’è una casa privata, che era il Mulino Vecchio. Siamo sempre sopra al Bèo interrato; come prima, il corrimano si interrompe e la corda si collega alla rete di delimitazione del giardino, che è il nostro nuovo riferimento. Dopo una quindicina di passi la rete gira a destra: ancora cinque passi e cinque scalini e troviamo un parapetto il metallo, di fronte alla caditoia, una piccola cascata lungo il Bèo, che serviva a far girare la ruota del mulino che si trovava in questo punto. Settimo tratto: dalla caditoia alla strada provinciale. Dalla caditoia torniamo indietro sui nostri passi, seguendo la rete che ora si trova alla nostra sinistra, poi la corda e il corrimano in legno, fino al muro del bivio, quello con la vite americana. Qui svoltiamo a sinistra sulla stradina, larga più o meno quanto un'auto, con fondo un po' sconnesso. Quando sentiamo iniziare la discesa prestiamo attenzione: siamo quasi sulla strada provinciale. Una segnalazione lòges ci indica il limite da non sorpassare, e svoltando a destra troviamo il marciapiede. Ottavo tratto: rientro in Piazza. Seguiamo il marciapiede, con la provinciale a sinistra ed un muro a destra: dopo un lungo rettilineo, il marciapiede curva gradatamente a destra. Si abbassa, prima in corrispondenza dell'ingresso di una casa, e poi di nuovo presso una gelateria, dove cambia il tipo di fondo. Sui muri a destra ci sono diversi ingressi, perciò procediamo con attenzione. Il marciapiede si interrompe un paio di metri in corrispondenza di un passo carrabile e continua dritto accanto ad un negozio di alimentari; quindi svolta a destra entrando in Piazza Cesio e passando davanti ad un bar, e poi a sinistra. In questi ultimi metri facciamo attenzione a non entrare dritti nel bar-pizzeria (dove il fondo cambia diventando più liscio). Per imboccare il percorso giusto, facciamo caso al bordo sinistro del marciapiede che si abbassa e varchiamo il passaggio svoltando a sinistra. Qui troviamo immediatamente il lòges, che segnala un incrocio: a destra si riinizia tutto il percorso, mentre andando dritti si attraversa la piazza per tornare alla mappa tattile iniziale. Fine del percorso!