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Benvenuti a Calice Ligure! Come si può capire dalla mappa tattile, Calice si è sviluppato principalmente nella piana di fondovalle che si trova alla confluenza di due torrenti: il Pòra, che è quello principale (e in mappa è rappresentato più largo), e il Carbuta, suo affluente. Fatta eccezione per il centro del paese dove gli edifici sono abbastanza vicini tra loro, l'insediamento di Calice presenta case sparse e distanziate, inframezzate da terreni agricoli, ed il tutto è circondato da boschi. La presenza dei due torrenti, che non sono mai asciutti nemmeno in estate, ha fortemente favorito l'attività agricola e si è trovato il modo di attingere acqua direttamente dal loro àlveo costruendo dei canali per l’irrigazione: le bealere. Bèo è il nome dialettale per indicare la bealera. La via del Bèo è un percorso lungo circa 500 metri, attrezzato per essere fruito anche da persone non vedenti. Si raccomanda di effettuare una prima visita con accompagnatore, per valutare correttamente la propria autonomia su questo tipo di itinerario, con asperità del terreno e passaggi stretti. Questa audio-guida vi sarà utile per avere indicazioni durante il cammino. Si articola in 8 parti, da ascoltare prima di proseguire il cammino. Primo tratto: dalla mappa tattile all’ingresso della via del Bèo. Per prima cosa seguite il lòges che dalla mappa tattile porta all'inizio dell’attraversamento pedonale segnalato come ostacolo. Mantenendo la direzione del lòges, si arriva in circa 25 passi dall'altra parte della piazza, al muretto d’angolo di un bar, dove si incontra di nuovo il lòges: lo seguiamo andando a sinistra. Il lòges conduce sotto ad un portico, all'ingresso del vicolo dove inizia la via del Bèo. Qui il cancello è sempre aperto ma in occasione di manifestazioni affollate potreste trovarlo chiuso: in tal caso c’è un ferretto sul lato sinistro all’interno. Secondo tratto: dall’ingresso della via del Bèo al lavatoio. Il vicolo passa inizialmente in un voltino stretto, ricavato sotto una vecchia casa che faceva parte del complesso del Mulino della Camera, o Mulino della Piazza: di questo mulino si hanno le prime notizie storiche in un inventario del 1639, dove si dice che il gestore pagava 40 stàia di avena alla Camera Marchionale, che gestiva il Bèo. Il Mulino cessò l’attività nel 1993. Nel complesso c’era anche un follo, cioè un macchinario per la battitura di feltri e tessuti, da cui il nome dato alla bealera che tra poco incontreremo: il Bèo del Follo. Quando il voltino sopra al nostro vicolo si apre, saliàmo alcuni scalini: sèi scalini ampi e bassi. Fatto il sesto scalino, avanziamo poco più di un metro e allargando le braccia individuiamo un muretto in pietra a destra e una ringhiera a sinistra. La ringhiera, che delimita una scala privata di una casa, è fatta in cemento, ma ha forma e venature che imitano dei rami: uno stile che usava in diverse località di campagna nella metà del novecento. Il muretto a destra ci è utile per avanzare, perché ci fa da guida mentre sorpassiamo due scalini alti e stretti, girando a destra. Sempre seguendo il muretto, facciamo un terzo scalino più basso e ci troviamo dirimpetto ad un piano di cemento inclinato. La targa tattile posta sulla destra ci informa che si tratta di un lavatoio posto direttamente sul Bèo. Oggi in questo punto non c’è acqua, perché le vecchie case cominciavano a soffrire l'umidità e quindi l'acqua viene deviata come vedremo più avanti. Una volta, qui si faceva il bucato, ed alcuni anziani di Calice ricordano che era frequentato dai bambini che giocavano a bagnarsi e schizzarsi… e che bevevano l’acqua del Bèo, non proprio pulita, dicendo "la beve Dio, la bevo anch'io!” Terzo tratto: dal lavatoio alle aromatiche. Con il fianco destro al lavatoio, proseguiamo seguendo sempre l’argine del Bèo che gradatamente si abbassa. Appena il fondo in cemento finisce, allunghiamo la mano sinistra per trovare un corrimano in legno (attenzione: non seguiamo il muro a sinistra perché porta ad una scaletta che va in un orto privato). Seguiamo quindi il corrimano per un discreto tratto, mentre l’argine del Bèo si è abbassato a livello del terreno. Il corrimano si interrompe per circa un metro e mezzo per mantenere un passaggio privato, protetto da una corda: seguiamola con la mano fino a ritrovare ancora il corrimano in legno. Qui troviamo una targhetta tattile, che indica la sottostante aiuola con piante aromatiche. Siccome questa si trova subito al di là del parapetto, e come dicono i contadini “la terra è bassa”, occorre chinarsi e sporgersi un poco per sentire i diversi profumi delle piante aromatiche di questa piccola aiuola lunga una decina di metri, prendèndone piccoli pezzi e stropicciandoli tra le dita. La quantità e le specie di piante potrebbero variare nel tempo in base ad aggiunte o sostituzioni.