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Artista dal percorso composito, Maggia dopo aver studiato all'accademia albertina con filippo scroppo, aveva compiuto scelte di vita molto personali,,giungendo all'astrattismo solo alla fine degli anni settanta, come evoluzione di esperienze informali legate al mondo della pittura. “Sono nato in una famiglia di artigiani, quando l’artigianato era molto vicino all’arte. Mio nonno mi ha insegnato molto sia in campo artistico sia nella vita. Si definiva muratore con grande modestia anche se era un piccolo costruttore. Io sono nato in via Barbaroux, nel cortile mio nonno aveva una lavagna dove i clienti appuntavano ordinativi di materiale edile ed i vari lavori ed interventi da realizzare. “Io ho iniziato a scalare a 15 anni, corda doppia e via. Nella mia famiglia c’era grande apprensione perché fare la guida significava rischiare la vita. Ho scalato più il massiccio del Monte Bianco che quello del Rosa, a noi Valsesiani molto più vicino. La prima ascensione è stata lo sperone del Bremba, in cui ho avuto come maestro la famosa guida Ottoz. Da qui sono partito per centinaia di ascensioni fino ai 65 anni, quando ho smesso”. Uno dei temi più cari a Maggia è proprio la montagna. In particolare il cervino, una montagna che amava molto.