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Lo sanno tutti! Le emozioni impediscono di pensare in modo chiaro e le migliori decisioni possono essere prese quando la mente non è annebbiata dalla confusione tipica dei sentimenti. Giusto? Ci agitiamo per qualcosa e ci rivolgiamo a qualcuno in modo sgarbato, per poi pentircene. Ci troviamo in grande sintonia con qualcun altro e gli concediamo troppo. E a posteriori esclamiamo: Mi sono fatto prendere dalle emozioni… E così ci impegnamo, con fortune alterne, a ignorare i nostri sentimenti oppure a liquidarli come segni di debolezza o come qualcosa di irrilevante. Ma le emozioni influenzano il nostro modo di sentire, di pensare e di agire anche quando riteniamo di averle accantonate. I processi che utilizziamo per “pensare” e “sentire” sono fortemente interdipendenti perchè il pensiero analitico e le emozioni sono prodotti delle stesse cellule e delle stesse reazioni chimiche. Se non possiamo separare ragione ed emozione in alcun modo dobbiamo dunque comprendere come le emozioni siano un patrimonio a cui possiamo attingere per prendere decisioni ottimali, dare il nostro meglio e per creare relazioni efficaci. Che cos’è un’emozione? Le emozioni sono miscele elettrochimiche uniche per forma e struttura che portano una carica variabile da zero a settanta volts. Queste molecole, chiamate neuropeptidi, sono prodotte dall’ipotalamo, una struttura del sistema nervoso centrale interna ai due emisferi celebrali. I neuropeptidi scorrono attraverso il nostro corpo trasportando delle informazioni che influenzano molteplici aspetti delle nostre funzioni fisiche e mentali. Queste informazioni vengono inviate rapidamente anche all’amigdala e all’ippocampo. L’amigdala, quando valuta pericolose queste informazioni, scatta come una sorta di antifurto inviando allarmi a tutte le parti del cervello L’amigdala può reagire prima che la corteccia sappia ciò che sta accadendo perché l’emozione grezza viene elaborata in modo indipendente dal pensiero cosciente. L’ippocampo invece, determina in parte dove focalizzare l’attenzione e su cosa soffermarsi. Quando viene stimolato dai neuropeptidi, l’ippocampo attiva un processo di attenzione selettiva che innesca un processo ciclico di rinforzo dell’emozione che stiamo provando. È possibile non provare emozioni? Tutti noi abbiamo queste reazioni chimiche che hanno origine all’interno del nostro corpo e del nostro cervello. Quello che ci distingue è l’interpretazione che diamo alle nostre emozioni e il modo con cui le viviamo. I segnali che chiamiamo pensieri e quelli che chiamiamo emozioni sono mescolati insieme nel cervello e viaggiano attraverso le sinapsi cioè le reti di cellule nervose. Qualsiasi reazione abituale è dunque un collegamento sinaptico forte causato da un informazione chiave che fa sempre lo stesso percorso nella nostra rete neurologica. La rete di sinapsi però, è soggetta a cambiare ogni volta che acquisiamo una nuova informazione, o ancora meglio, ogni volta che scegliamo di cambiare il modo in cui reagiamo ad una specifica emozione. Che cos’è l’intelligenza emotiva? Secondo Charles Darwin, la nostra civiltà si è sviluppata grazie al lavoro di gruppo e, perché ciò accadesse, abbiamo avuto bisogno di metodi per poter valutare e comprendere gli altri, per organizzarci e per individuare la strada giusta da percorrere. Ancora oggi le emozioni ci suggeriscono a chi possiamo avvicinarci e chi dobbiamo evitare, ci consentono di identificare quello che ci piace e quello che non ci piace, ci dicono se quello che stiamo facendo è in accordo con i nostri valori. Vi è mai capitato di provare inizialmente, di fronte ad un compito difficile, un’emozione spiacevole che vi ha abbandonato una volta individuata una strategia risolutiva? L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le emozioni, tanto interiormente quanto nelle nostre relazioni. Quali sono le abilità chiave dell’intelligenza emotiva? Assunto che l’intelligenza emotiva non è la capacità di sopprimere le emozioni negative e di incoraggiare quelle positive, possiamo ricondurre questa competenza a quattro set di abilità. Identificare le emozioni è la capacità di semplificare emozioni complesse e dare un nome esatto a ciò che proviamo. Comprendere le emozioni è l’abilità di identificarne il messaggio intrinseco ed il valore informativo. Gestire le emozioni è la capacità di sostituire le nostre reazioni abituali con nuove forme intenzionali calibrate sui nostri obiettivi. Utilizzare le emozioni è la capacità di avvalersi di tutto ciò che proviamo come risorsa da cui trarre energia nella quotidianità. Sei pronto a formulare il tuo obiettivo di sviluppo? L’intelligenza emotiva è l’abilità di unire pensieri ed emozioni per prendere decisioni ottimali e generare risultati positivi nella nostra vita. Per iniziare a sviluppare la tua intelligenza emotiva è necessario formulare un obiettivo che descriva il beneficio che intendi conseguire dal suo allenamento. Per formulare il tuo obiettivo prova a rispondere alle seguenti domande: In quale ambito della tua vita l’intelligenza emotiva potrebbe generare risultati positivi? Quale risultato vorresti ottenere? Nella prossima pillole condivideremo il metodo attraverso cui possiamo rafforzare la capacità di semplificare emozioni complesse e dare un nome esatto a ciò che proviamo. Buon allenamento!