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L’attivismo pedagogico. Da un punto di vista strettamente pedagogico, l’attivismo, è la più significativa corrente del rinnovamento delle tematiche dell’educazione nei primi decenni del 900. Un libro famoso di Key, “Il secolo del bambino” , apre la stagione dell’attivismo europeo e americano, fondata su un concetto essenziale. il puerocentrismo. Il puerocentrismo, è il riconoscimento essenziale del protagonismo del bambino in ogni processo educativo. Il bambino deve svolgere le attività in prima persona, sia singolarmente, sia in collaborazione con altri alunni. L’attivismo presenta inoltre, una forte valorizzazione del fare nell’ambito dell’apprendimento. al centro del lavoro scolastico ci devono essere le attività manuali, il gioco e il lavoro. Ogni apprendimento deve essere legato ad un interesse da parte del bambino, e quindi deve essere mosso da una sollecitazione proveniente dai suoi bisogni emotivi, pratici e cognitivi. L’attivismo afferma anche la centralità dello studio dell’ambiente, come realtà che circonda il bambino e da cui il bambino deve ricevere primariamente stimoli per l’apprendimento. La socializzazione, inoltre, è uno dei bisogni fondamentali del bambino che va non solamente riconosciuto, ma anche fortemente incrementato. L’anti-autoritarismo è l’altro aspetto che collega insieme le diverse produzioni dell’attivismo. Anti autoritarismo significa messa in discussione della supremazia dell’adulto sul bambino. si tratta di creare educatori che rinuncino a un tasso forte di adultismo”. La maestra montessoriana, coordina l’attività didattica del gruppo-classe, aspettando la risposta del bambino rispettandone i tempi di apprendimento, privilegiando il principio dell’autoeducazione. Ultimo elemento che caratterizza l’opera degli attivisti è l’anti-intellettualismo, ossia la svalutazione o il ridimensionamento dei programmi formativi esclusivamente culturali, soprattutto se per cultura si intende un sapere libresco, astratto, lontano dalla realtà, per valorizzare invece un’organizzazione più libera delle conoscenze da parte del docente e del discente. L’attivismo rappresenta un movimento che, per la prima volta in ambito pedagogico, si apre alla psicologia ed alla sociologia, nonché alle discipline biologiche e neurologiche. Ovide Decroly, ad esempio, avvia la propria riflessione pedagogica con un’esperienza che non è strettamente scolastica ma è fatta a contatto con i portatori di handicap. Questo è vero anche per la Montessori. I materiali montessoriani, ancora oggi vanto di questa scuola, furono prodotti non per i bambini cosiddetti normali, ma per quelli che presentavano uno sviluppo lento e irregolare. Questi metodi, elaborati nell’ambito delle problematiche dell’handicap, verranno poi ripresentati anche per bambini senza particolari problemi psico-fisici. Questa feconda compenetrazione di studi medici, neurologici, biologici e pedagogici apporterà una grande ricchezza agli studi pedagogici dei primi decenni del 900.