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L’antefatto L’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù è un ente morale, assistenziale e culturale senza fini di lucro. Al di là della denominazione sociale, cambiata in AIG dopo il delitto, l’Associazione è meglio nota come Ostelli della Gioventù. L’ente fornisce ai giovani possibilità di soggiorno in Italia a costi economici. La sede nazionale è ancora oggi in via Cavour, al civico 44. Nel 1990, la palazzina B di via Poma ospita la sede del comitato regionale Lazio dell’ente. Gli uffici, aperti al pubblico solo la mattina, sono situati al terzo piano. Alla fine di aprile, Ermanno Bizzocchi, socio della Reli, riceve da Corrado Carboni, direttore del comitato Lazio, l’incarico di individuare un addetto all’inserimento di dati contabili. Quasi certamente è già stato informato di quell’affidamento da Francesco Caracciolo di Sarno, presidente del comitato regionale. Il dipendente preposto a quella mansione, tale Riccardo Sensi, si è appena dimesso. Il rapporto di Bizzocchi con Francesco Caracciolo è forte e consolidato. Sua la decisione di affidare ad una unità lavorativa esterna la sostituzione del dipendente in uscita. Bizzocchi accetta l’incarico, ma prende tempo. Al momento non ha nessuno da segnalare. Nel frattempo l’AIAG affida il compito di sostituire Riccardo Sensi a Luciano Menicocci, un impiegato della sede nazionale. A giugno Bizzocchi chiama Carboni e lo informa di aver trovato la persona adatta. Ecco la versione rilasciata l’8 agosto agli inquirenti da Anita Baldi, all’epoca direttore amministrativo della sede nazionale dell’AIAG. “Nello scorso mese di aprile, si è licenziato un nostro dipendente che lavorava presso l’ufficio contabilità del comitato regionale Lazio di via Carlo Poma 2. Pertanto, poiché si era in ritardo nell’inserimento della contabilità nei computer, si era cercato di trovare qualcuno esperto nella materia tramite lo studio commercialista del Bizzocchi. Poiché lo stesso, al momento, non aveva nessuno disponibile, avevamo incaricato, nel frattempo, un nostro dipendente della sede nazionale. Nel mese di giugno, credo, ha chiamato il Bizzocchi dicendo che avrebbe mandato qualcuno. Quindi, si presentava, anzi rettifico, ci siamo recati presso lo studio di questi dove ci è stata presentata una ragazza a nome Simonetta. La stessa, pertanto, ha iniziato a lavorare negli uffici di via Carlo Poma per due giorni la settimana, precisamente il martedì ed il giovedì. Per circa un mese la ragazza ha lavorato in compagnia del nostro dipendente Luciano Menicocci, inviato dalla sede nazionale in sostituzione di quello licenziatosi, Riccardo Sensi, al fine di essere messa a conoscenza di tutto. Non ho più rivisto Simonetta, anche se di tanto in tanto chiedevo a Menicocci notizie circa il comportamento di lavoro della ragazza”. “Due volte a settimana”, ricostruisce Luciano Menicocci, “esattamente il martedì e il giovedì, dalle ore 15.30 alle ore 19.30 circa, uscivo dalla sede nazionale di via Cavour e mi recavo in quella di via Poma 2, appunto per fornire la mia collaborazione alla sede regionale. In queste due volte impartivo a Simonetta le direttive del lavoro […]. Il 26 luglio, ultimo giorno che ho visto Simonetta, le ho consegnato le chiavi della sede, in quanto dovevo andare in ferie, mentre lei avrebbe dovuto proseguire il lavoro”. È lecito chiedersi da quanto tempo Ermanno Bizzocchi e Salvatore Volponi conoscessero l’esigenza del comitato Lazio dell’AIAG. Bizzocchi e Carboni concordano nell’indicare il mese di aprile del 1990. Tuttavia, la catena temporale degli eventi, vuoi per la genericità delle testimonianze, vuoi per la labile memoria dei testimoni, non è certa. Riccardo Sensi avrà di certo rispettato le norme del contratto di lavoro e, quindi, informato anticipatamente l’ente di volersene andare. Poniamo l’abbia comunicato ufficialmente tre mesi prima. Siamo perciò a gennaio del 1990. Proprio dalla testimonianza di Sensi emerge però un’altra circostanza. Dopo essersi dimesso, l’ex impiegato stringe un accordo con Caracciolo di Sarno per provvedere alla contabilizzazione residua del 1989. Quindi nel bilancio del comitato regionale c’è un pregresso da sistemare risalente addirittura all’anno precedente. L’incompletezza contabile lascia intravedere una situazione quanto meno problematica nell’amministrazione del comitato regionale degli ostelli, risalente al 1989. I due soci della Reli avviano la ricerca di una collaboratrice con competenze informatiche di inserimento contabile nel settembre del 1989 e dal mese di ottobre Simonetta inizia a lavorare presso lo studio di via Maggi. Non si può aggiungere altro, ma questi sono i fatti. Poi c’è un’altra domanda. C’era davvero l’esigenza di affiancare una unità lavorativa esterna a Luciano Menicocci, ovvero di esternalizzare una mansione già coperta alla Reli? Da quanto è emerso, sarebbe stato lo stesso Menicocci a richiedere alla Baldi un aiuto per rispettare le scadenze amministrative. Però qualcosa non torna lo stesso. Se c’è una situazione di emergenza, perché avvalersi di una unità lavorativa da formare? Sì, perché la ragazza non conosce il software contabile dell’AIAG, ha conoscenze informatiche superficiali e, pur essendo rapida nell’apprendere, non ha competenze tali da potersi definire formata per la mansione. Non sarebbe stato più utile fronteggiare l’emergenza con proprio personale esperto, magari chiedendo a Menicocci un numero di ore lavorative maggiore? Affidando il service ad uno studio di commercialisti, oltre al costo della prestazione, si aggiunge quello della formazione. Luciano Menicocci viene pagato dall’AIAG per gestire la contabilità arretrata e per fare da tutor a Simonetta. Sarebbe comprensibile accollarsi il costo della formazione se ci fosse l’intenzione di assumere la nuova unità lavorativa. In caso contrario tutta l’operazione, oltre ad essere costosa, appare alquanto singolare. Tra le poche cose emerse, nell’incredibile balletto di non detti, di frasi ambigue, di mancati ricordi, il consolidato rapporto dei soci Ermanno Bizzocchi e Salvatore Volponi con l’avvocato Francesco Caracciolo è una certezza. Non voglio ipotizzare un illecito accordo. Era nelle prerogative del presidente regionale risolvere la problematica, anche se, formalmente, ogni decisione dei comitati regionali doveva essere autorizzata dalla dirigenza nazionale. Ad ogni modo la scelta di affidare il service alla Reli è stata senz’altro determinata dall’amicizia tra Caracciolo e i due soci della Reli. Continuando il ragionamento è lecito chiedersi se il comitato Lazio, ovvero il suo presidente regionale, avesse intenzione di assumere la ragazza. Caracciolo, nei mesi in cui Simonetta Cesaroni si reca in via Poma, telefona un paio di volte ad Anita Baldi, all’epoca dei fatti dirigente amministrativo della sede nazionale dell’AIAG, per sapere se i problemi della contabilità sono stati risolti. “Visto che Menicocci mi ha informata che Simonetta è molto brava, che ha imparato bene”, gli suggerisce la Baldi, “perché non propone a questa ragazza un’assunzione? Potrebbe anche accettare, perché un conto è lavorare per uno studio privato e un conto è lavorare per un ente”. Poco manca che l’avvocato la prenda a male parole, o almeno questo racconta il 7 aprile del 2010 la stessa Baldi, davanti alla III sezione della Corte d’Assise presieduta da Evelina Canale. “La persona”, le avrebbe risposto Caracciolo, “guadagna moltissimo e quindi non accetterà mai di essere assunta dall’AIAG, dove gli stipendi non sono buoni”. La Baldi riferisce di aver lasciato cadere l’argomento, salvo poi scoprire, in seguito ad una vertenza della famiglia Cesaroni alla Reli, nella quale l’AIAG viene chiamata come terzo in causa, quanto poco guadagnasse Simonetta Cesaroni. Nell’occasione la Baldi scopre anche che la Reli è un ufficetto allocato in una sola stanza, con un paio di scrivanie e un computer. “Questa società Reli, ubicata presso l’abitazione della madre del signor Ermanno Bizzocchi, in realtà non era uno studio commercialista così importante”, racconta la Baldi. “Il numero di telefono che avevo io di Bizzocchi, lo scoprii in Questura la sera dell’omicidio, non era il numero di uno studio commercialista bensì quello di un’Azienda sanitaria locale, una Asl, di Roma”. Dal siparietto con Caracciolo sembra emergere la volontà di non assumere Simonetta Cesaroni, ma piuttosto quella di continuare ad avvalersi della collaborazione della Reli, anche in una fase di ordinaria amministrazione, almeno fino a quando fosse stata individuata una figura idonea a sostituire Riccardo Sensi. Simonetta, a partire dal 19 giugno, si reca presso la sede comitato regionale due volte a settimana, il martedì ed il giovedì, a partire dalle 15.30, perché il lavoro deve essere svolto solo quando gli uffici sono chiusi al pubblico. La decisione di mandarla là il pomeriggio l’ha presa l’avvocato Caracciolo. La ragazza si intrattiene, solitamente, sino alle 19.00 – 19.30. Intorno alle 20.00 – 20.30, a meno di altri impegni o programmi, rientra a casa. “Quando c’era Simonetta”, è ancora Menicocci a parlare, “venne alcune volte nella sede di via Poma Riccardo Sensi. In una occasione s’incontrò con Ermanno Bizzocchi”. L’interessato sostiene di essere andato, in contemporanea con la ragazza, una sola volta. Comunque, oltre a Menicocci, Simonetta conosce anche Riccardo Sensi, ovvero l’ex impiegato da lei sostituito. Conosce anche Anita Baldi. “Quindi si presentava, anzi rettifico, ci siamo recati presso lo studio di questi, dove c’è stata presentata una ragazza a nome Simonetta”, dichiara la dirigente amministrativa dell’AIAG l’8 agosto del 1990. Dal verbale sembrerebbe essersi recata presso lo “studio” di qualcuno. Quello di Bizzocchi in via Maggi, o quello di Caracciolo in via Brofferio? Non si capisce. In seguito la versione cambia.