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Seppur i datori di lavoro, i dirigenti, gli addetti al servizio di prevenzione e protezione e altri, sono le figure che il legislatore ha deputato all’attuazione della sicurezza sul lavoro, ciascuno di noi dovrebbe considerarla come un interesse personale, che porta vantaggi all’individuo e al gruppo di lavoro. Il coinvolgimento nella prevenzione rende protagonisti i lavoratori, che di conseguenza si sentono più responsabili. Spesso quando sentiamo o leggiamo una notizia, relativa a un infortunio avvenuto sul luogo di lavoro, l’interrogativo che subito viene alla mente è “di chi sarà la colpa?”. È ovvio e giusto che a seguito di un evento, siano svolte indagini con lo scopo di accertare, se ci sono state violazioni e responsabilità. È altrettanto vero, che per chi ha subito l’infortunio, per i suoi famigliari e amici e per i colleghi, conta poco di chi sia la colpa, quando la perdita di un arto, di una funzionalità motoria o addirittura della vita dell’infortunato, avranno ripercussioni pesanti per i giorni a venire. E anche se a seguito delle indagini e degli accertamenti, emergessero delle responsabilità e saranno previsti dei risarcimenti, nessuno potrà restituire all’infortunato, i giorni persi o i danni o le sofferenze subiti.