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LE ORIGINI DI ROMA La leggenda. Una leggenda racconta come è nata Roma. Gli scrittori romani narrano che due fratelli gemelli, Romolo e Remo, hanno fondato la città di Roma. I due gemelli sono abbandonati in una cesta sulle rive del fiume Tevere. Una lupa raccoglie e allatta Romolo e Remo. La lupa è diventata il simbolo della città di Roma; puoi vedere una statuetta della lupa che allatta i gemelli a pagina 49 del tuo libro. Poi un pastore alleva i due gemelli come figli. Quando diventano adulti, Romolo e Remo decidono di fondare, costruire, una città. Ma come possono sapere se deve comandare la città Romolo o Remo? Per decidere quale di loro due deve diventare re si affidano alla volontà degli dèi (cioè cercano di capire che cosa vogliono gli dei); perciò guardano il cielo: vince il gemello che vede più avvoltoi. Romolo vince, ma Remo non accetta di avere perso e sfida il fratello. Romolo uccide il fratello e diventa il primo re di Roma. La storia Gli storici dicono che nel Lazio abitavano molte comunità, cioè gruppi, di Latini. Una delle comunità tra l’VIII e il VI secolo a.C., aveva costruito dei villaggi su sette colli che erano vicini alla foce del Tevere; osserva la carta a pagina 49 del tuo libro. Da questa piccola comunità ha avuto origine la città di Roma. Nel punto dove è stata fondata Roma il fiume poteva essere attraversato facilmente. Da quel punto passavano le vie commerciali che collegavano le città degli Etruschi (che vivevano in Toscana), con alcune ricche città della Magna Grecia (che si trovavano in Campania). Le persone che abitavano dove è nata Roma potevano controllare i commercianti che passavano per quella via. Questa possibilità ha spinto i villaggi a unirsi e a formare Roma. IL PERIODO DELLA MONARCHIA I re hanno governato Roma tra l’VIII e il VI secolo a.C. Molti dicono che i re sono stati sette, alcuni di origine latina, altri di origine etrusca. In realtà, gli storici pensano che i re sono stati molti di più. Poiché non ci sono più i documenti di quell’epoca, non è possibile conoscere tutti i loro nomi. I re erano a capo dell’esercito ed erano anche la più importante autorità religiosa, cioè erano a capo dei sacerdoti. Quando doveva prendere le decisioni più importanti, però, il re era aiutato dal Senato. Durante il periodo della monarchia i cittadini di Roma erano uomini liberi ed erano divisi in due classi sociali: i patrizi, che erano i nobili, e i plebei. I patrizi erano proprietari di terreni agricoli (campi da coltivare), pascoli, mandrie e greggi. Se scoppiava la guerra i patrizi erano obbligati a formare l’esercito, cioè dovevano andare a combattere. I plebei erano agricoltori, artigiani e commercianti. Erano uomini liberi, ma non potevano partecipare al governo della città, e non potevano eleggere il re. La monarchia è durata fino al 509 a.C. In quell’anno i patrizi e il Senato hanno cominciato a governare Roma al posto del re: è iniziato così il periodo della repubblica. IL PERIODO DELLA REPUBBLICA Il Senato ha governato Roma durante il periodo della repubblica, che è durato circa 400 anni. Il Senato prendeva le decisioni più importanti, discuteva e approvava le leggi, cioè decideva se erano giuste e ordinava di farle rispettare. Il Senato eleggeva due consoli, che restavano in carica un anno; i consoli avevano il compito di comandare l’esercito e di far rispettare le leggi. In questo periodo Roma ha allargato i propri domini, cioè ha aumentato le terre sulle quali comandava: ha fondato colonie, ha combattuto molte guerre e conquistato nuovi territori, si è alleata con le città e le regioni confinanti. Alla fine il territorio che Roma governava comprendeva tutta l’Italia, una buona parte dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. I territori che facevano parte dei domini romani erano chiamati province. Durante la repubblica i patrizi hanno continuato a governare; in questo periodo, però, anche i commercianti e gli artigiani più ricchi erano diventati molto importanti. Per questo motivo ci sono state gravi tensioni, cioè problemi che hanno creato nervosismo e lotte fra patrizi e plebei. Perciò i plebei hanno proposto alcune riforme, cambiamenti, e hanno nominato i loro rappresentanti, cioè delle persone che avevano l’incarico di difendere loro interessi: i tribuni della plebe. I tribuni sono riusciti a far scrivere le leggi: in questo modo le leggi erano uguali per tutti perché non potevano essere cambiate da una volta all’altra.