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Sant'Antioco è un comune della provincia del Sud Sardegna, nel Sulcis-Iglesiente, che sorge sui resti di Sulki, una delle città più antiche del Mediterraneo occidentale. La sua fondazione come città è avvenuta attorno al 770 a.C. Le prime notizie sull'antico abitato fenicio provengono da un'area denominata, non proprio felicemente, Cronicario, adiacente all'ospizio per gli anziani. Oltre alle strutture murarie, in pietra e in mattoni di argilla cruda, sono stati rinvenuti numerosissimi oggetti, soprattutto in terracotta, che hanno permesso di conoscere meglio quale doveva essere l'ampiezza dei commerci dell'antica Sulcis. I suoi traffici toccavano tutto il Mediterraneo, dal Libano alla Penisola Iberica, dall'Africa settentrionale all'Etruria. Secondo le evidenze archeologiche registrate, Sulky ci appare oggi come la più città antica della Sardegna, se non addirittura d'Italia. Per quanto riguarda le strutture abitative più antiche, queste sono emerse in alcuni settori all'interno dell'area archeologica in cui è stato possibile indagare in profondità, raggiungendo talvolta il livello della roccia vergine. L'area del Cronicario in epoca fenicia doveva essere parte di un quartiere abitativo e artigianale, dove trovarono posto impianti per la lavorazione del pescato e del metallo (in particolare ferro). Dopo l'avvento del dominio di Cartagine sulle colonie fenicie, consolidatosi durante gli ultimi decenni del VI secolo a.C. la città di Sulky subisce importanti modifiche culturali e anche urbanistiche. Dai resti della cultura materiale rinvenuti durante le indagini archeologiche si percepisce l'importanza che la città mantenne anche durante il dominio cartaginese, probabilmente favorita per la sua felice posizione portuale e come naturale sbocco delle risorse provenienti dal Sulcis-Iglesiente, tra le quali soprattutto l'argento.