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La civiltà egizia si sviluppò in Africa, lungo la valle del Nilo. Il Nilo è il fiume più lungo del mondo, scorre per 6.600 km prima di buttarsi nel mare Mediterraneo in una foce a delta molto ramificata e paludosa. Anticamente l'Egitto era diviso in due regni diversi, il Basso Egitto, nell'area del delta, e l'Alto Egitto, lungo i territori attraversati dal Nilo. Vi furono violente lotte e scontri tra l'alto Egitto e il basso Egitto per la dominazione del territorio fino a quando, verso il 3.000 a.c., un re guerriero del Sud di nome Menes, unificò i due territori in un unico stato, dando vita alla prima delle dinastie che avrebbe governato l'Egitto per i successivi 2.000 anni. La vita, il benessere e il progresso degli egizi dipendeva dal corso del fiume Nilo, che permetteva di coltivare terre altrimenti desertiche, rendendole fertili e adatte agli insediamenti umani. La valle del Nilo veniva chiamata "kemet" ovvero "regione nera" per via del colore che assumevano i campi dopo le inondazioni: le sorgenti del Nilo nascevano infatti in un territorio di abbondanti piogge molto lontano dall'Egitto, tra luglio e settembre il Nilo si gonfiava per via delle piogge e quando a Ottobre si ritirava lasciava sui terreni precedentemente inondati un fango nerastro chiamato limo dalle proprietà fertilizzanti che permetteva ai campi di produrre raccolti generosi. Lungo le rive del Nilo si coltivavano grano e orzo, poi lino, ulivi e viti mentre verso la foce cresceva rigoglioso il papiro, tra gli alberi da frutto si trovavano fichi e palme da datteri.