Download Free Audio of La ricerca psicologica, anche quella più attuale... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

La ricerca psicologica, anche quella più attuale, ha dimostrato che la relazione soggetto- ambiente è regolata con l’organizzazione e la strutturazione di schemi mentali d’azione. Organizzazione e strutturazione che prende avvio già con i primi riflessi motori, per poi perfezionarsi e svilupparsi nel corso dell’età evolutiva È stato dimostrato, altresì, che questo processo evolutivo si accompagna al progressivo sviluppo delle strutture corporee e al maturare delle corrispondenti funzioni. Un processo che viene ad essere potenziato mediante la continuità e la sistematicità del suo esercizio. Il Piaget, a conferma di quanto aveva rilevato Claparède, ha spiegato che la costruzione degli schemi mentali d’azione scaturisce dalla necessità individuale di affrontare e risolvere “bisogni”. Sono i bisogni che spingono all’azione, che dovrà essere sempre più efficace, cioè sempre più funzionale al loro soddisfacimento. In particolare il Piaget ha notato che gli schemi mentali d’azione variano con una sequenza ordinata di comparsa, riconoscendo in questa sequenza una continuità genetica o funzionale. Detta continuità, seppure possa interessare età diverse, è costante nella specie umana, per cui è rappresentabile in “stadi evolutivi”. Cosicchè, assumendo a riferimento detti stadi, è possibile stabilire rilevazioni diagnostiche sullo stato psico-fisico di ciascun soggetto e di progettare specifici e correlati modi d’intervento educativo, abilitativo, riabilitativo, formativo, etc. In modo abbastanza sintetico, gli stadi dello sviluppo cognitivo sono così rappresentabili: 1. Stadio dell’intelligenza senso-motoria (0-2 anni), antecedente allo sviluppo del linguaggio; 2. Stadio preoperatorio (2-6/7 anni); 3. Stadio delle operazioni concrete (6/7-11 anni); 4. Stadio delle operazioni formali (11 anni in poi). Ed è nel corso dello sviluppo dei primi tre stadi (0-11 anni) che prendono progressivamente forma e si strutturano le abilità di relazione motoria, attraverso un passaggio importante che va dalla forma grosso a quella fine motoria.o È durante i suoi primi anni di vita che il bambino compie le sue esperienze di interazione con il suo mondo esterno (strisciando, rotolando, camminando carponi, fino a camminare in forma eretta), cogliendone le caratteristiche fondamentali e sperimentando le proprie attitudini e abilità. Se un soggetto ha sviluppato un alto grado di efficacia nelle abilità grosso-motorie di base è sicuramente facilitato nel comprendere e nel gestire i movimenti legati alla specificità degli atti motori richiesti da una certa pratica sportiva, trasformando gradualmente dette capacità in competenze d’uso. Inoltre, è ampiamente dimostrato che la conquista della padronanza delle abilità grosso-motorie incide profondamente non solo sulla percezione e sulla rappresentazione del sé, ma anche sul controllo intenzionale delle abilità sociali (Gallahue, 1982; Williams, 1983). È facile rilevare, ad esempio con il test sociometrico di Moreno, che i soggetti meno dotati sul piano del controllo motorio risultano candidati all’emarginazione e all’esclusione nelle attività comuni. La loro classificazione è ordinata, normalmente, in tre livelli di sviluppo: 1 - schemi motori statici (movimenti fondamentali); 2 - schemi motori di base; 3 - schemi motori specializzati; 3.1. Gli schemi motori statici Tra tutti i possibili movimenti espletabili dall'essere umano esistono i cosiddetti "movimenti fondamentali", vale a dire espressioni motorie che coinvolgono una sola articolazione, senza prevedere uno spostamento globale del corpo; pertanto sono anche definiti "schemi motori statici". Ne sono esempio i movimenti di adduzione e abduzione, di flessione ed estensione, di circonduzione, di oscillazione. La motricità, che ha inizio già nel grembo materno, si consolida, già a cinque anni, in uno schema corporeo che consente di raffigurare il proprio corpo, conferendo consapevolezza e coscienza nel movimento. Si chiamano "schemi motori di base" le principali forme di espressione della motricità, i movimenti essenziali che l'uomo utilizza per spostarsi, relazionarsi coi suoi simili e con l'ambiente circostante. Sono esempio di schemi motori di base i movimenti più consueti e spontanei compiuti dall'uomo, come: camminare, correre, saltare, arrampicarsi, rotolare. Essi costituiscono, dunque, la condizione stessa del movimento intenzionale e la base strutturante delle abilità motorie. Per detta ragione, detti schemi sono definiti pure "schemi motori dinamici", perché, a differenza degli schemi motori statici, incidono sul movimento complessivo del corpo. 3.3. Gli schemi motori specializzati Gli schemi motori che sono finalizzati al raggiungimento di uno scopo ben definito, quale quello riferibile ad una particolare pratica sportiva, sono indicati come "schemi motori specializzati". D. Colella ha individuato e descritto, in ogni competenza motoria, tre dimensioni fondamentali, integrate e interattive tra loro: cognitiva, operativa, emotivo-affettiva.  La dimensione cognitiva riguarda la comprensione di definizioni, termini, concetti, relazioni, teorie, giudizi, ecc.  Ladimensioneoperativacomprendeilrepertoriopersonalediabilitàmotorieedilivelli di apprendimento raggiunti. Lo schema, utilizzabile soprattutto da operatori non specialisti (quali, ad esempio, i docenti) permette di stabilire se il processo elaborativo delle informazioni che fanno da base per la risposta sono funzionali o meno, individuando pure, seppure in forma intuitiva, le componenti che eventualmente sono deficitarie: canali recettivi, aree cerebrali di decodifica, area di sintesi, memoria, etc. Tutto attraverso la rilevazione e la interpretazione delle risposte motorie. Ovviamente, dette risposte vanno adeguatamente interpretate e valutate, anche per comprendere le potenzialità d’uso di nuovi input, da parte del soggetto in osservazione, per progettare e porre in atto interventi formativi, adattivi, abilitativi, riabilitativi, compensativi, etc. Wedell, è indicativo del possesso o meno, in un soggetto, dell’abilità cognitiva di cogliere, in un modello di riferimento, alcune essenziali coordinate spaziali (destra-sinistra, alto-basso, sinistra-destra, basso alto) e di riprodurle coerentemente e intenzionalmente in un corrispondente elaborato grafico di rappresentazione.