Download Free Audio of Il mattino seguente Emma si svegliò sentendo qual... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

Il mattino seguente Emma si svegliò sentendo qualcuno bussare alla porta, si vestì in fretta e andò ad aprire. Alla porta c’era Katherina che entrò frettolosamente dentro alla casa e incominciò a farle delle domande sulla sera prima. Emma chiese subito delle spiegazioni a questa visita e Katherina le rispose bruscamente dicendo che era stata incolpata per aver rubato la katana della sera prima. Emma cercò di negare, ma l’ispettrice non voleva ascoltarla. Emma venne portata in centrale per essere interrogata e le fecero un sacco di domande, poi fecero entrare un testimone che diceva di aver visto una ragazza la sera prima rientrare nel museo e uscire con un pacchetto. Emma era anche incolpata di aver ucciso il custode del museo. L’ispettrice disse che stavano aspettando i risultati per vedere di chi erano le impronte digitali sulla teca della katana, ma nel frattempo la centrale fu costretta a rilasciare Emma perché non avevano delle prove certe. Emma tornò di fretta a casa, lei non aveva fatto niente però doveva assolutamente ritrovare la katana. La katana era un pezzo unico, ma il ladro non poteva sicuramente rivenderla per avere soldi. Dopo un po’ Emma decise di andare a vedere tutte le sue katane e una era stata rubata. Era possibile che il ladro fosse la stessa persona, ma la katana rubata era la meno preziosa che aveva, il colpevole aveva in mente qualcosa. Si diresse verso la biblioteca per scoprire cose in più sulle due katane, uscita dalla biblioteca si trovò circondata dalla polizia. Le impronte combaciavano. Emma era stata incastrata e doveva assolutamente capire chi era il colpevole così prese la sua bicicletta e scappò. Le forze dell’ordine la seguivano, ma lei conosceva bene la città così riuscì a scappare e si nascose. Con interesse sfogliò il libro e scoprì che la katana rubata al museo e la katana rubata dalla sua casa se fossero state unite si sarebbero potute leggere le coordinate della tomba del famoso Miyamoto Musashi. Emma sapeva cosa voleva fare il colpevole, ma non sapeva chi era. Per scoprirlo doveva recarsi alla tomba, ma non aveva le coordinate. Stava per perdere le speranze, ma poi si ricordò che lei aveva fatto le foto a tutte le sue katane e le aveva messe in un quaderno dove scriveva una breve descrizione. La foto dell’altra katana l’aveva fatta la sera prima. Si recò a casa e fece attenzione a non farsi vedere, prese il quaderno e se ne andò subito. Finalmente riuscì a trovare le coordinate; il posto era in Italia. Come era possibile che un maestro di katane giapponesi avesse voluto farsi seppellire in Italia? Dopo un po’ Emma arrivò nel posto indicato che era un vecchio cimitero del 1800. Cercò la tomba giusta e vide che sotto era stata spostata. Sotto alla tomba c’era una botola e Emma ci entrò senza esitare. Dentro non c’era niente; il colpevole era scappato. Emma sapeva che non avrebbe potuto trovare il ladro senza l’aiuto di qualcuno, così si recò a casa di Katherina. Non era una delle idee migliori, ma era l’unica che aveva. Ovviamente lei cercò di chiamare la polizia, ma Emma le impedì di farlo. L’agente allora stette ad ascoltare il racconto di Emma e alla fine decise di aiutarla a ritrovare il colpevole. Insieme cercarono indizi sul colpevole e scoprirono grazie alle impronte digitali chi era; Carolina Stinson. Carolina Stinson era la figlia della signora Stinson che nel caso prima era stata arrestata da Emma per aver ucciso il primo ministro. Evidentemente Carolina voleva vendicarsi e per questo aveva incastrato Emma. Si recarono alla casa delle famiglia che era come la ricordava: aveva le pareti grigie e le finestre erano tutte rotte, la porta era di legno ed era tutta rovinata. Evidentemente non vivevano una bella vita ed avevano bisogno di soldi per questo Carolina aveva compiuto il furto. Entrando nella casa trovarono la colpevole con le mani nel sacco e la portarono in centrale per poterla interrogare. Ogni teoria di Emma si rivelò vera e Carolina fu incarcerata. Tornata a casa Emma mise a posto la sua katana e l’altra che aveva maggior valore fu riportata al museo più importante del Giappone.