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PARLARE DI SÉ: Per quanto io cerchi sempre di comportarmi come ritengo più opportuno, e per quanto io cerchi di avere sempre lo stesso comportamento, senza distinzioni, con le persone che ho attorno, se mi metto a pensare a come mi comporto davanti al mio migliore amico rispetto a come mi comporto davanti a un mio insegnante, noto delle differenze. Queste però sono il riflesso della maschera che, come dice Pirandello, si indossa in un particolare contesto e sono create e imposte dalla società. È anche vero che il comportamento e il modo di fare, che ho con il mio migliore amico e quello che ho con un mio insegnante, lo rendo diverso, l’uno dall’altro, perché con il mio migliore amico ho più possibilità di parlare e di aprirmi, cosa che non ho mai fatto con un mio insegnante. Infatti, a mio parere, una differenza sostanziale che c’è tra il modo in cui il mio migliore amico o il mio insegnante mi vede, è causato da ciò che voglio far vedere a una persona rispetto all’altra. Infatti mi rendo conto che il mio migliore amico mi vede molto più similmente a come sono in realtà, rispetto a come mi vede un insegnante. Quindi, sempre come dice Pirandello, la maschera che indosso con il mio migliore amico la creo perché voglio fargli vedere molto di più ciò che sono, e, al contrario, la maschera che ho creato, per indossarla con il mio insegnante, ce l'ho perché voglio fargli vedere meno ciò che sono in realtà. Infatti, come imposto dalla società, dal mio insegnante mi faccio vedere sempre molto rispettoso, attento a ciò che sta dicendo, e il mio lato ironico, soprattutto con alcuni professori, non lo faccio mai vedere, perché appunto la società ha imposto che tra un insegnante e uno studente ci deve essere questo tipo di relazione, e allora immagino che il mio insegnante mi veda nel modo in cui mi sono “trasformato” rispetto a come sono in realtà, per soddisfare tutti i vari parametri che mi sono stati insegnati, o imposti (a volte il confine è sottile), dalla società. Infatti penso che un mio insegnante mi possa vedere, molto tranquillo e posato, naturalmente se scappa una risata ogni tanto non è che mi trattengo, e immagino che lo noti questo fatto, però comunque non vado oltre e quindi non dimostro tutte le qualità che ho, e che invece il mio migliore amico vede, perché questo metodo di relazione studente-insegnante non credo che debba andare oltre e quindi ovviamente non deve trasformarsi nel rapporto che ho col mio migliore amico. Infatti sono sicuro che il mio migliore amico sappia tutte le qualità che ho, perché gliele ho mostrate tutte, o almeno quelle che conosco io, e infatti posso quasi dire, anzi ne sono sicuro, che mi conosca meglio di quanto mi conosca io. Infatti sa come prendermi quando sono arrabbiato, anche se non lo sembro dall’esterno; riesce a vedere questa parte di me e agisce di conseguenza. Mi vede come una persona con tante cose da dire, tranquilla ma che sa come divertirsi, che non attacca senza un motivo le altre persone; tutta questa descrizione fa parte della maschera che ho deciso di indossare quando sono con lui che, per quanto non so bene in che misura si avvicini alla realtà o meno, è comunque quella che si avvicina di più a come sono, e queste mie qualità le ha capite perché sono stato io a volergliele far capire. Quindi in conclusione penso che per quanto una persona cerchi di non snaturare le proprie caratteristiche con le diverse persone, la società ha imposto con quali persone essa può essere veramente se stessa e con quali non può. Infatti ritengo che le due maschere che indosso, e che quindi hanno fatto capire alle due persone diverse, insegnante e migliore amico, come sono io, non potranno mai unirsi per diventare una sola, perché, oltre che essere impossibile, questo fatto renderebbe il mondo molto più piatto.