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Capitolo 9. INIZIO FLASH-BACK. Evelyn aveva circa quattro anni, suo padre mise nello stereo il CD del concerto della Filarmonica di Berlino. Jace amava la musica e proprio come il padre anche Evelyn aveva questa passione. Quando arrivò la sesta traccia, il Canon in Re Maggiore di Pachelbel, il cuore della piccola cominciò a battere forte. Era incantata dall'armonia perfetta creata dai tre violini, si sentiva cullata, protetta, amata, trascinata in un mondo di sogni. Era la musica più bella che avesse mai sentito fino ad allora, avrebbe tanto voluto ascoltarla ancora e ancora, per assaporarla e per restituirle di pari intensità le emozioni che le aveva suscitato. “Ci sarà un giorno in cui i sentimenti ti sembreranno troppo grandi per essere espressi a parole tesoro.” Aveva detto suo padre prendendola in braccio. “Allora sarà la musica a parlare per te, attraverso il dolce suono di questi strumenti. Potrai farla ascoltare alle altre persone, e se vorrai, potrai persino suonarla.” “Papà” Le disse guardandolo negli occhi dorati quasi verdi sotto la luce del sole. “ Da grande voglio suonare il violino.” Jace sorrise, a quella affermazione era felice che anche sua figlia amasse la musica come lui. FINE FLASH-BACK. Erano passati sedici anni da quando Evelyn aveva chiesto al padre di iniziare a suonare il violino, ovviamente compatibilmente alla loro vita da cacciatori. Ogni volta che lei avvicinava l'archetto alle corde del suo inseparabile violino e cominciava a suonare, riviveva le stesse emozioni e sensazioni di quel momento. Suonare l'aiutava ad evadere dalla sua vita frenetica e avventurosa, suonare la aiutava a calmarsi, e rilassarsi. Liberò il violino dalla custodia tenendolo con estrema delicatezza, e sotto le luci soffuse della sala musica avvicinò l'archetto alle corde, cominciando a suonare proprio il Canon in Re Maggiore. Piano piano, mentre suonò, il mondo intorno a lei si dissolse nel nulla, demoni, vampiri, licantropi, morte, paura. La dolce melodia la chiamava a sé, la teneva tra le braccia portandola in un vortice di note sulla scala che conduceva ai sogni. Non sentiva più limiti, né confini. Avrebbe continuato a suonare, ancora e ancora, ma il brano giunse al termine, catapultandola di nuovo nel mondo reale. Con un sospiro posò il violino nella custodia e la chiuse immediatamente. Aveva sentito un rumore di passi avvicinarsi a lei, e non voleva che nell’istituto si sapesse della sua passione. Odiava quando le persone che conosceva, le chiedevano di suonare, la stessa cosa non accadeva con i suoi famigliari però. “Ehy Lyn, hai suonato molto bene sai?” Ridian era spuntato sull’uscio della porta, aveva un maglione di un colore che poteva essere il perfetto mix fra il crema e il panna, e dei jeans neri. “Grazie” Rispose la ragazza arrossendo. In quel momento sentì le gambe abbandonarla, perse l’equilibrio e cadde. Ridian con uno scatto corse subito vicino ad Evelyn per aiutarla. “Ok, ti aiuto io, tranquilla, sapevamo che oggi sarebbe successo, sono passati due mesi, da quando papà ti ha fatto l’incantesimo.” La ragazza ora era seduta su una sedia della sala musica.” Vado a prendere la sedia a rotelle così ti porto da Mag nus” . La Cacciatrice rimase sola, e con la mente tornò a quella missione di quattro anni prima che le aveva cambiato la vita. Lei e Ridian erano usciti dall’istituto in ricognizione perché sui telegiornali locali, erano giorni che si parlava di omicidi commessi da un branco di lupi, cosa molto insolita trattandosi di New York. Così dopo aver parlato con Luke scoprirono che in città era da poco arrivato un altro branco di lupi, avevano deciso che sarebbero andati in cerca di prove, per poter agire nei loro confronti. Quella notte non andò però come avevano previsto, i lupi trovarono i due giovani parabatai, e li attaccarono. Rimasero gravemente feriti entrambi, ma a portare le ferite peggiori fu proprio Evelyn, che perse l’uso delle gambe. Mag nus una volta messo al corrente dell’accaduto, cercò per mesi una soluzione che avrebbe potuto aiutare la nipote a camminare nuovamente, e fortunatamente la trovò. L’unica cosa negativa era che la procedura andava ripetuta circa una volta ogni due mesi. “Eccomi, ora ti aiuto a spostarti sulla sedia e andiamo da papà ” Disse lui indicando una sedia a rotelle alle sue spalle. “Ho chiuso l’ingresso a questa parte dell’istituto con delle rune fatte da tua madre, tranquilla nessuno degli studenti ci vedrà.” Disse ancora, dopo aver visto il suo sguardo spaventato, sguardo che purtroppo Ridian conosceva bene. Essere il parabatai di Evelyn significava anche questo, starle vicino nel momento del bisogno e sostenerla sempre. La ragazza si sedette sulla sedia a rotelle, e il linguaggio del suo corpo cambiò si poteva notare il suo sguardo spento, la testa bassa i piedi l’uno sull’altro, le mani sudate. “Lyn, andrà tutto bene, proprio come le altre volte” Sussurrò lui all’orecchio della ragazza. Passarono davanti a molte stanze ma quella nella quale il ragazzo si fermò era proprio quella di Evelyn, dove ad aspettarli c’era il Sommo Stregone di Brooklyn non che uno dei due padri del giovane cacciatore. “Ciao Biscottina dello zio, come stai oggi?” Chiese lo stregone sapendo in principio quale fosse la risposta della ragazza. “Sto bene.” lo congedò lei. “I dolori ? Come sono?” Mag nus era visibilmente preoccupato per la nipote. “Sono Ok” Rispose con tono di voce tremolante, sapeva cosa le sarebbe successo, sapeva che non sarebbe stata una cosa per lei piacevole, ma sapeva che sarebbe stato il giusto prezzo da pagare per avere quello che grazie allo zio, poteva avere, ovvero la normalità. “Va bene, Ridian aiutala a mettersi sul letto.” Il Nephilim ubbidì. Si avvicinò alla sedia a rotelle e mise un braccio sotto le ginocchia della ragazza e l’altro dietro alla sua schiena, poco dopo con un movimento molto elegante facendo forza sui muscoli delle gambe tornò in posizione eretta, e con passi decisi si avvicinò al letto della sua parabatai, e dolcemente la aiutò a sdraiarsi. Mag nus diede le spalle ai due ragazzi, per prendere sulla scrivania una siringa che aveva appoggiato li, pochi minuti prima. "Ok Ev, sai come funziona, facciamo l'iniezione, recito l'incantesimo e poi dovrai restare qui a riposarti per un paio d'ore, insomma nulla di diverso rispetto al solito."La ragazza annuì. "Ridian!" lo chiamò il padre, facendoli cenno con la testa di andare vicino alla sua parabatai per supportarla. "Ok, iniziamo." Lo stregone si avvicinò al braccio della nipote e dopo aver trovato la vena, inserì delicatamente l'ago, e iniziò a premere sullo stantuffo per spingere il liquido in profondità la ragazza sussultò. "Ok, so che brucia, ma stai andando bene Lyn. Continua così, ha quasi finito." La incoraggiò il cugino. "Brava Biscottina, abbiamo finito, tra poco ti addormenterai e quando ti sveglierai potrai camminare dinuovo." Mag nus estrasse l'ago dal braccio della ragazza e poggiò la siringa nuovamente sulla scrivania a pochi passi da lui . Avvicinò la mano sinistra vicino alle gambe della ragazza mentre con l’altra sparse una strana polverina grigio-nerastra intorno al corpo della Nephilim. Scintille di magia azzurro sgorgarono dalle sue dita, andando a posarsi sulle ginocchia e sulle caviglie di Evelyn, penetrando a fondo nella pelle e lasciandole dei piccoli ematomi. Ridian sussultò “Le stai facendo male?” “No, tranquillo, grazie all’iniezione di prima per lei tutto questo è indolore” Lo rassicurò il padre . D'un tratto la polvere sparsa dallo Stregone si animò e si alzò in aria, formando una nube di pulviscolo vorticante. Mag nus allontanò le mani dal corpo di Evelyn e le portò di fronte alla nube, osservandola con sguardo incuriosito. Restò così per un paio di minuti, finché, con un cenno, non la fece sparire. Si passò le mani tra i capelli, spettinandoli ancora di più rispetto a prima, poi rivolgendosi al figlio ruppe il silenzio. “Bene, abbiamo finito, è stata molto brava, falle compagnia finché non si sveglia.” Disse per poi allontanarsi dal letto della ragazza, e uscire dalla stanza, lo stregone.